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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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dell’artista, che, meno ispirato, ripete se stesso, si constata<br />

un certo rilassamento. L’opera dipinta di P (circa duecento<br />

dipinti di cui soltanto quattro di soggetto biblico), è<br />

suddivisa principalmente tra i musei di San Pietroburgo,<br />

Stoccolma, Amsterdam, Parigi, Monaco, Amburgo, Kassel,<br />

Francoforte, Berlino. (abl).<br />

Piles, Roger de<br />

(Clamecy 1635 - Parigi 1709). Fu senza dubbio il personaggio<br />

piú affascinante della cr<strong>it</strong>ica d’arte francese nel sec.<br />

xvii. Di una buona famiglia di Nevers, ricevette una solida<br />

istruzione che sviluppò le sue doti di scr<strong>it</strong>tore, sostenute<br />

da un umorismo vivo e spesso mordace. Iniziato alla p<strong>it</strong>tura<br />

dal fratello Luca, allievo di Vouet, dimostrò un talento<br />

piú che da dilettante. Gli si debbono diversi r<strong>it</strong>ratti di<br />

qual<strong>it</strong>à, tra cui quello di Ménage (1692; perduto, inciso da<br />

van Schuppen) e il piú celebre R<strong>it</strong>ratto di Boileau (1704,<br />

perduto, inciso da Drevet). Non molto ricco, ebbe la fortuna<br />

di procurarsi il favore della potente famiglia degli<br />

Amelot; divenuto nel 1662 precettore di Michel, che<br />

aveva allora sette anni e che fu poi il suo piú fedele protettore,<br />

poté restare al centro della società parigina e in diretto<br />

contatto con i circoli dei cultori d’arte e dei letterati. Si<br />

legò, in particolare, a Charles-Alphonse Du Fresnoy, di cui<br />

tradusse e annotò il De arte graphica (1668), impegnandosi<br />

nelle dispute dell’Accademia col suo Dialogue sur le coloris<br />

(1673), abile difesa del colore veneziano. Un primo viaggio<br />

in Italia col suo allievo Michel Amelot (1673-74) gli consentì<br />

di approfondire la conoscenza dei maestri antichi,<br />

che gli valse una solida reputazione di esperto. Indusse il<br />

duca de Richelieu a cost<strong>it</strong>uire una galleria composta unicamente<br />

di quadri di Rubens – la cui fortuna in Francia allora<br />

non era piú cosí grande – e la descrisse in un entusiastico<br />

opuscolo (Le Cabinet de monseigneur le duc de Richelieu,<br />

1676): la pubblicazione rinfocolò la querelle sul colore, ma<br />

questa volta in un dibatt<strong>it</strong>o che contrappose i «poussiniani»,<br />

fedeli alla grande tradizione, ai «rubensiani», che preferivano<br />

la libertà del p<strong>it</strong>tore fiammingo. Una vera guerra<br />

di libelli, in versi e in prosa, spesso oltraggiosi, precedette<br />

le Conversations sur la connaissance de la peinture (1677) e la<br />

Dissertation sur les ouvrages des plus fameux peintres (1681),<br />

accompagnata da una Vie de Rubens. Prevalse, a viva<br />

forza, la sua posizione, che consacrava defin<strong>it</strong>ivamente<br />

Rubens come uno dei grandi maestri della p<strong>it</strong>tura europea,<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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