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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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di Gaspar Hovic. P<strong>it</strong>tore mercante fiammingo attivo a<br />

Bari, a lui si deve d’aver aperto la strada al manierismo di<br />

matrice romana napoletana (ricordiamo sue opere datate<br />

dal 1581 al 1604 ca. a Minervino, Corato, Molfetta,<br />

Ruvo, Palo del Colle, Polignano, B<strong>it</strong>onto, Bari) e preparato<br />

il passaggio alle nov<strong>it</strong>à ben piú significative che si sarebbero<br />

diffuse da Napoli nella regione grazie ai dipinti<br />

del Santafede, del Borghese, dell’Imperato, dell’Azzolino,<br />

del Mazzaroppi. Inoltre a rinnovare il linguaggio figurativo<br />

locale contribuiva, oltre che la frequenza dei rapporti<br />

Veneto-pugliesi, gli arrivi di opere da Napoli, di cui la P<br />

si avviava ormai a divenire una provincia. Già col Pol<strong>it</strong>tico<br />

in Sant’Agostino a Barletta attribu<strong>it</strong>o ad Andrea Sabatini<br />

da Salerno, datato 1522, si era avuta la prima grande<br />

importazione; per la chiesa madre di Serra-capriola arriva<br />

poi il grande Pol<strong>it</strong>tico di Francesco da Tolentino, databile<br />

agli inizi del quarto decennio. Al Sabatini e al suo classicismo<br />

neoraffaellesco spetta il mer<strong>it</strong>o di aver rinnovato la<br />

p<strong>it</strong>tura napoletana degli inizi del Cinquecento avviando il<br />

filone linguistico ripreso piú tardi da Leonardo da Pistoia,<br />

Silvestro Buono, Gian Bernardo Lama. Di Leonardo Castellano<br />

o Leonardo da Pistoia, come recentemente proposto,<br />

è l’Assunta della Cattedrale di Altamura, giunta da<br />

Napoli nel 1546 ma collocata solo nel 1548. La corrente<br />

manieristica importata da artisti «stranieri» al Regno è<br />

rappresentata in P dal senese Marco Pino (la raffinata<br />

Trin<strong>it</strong>à di Bari del 1578 ca. una serie di opere di bottega,<br />

anche se firmate, quali le Adorazioni dei Magi a Ruvo e<br />

B<strong>it</strong>onto del 1576 e 1577), dal romano Andrea Bordoni,<br />

giunto probabilmente al segu<strong>it</strong>o dell’Hovic e operoso in<br />

terra di Bari (a Barletta, Molfetta e Bari) e dall’episodio,<br />

singolare per raffinatezza, della decorazione delle volte di<br />

tre sale dell’Episcopio di Oria, databile fra il 1565-70, di<br />

cultura tibaldesca. A questi si contrappongono il Lama e<br />

il Buono aprendo, con l’invio della tavola di Monopoli, il<br />

folto elenco delle opere tardomanieriste provenienti dalla<br />

cap<strong>it</strong>ale attraverso i maggiori artefici, da Belisario Corenzio<br />

a Fabrizio Santafede, da Girolamo Imparato a Ippol<strong>it</strong>o<br />

Borghese. Se del primo supponiamo la permanenza in<br />

Lucera per la realizzazione agli inizi del Seicento degli affreschi<br />

dei Santi Martiri in Cattedrale nella cappella Galluccio<br />

e l’operato di una sua bottega nell’altra cappella, la<br />

Gagliardi, con le Storie della v<strong>it</strong>a di Maria, di Fabrizio<br />

Santafede sottolineano la presenza di un notevole gruppo<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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