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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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ire la formazione di un film compatto e durevole: da qui<br />

l’appellativo di «colori siccativi», già esistente in Vasari.<br />

Requis<strong>it</strong>i che portarono a prediligere sia i bianchi, i gialli<br />

e i rossi a base di piombo – la biacca, la cerussa, il l<strong>it</strong>argirio,<br />

il giallolino e, raramente, il minio –, sia le terre – le<br />

ocre gialle, rosse e brune, tutti composti a base di ferro, e<br />

in particolare la terra d’ombra, in cui vi è anche del manganese.<br />

Per lo strato interno, spesso di tonal<strong>it</strong>à piú scura,<br />

si preferirono le terre variamente colorate; nell’imprim<strong>it</strong>ura,<br />

di norma piú chiara e sottile, vi è quasi sempre un’alta<br />

percentuale di biacca.<br />

La p delle tele, in principio esegu<strong>it</strong>a in bottega per mano<br />

del garzone, fu ben presto affidata a operatori specializzati,<br />

gli imprim<strong>it</strong>ori. Il rischio del demandare ad altri<br />

un’operazione tanto delicata è avvert<strong>it</strong>o già a metà Seicento<br />

(De Mayerne, Pacheco, Felibien), e il prodotto a<br />

metà Settecento era così scadente da spingere Dossie a inv<strong>it</strong>are<br />

gli artisti ad occuparsene personalmente; ma ormai<br />

la rivoluzione industriale era sul nascere e il mercato presto<br />

sarebbe stato invaso da tele tessute e preparate in serie,<br />

la cui qual<strong>it</strong>à risulterà essere soprattutto legata alla capac<strong>it</strong>à<br />

delle macchine e alle esigenze dello stoccaggio.<br />

Nel corso dell’Ottocento la insoddisfacente resa di molte<br />

tele preparate industrialmente portò a sperimentare leganti<br />

per l’imprim<strong>it</strong>ura diversi dall’olio. Alquanto favore incontrò<br />

la caseina che, per Vibert ad esempio, un<strong>it</strong>a al<br />

bianco di zinco è «la meilleure de toutes les colles qu’on<br />

puisse employer pour préparer des toiles destinés a recevoir<br />

de la peinture à l’huile». È un periodo in cui nelle<br />

preparazioni fanno una breve comparsa anche il caucciù<br />

(Winsor & Newton, 1890 ca.), le mucillagini, ecc., impiegati<br />

nel tentativo di ottenere tele piú flessibili meno soggette<br />

a crettarsi. Nel Novecento appaiono i materiali sintetici<br />

e vengono completamente rinnovate le norme tecniche<br />

d’esecuzione di un dipinto. La colorazione dell’imprim<strong>it</strong>ura<br />

ha sempre rivest<strong>it</strong>o grande importanza: nel Cinquecento<br />

ai fondi bianchi tipici della p<strong>it</strong>tura a tempera<br />

tradizionale erano subentrati toni piú o meno caldi, grigi<br />

e rossi chiarissimi (Vasari, Borghini, Armenini); durante il<br />

Seicento prevalsero i bruni piú o meno scuri e caldi e i<br />

grigi, anche piuttosto chiari, spesso freddi; ebbe un suo<br />

ruolo il giallo dell’ocra; e comparvero i rossi corposi delle<br />

terre e del bolo, a volte resi chiari da un’aggiunta di bianco<br />

(Pacheco, Felibien); nel Settecento predominano rosso-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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