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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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sa, dalla sua collocazione e forma, fino ai dettagli della<br />

mensa dell’altare, delle lampade, dei reliquiari e, ovviamente,<br />

ai quadri. Si tratta di rigurg<strong>it</strong>i neomedievali<br />

che obbediscono alle disposizioni tridentine in materia di<br />

immagini, il cui controllo è interamente demandato all’autor<strong>it</strong>à<br />

decentrata del vescovo, vigile difensore non solo<br />

dell’ortodossia, ma anche del benessere, dello sviluppo<br />

sano dell’arte intesa come fattore di distinzione della dottrina<br />

cattolica e di contenimento rispetto alle minacce<br />

dell’iconofobia e iconoclastia protestanti. La protezione<br />

vescovile si esplic<strong>it</strong>a però in maniera diversa a seconda dei<br />

luoghi e dei personaggi: se l’attiv<strong>it</strong>à pastorale di Federico<br />

Borromeo a Milano stimola la creazione di un’Accademia<br />

ambrosiana (1620) dai fini eminentemente didattici, di<br />

formazione culturale (ma anche spir<strong>it</strong>uale) delle nuove<br />

leve di artisti, facendone quasi un «seminario» di tecnica<br />

e dottrina, ecco che la protezione accordata da Paleotti<br />

alla romana Accademia di San Luca sottolinea un progetto<br />

diverso, opposto, di «normalizzazione» della società artistica<br />

romana ai suoi vertici, tram<strong>it</strong>e una severa gerarchizzazione<br />

e controllo operati da dirigenti provenienti<br />

esclusivamente dalla cerchia dei protetti della corte pontificia.<br />

L’Accademia romana si trasforma cosí da occasione<br />

di amalgama culturale tra diverse generazioni artistiche e<br />

momento di incontro e riflessione teorica (quale era stata<br />

nella volontà dello Zuccaro sotto la protezione, fino al<br />

1595, del cardinal Federico Borromeo), in luogo di controllo<br />

moralistico, religioso e ideologico della prassi artistica,<br />

attraverso il condizionamento di esponenti rigorosamente<br />

selezionati del mondo romano dell’arte. Può darsi<br />

che il mancato riconoscimento ufficiale, a Bologna, in età<br />

paleottiana e post paleottiana, di una pubblica accademia<br />

di p<strong>it</strong>tura quale quella promossa privatamente dai Carracci<br />

abbia a che vedere con le analogie tra questa e il posteriore<br />

esempio milanese parzialmente modellato su di essa,<br />

in contrasto con il modello romano del periodo paleottiano.<br />

D’altro canto, dalla subordinazione di tutte le arti a<br />

un fine religioso e dalla loro conseguente equiparazione si<br />

passa con continu<strong>it</strong>à alla loro mutua interdipendenza<br />

nell’amb<strong>it</strong>o della poetica barocca, che trova nella teatralizzazione<br />

della v<strong>it</strong>a e dell’arte la sua manifestazione piú<br />

chiara. Il senso dell’un<strong>it</strong>à delle arti figurative assume nei<br />

progetti berniniani realizzati o da realizzare (piazza Navona,<br />

piazza San Pietro, il Louvre) la sua espressione piú<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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