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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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izza sia per l’impostazione delle figure addensate nella<br />

parte mediana del dipinto. Già dal 1724, con la Vergine e<br />

san Filippo Neri per la chiesa di Santa Maria della Fava, P<br />

incominciò a schiarire sensibilmente la sua tavolozza, cosí<br />

come nell’Estasi di san Francesco del mc di Vicenza rifer<strong>it</strong>a<br />

al 1729, opere basate su una struttura compos<strong>it</strong>iva a linee<br />

diagonali di estremo rigore costruttivo. La stessa ricerca<br />

di colori tenui si avverte anche nel San Domenico in Gloria<br />

che adora la Trin<strong>it</strong>à (1727: Venezia, Basilica dei Santi<br />

Giovanni e Paolo), unico affresco della produzione piazzettesca,<br />

dove la Vergine al centro della volta, immersa in<br />

un fascio di luce, accoglie san Domenico trasportato da<br />

angeli ormai chiaramente ispirati dalla p<strong>it</strong>tura scenica del<br />

rococò veneziano di Sebastiano Ricci e del Tiepolo. Un<br />

legame evidente anche nella successiva Assunzione della<br />

Vergine del 1735 ora al Louvre (Parigi) e nella pala con i<br />

Santi Vincenzo, Giacinto, Ludovico e Bertrando, dipinta nel<br />

1738 per la chiesa dei Gesuati di Venezia, cosí come dal<br />

Ricci sono derivate le composizioni della Rebecca ed Eleazaro<br />

al pozzo (1735-40: Milano, Brera), dell’Indovina<br />

(1740: Venezia, Accademia), della coeva Scena Pastorale<br />

dell’Art Inst<strong>it</strong>ute di Chicago, e della Passeggiata campestre<br />

realizzata entro il 1745, attualmente esposta al wrm di<br />

Colonia. P riprese, infatti, in queste tele, il tema di genere<br />

già affrontato durante gli anni giovanili sotto l’influenza<br />

del Crespi abbandonando però defin<strong>it</strong>ivamente quella<br />

raffigurazione drammatica delle prime opere a favore di<br />

un’apertura luminosamente serena e priva di tensioni<br />

emotive, manifestando il gusto verso la p<strong>it</strong>tura gioviale<br />

ispirata al mondo dell’Arcadia. Un probabile autor<strong>it</strong>ratto<br />

dell’artista è, invece, rintracciabile nella testa del carnefice<br />

della Decollazione di san Giovanni Battista, della Basilica<br />

del Santo a Padova esegu<strong>it</strong>a tra il 1742 e il 1744, opera<br />

nella quale P agì sulla tela con una pennellata veloce e<br />

abbozzata, memore del Solimena e del fare p<strong>it</strong>torico<br />

dell’ultimo Rembrandt al quale si avvicinò in quegli anni<br />

e che ispirò anche la robusta composizione figurativa<br />

dell’Alessandro davanti al cadavere di Dario dipinto verso il<br />

1746, ora alla Cà Rezzonico di Venezia. Accanto all’attiv<strong>it</strong>à<br />

p<strong>it</strong>torica va anche ricordata la prolifica attiv<strong>it</strong>à del P<br />

nel disegno sia di quelli preparatori per i dipinti sia di<br />

quelli utilizzati per correlare i volumi a stampa come La<br />

Gerusalemme Liberata, ed<strong>it</strong>o nel 1745 e illustrato da suoi<br />

disegni incisi da Marco P<strong>it</strong>teri. (fl).<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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