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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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fiamminga si affida ai dati cromatici e luministici. Nel celeberrimo<br />

R<strong>it</strong>ratto dei coniugi Arnolfini (1434: Londra,<br />

ng), van Eyck esplora lo spazio con diverse fonti di luce e<br />

con l’aiuto grandangolare di specchi convessi (la c<strong>it</strong>azione è<br />

nel quadro stesso). Studi simili devono aver portato alle<br />

particolari p curve di Jean Fouquet, per esempio nella<br />

scena dell’Annuncio alla Vergine (Libro d’ore di Etienne<br />

Chevalier, 1450 ca.: Chantilly, Museo Condé). Lo spazio<br />

minuziosamente descr<strong>it</strong>to dei primi piani acquista poi<br />

profond<strong>it</strong>à impressionanti tram<strong>it</strong>e una «degradazione»<br />

(Piero della Francesca) che oltre le distanze coinvolge il<br />

colore e la n<strong>it</strong>idezza delle immagini. Il paesaggio atmosferico<br />

della Madonna del cancelliere Rolin (1435 ca.: Parigi,<br />

Louvre) sempre di van Eyck dimostra il completo dominio<br />

di questi effetti, largamente corteggiati dagli artisti<br />

<strong>it</strong>aliani. Spetta a Leonardo un’ampia riflessione teorica<br />

sull’astrazione albertiana, soprattutto sulle condizioni assolutamente<br />

non naturali di una visione monoculare e<br />

fissa. La p, «briglia e timone della p<strong>it</strong>tura», è tripart<strong>it</strong>a in<br />

«limale», «di colore» e «di spedizione» a seconda delle<br />

diminuzioni (di «quant<strong>it</strong>à de’ corpi», «colori» e «notizia<br />

delle figure e de’ termini») che la vista riscontra con la distanza<br />

(Trattato della P<strong>it</strong>tura). Leonardo si avvicina ai fattori<br />

sensibili della percezione sottolineando gli effetti che<br />

completerebbero la visione prospettica. Nella considerazione<br />

del mezzo atmosferico, lo sfumato si presta a rendere<br />

l’indeterminatezza dei contorni causata dalla distanza.<br />

In questo aspetto è chiara l’influenza eserc<strong>it</strong>ata da Leonardo<br />

sulla p<strong>it</strong>tura veneta del Cinquecento. Altri ragionamenti<br />

incentrati sulle deformazioni laterali cui va incontro<br />

la nostra visione conducono all’ideale proiezione su<br />

una sfera («sempre equidistante a l’occhio a uno modo»),<br />

peraltro rispondente alla forma sferica dell’occhio.<br />

Cinquecento e Seicento. L’uso specialistico della p<br />

L’oculo a trompe-l’oeil dipinto da Mantegna nella Camera<br />

degli Sposi a Mantova (1465-74: Castel San Giorgio)<br />

inaugura per la p una lunga stagione fondata sul<br />

suo potenziale illusionistico.<br />

Accanto a una «via maestra» di sviluppo operativo, si<br />

pone la crescente diffusione delle regole che passa per le<br />

prime edizioni a stampa dei trattati. Un circu<strong>it</strong>o europeo<br />

della p è assicurato dagli scr<strong>it</strong>ti di Viator e Dürer, mediatori<br />

dei precetti quattrocenteschi <strong>it</strong>aliani. Il De artificiali<br />

perspectiva del Viator (Toul 1505) espone in massima<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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