Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

Sistema infallibile di ristorare le finanze italiane, che gli vale
la medaglia d’oro per la pittura. Parallelamente si collocano
opere di piú intensa ricerca formale come La messe
(1865: ivi), incentrata su di un morbido controluce di
ascendenza millettiana, e Ritorno alla stalla (1866: ivi),
che nella resa dell’effetto di pioggia anticipa certe ricerche
di Rayper e d’Andrade. Capitoli poco noti della sua
attività sono i due successivi soggiorni a Roma e a Parigi,
in particolare il primo, avvenuto probabilmente tra il
1870 e il 1877, che lo stimola a volgere la sua ricerca
verso un paesaggismo puro, che giunge a delicati effetti
poetici e lirici. Il secondo soggiorno parigino, tradizionalmente
collocato tra il 1880 e gli ultimi anni della sua vita,
inaugura una fase piú mondana e brillante della sua produzione,
che pare risentire della contemporanea presenza
nella capitale francese di Boldini, De Nittis e Zandomeneghi.
Nei pochi anni che separano questi due soggiorni,
e precisamente nel 1880, P esegue la grande ricostruzione
storica La fiera di Saluzzo nel secolo XVIII (Torino, Galleria
Civica d’Arte Moderna), che risente degli interessi per
la storia sabauda e locale che animarono il gruppo di Rivara.
(vbe).
Pittoni, Giovan Battista
(Venezia 1687 - 1767). Ricevette i primi insegnamenti
pittorici dallo zio Francesco. Tra le sue prime opere, si
colloca l’Adorazione dei pastori, del 1720, attualmente
nella parrocchiale di Borgo San Marco di Montagnana
(Padova), dove sono già evidenti alcune caratteristiche
formali proprie della successiva produzione del P, ancora
fortemente legata alla cultura pittorica del Balestra. Precedenti
al 1715 sono inoltre la pala della sacrestia di San
Giovanni Elemosinano raffigurante la Madonna col Bambino
e san Filippo Neri e probabilmente gli Evangelisti della
chiesa dello Spirito Santo a Venezia. Alle committenze
religiose, il P avvicendò durante gli anni giovanili una
prolifica attività di pittore storico, secondo una tradizione
già avviata in ambito veneto dal Molinari da cui riprese il
gusto per le architetture di sfondo dalle profonde arcate e
la posa dei personaggi secondari dipinti a coppie. Ne sono
prova le perdute tele già nella gg di Dresda con La morte
di Agrippina e Il cadavere di Seneca mostrato a Nerone riferite
al 1715. Se la partecipazione del P alla decorazione
pittorica della veneziana chiesa dell’Ospedaletto è ancora
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