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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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1580; nell’Oratorio del Crocifisso; nella chiesa del Gesú;<br />

in San Giovanni dei Fiorentini, Santa Pudenziana, San<br />

Pietro in Montorio, Sant’Antonio all’Esquilino. Il successo<br />

del P era dovuto alla capac<strong>it</strong>à di far convivere la sua<br />

abile ed equilibrata miscela stilistica, ricca di artifici e di<br />

morbidi e sofisticati effetti p<strong>it</strong>torici, che derivavano<br />

anche da Fontana e da de’ Vecchi e che preludono a certi<br />

es<strong>it</strong>i della p<strong>it</strong>tura sistina, con una chiara e semplice narrazione.<br />

Questa formula rispondeva alle esigenze allora diffuse<br />

a Roma di modi didascalici di rappresentazione del<br />

sacro anche in funzione della propaganda: da questo<br />

punto di vista sono esemplari i Martirologi da lui dipinti<br />

fra il 1581 e il 1583 per i Gesu<strong>it</strong>i in Sant’Apollinare, in<br />

San Tommaso di Canterbury (perduti, ma noti dalle incisioni<br />

del de Cavalleriis) e in Santo Stefano Rotondo. Tornato<br />

a C<strong>it</strong>tà della Pieve, P svolse in provincia la sua ultima<br />

attiv<strong>it</strong>à (Pomarance, Volterra, Cascia) nell’amb<strong>it</strong>o<br />

della quale si educò il figlio Antonio. (gsa).<br />

po mo<br />

Nella lettura fonetica, e nella trasl<strong>it</strong>terazione latina, questo<br />

termine tecnico della p<strong>it</strong>tura cinese è fonte di molteplici<br />

malintesi in Occidente, poiché corrisponde a due<br />

espressioni omofone, ma di significato diverso. Esistono,<br />

dunque, due tipi di p, che peraltro possono coesistere in<br />

una stessa opera. Il p (in giapponese haboku), letteralmente<br />

«inchiostro spezzato» o «frazionato», è una maniera<br />

particolare di trattare i contorni nella quale, contrapponendosi<br />

alla linea continua dello stile «blu e verde» o del<br />

bai-miao, il p<strong>it</strong>tore «spezza» la linea in segmenti discontinui<br />

o in accentuazioni di spessore variabile. Tale tecnica<br />

sembra sia stata per la prima volta utilizzata da p<strong>it</strong>tori del<br />

sec. viii, come Wang Wei, nell’intento di dare l’illusione<br />

del colore pur servendosi esclusivamente dell’inchiostro<br />

monocromo.<br />

Il p (in giapponese hatsuboku), letteralmente «inchiostro<br />

disteso», è innanzi tutto una tecnica acquerellata nella<br />

quale il pennello, manipolato a larghi movimenti, esprime<br />

lo scaturire della spontane<strong>it</strong>à creativa cara ai letterati e ai<br />

p<strong>it</strong>tori chan. È a questo tipo di p che si riallaccia il nome<br />

di Wang Xia (alias Wang Mo, «Wang l’Inchiostro»),<br />

bohémien e «folle» del sec. viii che, quando era ubriaco,<br />

immergeva i suoi lunghi capelli in un secchio d’inchiostro<br />

per eseguire i suoi effetti di nebbia. Per ev<strong>it</strong>are la confu-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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