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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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commissione, del 1723 ca., riguardante la tela con San Filippo<br />

Neri che intercede per la c<strong>it</strong>tà di Torino presso la Madonna<br />

col Bambino in San Filippo, richiesta al p<strong>it</strong>tore dal<br />

banchiere torinese Gabriele Bogetto, e la cui iconografia è<br />

stata ricollegata all’importante ruolo svolto dai Filippini<br />

durante l’assedio francese di Torino del 1709. Nel 1733<br />

giunge a Torino un allievo del Solimena, Corrado Giaquinto,<br />

scelto da Juvarra per completare la pala raffigurante<br />

San Giovanni Nepomuceno a cui già aveva lavorato<br />

Sebastiano Conca (Torino, San Filippo, sagrestia). Dopo<br />

un intervento alla Villa della Regina rientrerà a Roma<br />

fino al 1736 quando è di nuovo all’opera a Torino nella<br />

cappella di San Giuseppe nella chiesa di Santa Teresa per<br />

la decorazione della volta e per le tele raffiguranti il Riposo<br />

durante la fuga in Eg<strong>it</strong>to e il Trans<strong>it</strong>o di san Giuseppe. Il<br />

linguaggio p<strong>it</strong>torico di Giaquinto intriso di elementi giordaneschi<br />

si ravviva a contatto con la luminos<strong>it</strong>à dei colori<br />

desunti dalle opere di Sebastiano Ricci giunte in P tra il<br />

1724 e il 1734. Si deve ancora alla sapiente regia del Juvarra<br />

l’arrivo di prestigiosi quadri dell’artista veneto inviati<br />

da Venezia per la chiesa di Venaria Reale, il castello<br />

di Rivoli, Superga e Palazzo Reale. Venezia risulta dunque<br />

un altro polo di orientamento artistico per la corte sabauda.<br />

Accanto ai fratelli Valeriani e a Giuseppe Dallamano,<br />

p<strong>it</strong>tori di quadrature, lavora alla Villa della Regina<br />

il veneziano Giovanni Battista Crosato attivo nel 1733<br />

nella palazzina di Caccia di Stupinigi dove affresca il Sacrificio<br />

di Ifigenia in evidente competizione con gli es<strong>it</strong>i<br />

tiepoleschi. Le nov<strong>it</strong>à portate dalla sua p<strong>it</strong>tura si indirizzano<br />

verso una nuova resa cromatica e una diversa interpretazione<br />

del soggetto m<strong>it</strong>ologico trasformato concretamente<br />

in evento quotidiano.<br />

Nello stesso anno lavora a Stupinigi negli affreschi con<br />

Storie di Diana il francese Charles Andre van Loo. Formatosi<br />

a Parigi a contatto con Boucher e Wleughels, collaboratore<br />

di Watteau, van Loo porta in P una p<strong>it</strong>tura raffinata<br />

ed elegante come attestano anche le Scene della Gerusalemme<br />

liberata per il Gabinetto del Pregadio della Regina<br />

in Palazzo Reale. Ancora da ricordare è l’arrivo nel 1741<br />

del napoletano Francesco de Mura che negli affreschi e<br />

nelle tele di Palazzo Reale mostra di med<strong>it</strong>are sulla lezione<br />

del Crosato e di Giaquinto proponendo la prima alternativa<br />

al dominio figurativo del Beaumont e della scuola<br />

(Franceschini, Molinari, Rapous). Negli stessi anni in cui<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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