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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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cini colmi d’acqua r<strong>it</strong>rovate a Pompei e a Delo, e ancora<br />

alla tradizione p<strong>it</strong>torica pergamena sono forse da attribuire<br />

i disegni di piante medicinali che compaiono sui<br />

manoscr<strong>it</strong>ti bizantini dell’opera di Dioscuride, medico del<br />

sec. I d. C. (Vienna, National Bibliothek). (mlg).<br />

Perilli, Achille<br />

(Roma 1927). Già nel 1947-48, P è tra i firmatari del manifesto<br />

di Forma I, aderendo al programma di difesa<br />

dell’astrattismo che vi viene proposto. L’anno dopo partecipa<br />

alla decorazione astratta del cinema teatro Splendore<br />

in occasione del primo concerto jazz, con Dorazio, Guerrini<br />

e Manisco. In segu<strong>it</strong>o, aderisce al Movimento di Arte<br />

Concreta (MAC) ed entra in contatto con Lacini e Soldati.<br />

Gli anni ’50 segnano un’intensa attiv<strong>it</strong>à come viaggiatore<br />

e saggista (pubblica articoli su Arp, Boccioni, Balla,<br />

Schw<strong>it</strong>ters, Moholy-Nagy). Nel ’54 collabora con Dorazio<br />

e Colla alla fondazione di Origine e nel ’57 fonda con<br />

Novelli la rivista «L’esperienza moderna». La sua attenzione<br />

alla calligrafia zen lo porterà in questi anni a una<br />

p<strong>it</strong>tura dove la poetica del segno si unisce alla poesia casuale<br />

della grafia infantile. Nel ’62 ha la prima personale<br />

alla Biennale. Intanto collabora ad alcuni spettacoli teatrali<br />

di Kantor ed espone in varie mostre, in Italia e all’estero,<br />

soprattutto al Paris Art Center. Negli anni ’70 e<br />

per tutti gli anni ’80, P approda a una sorta di strutture<br />

geometriche «mutanti», dando v<strong>it</strong>a a quelle «macchinerie»<br />

costru<strong>it</strong>e su una logica assurda e irrazionale. Nel<br />

1991 il Wilhelm Hack Museum di Ludwigshafen in Germania<br />

gli ha dedicato una grande retrospettiva. (adg).<br />

Perin del Vaga (Piero di Giovanni Bonaccorsi)<br />

(Firenze 1501 - Roma 1547). Allievo del p<strong>it</strong>tore artigiano<br />

Andrea de’ Ceri prima, e di Ridolfo del Ghirlandaio poi,<br />

intorno al 1517 P giunge a Roma dove oltre ai monumenti<br />

antichi conosce la p<strong>it</strong>tura di Michelangelo e Raffaello.<br />

Divenuto amico di Giulio Romano e Giovan Francesco<br />

Penni entra nella bottega di Raffaello, impegnata nella<br />

decorazione delle Logge Vaticane, dove gli sono attribu<strong>it</strong>e<br />

le storie delle volte X, XI e XII, distinguendosi presto<br />

per l’ornamentazione a grottesche. Tra le opere di P esegu<strong>it</strong>e<br />

autonomamente nel primo periodo romano si ricordano<br />

la Pietà in Santo Stefano del Cacco (1517-18), la De-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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