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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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Esegu<strong>it</strong>i fino al Cinquecento inoltrato i p <strong>it</strong>aliani furono<br />

caratterizzati da una notevole varietà di forme e di dimensioni<br />

e da incorniciature lignee tipologicamente diversificate.<br />

Oltre alla sequenza iconografica, i contratti di allogazione<br />

fissano generalmente, anche tram<strong>it</strong>e disegni<br />

(progetti di Girolamo da Santa Croce: Amsterdam, Rijksmuseum;<br />

di V<strong>it</strong>tore Carpaccio: Copenhagen, mba), la<br />

forma complessiva dell’opera. Essa, al pari del soggetto<br />

dell’opera, dipendeva dalla volontà e dalle possibil<strong>it</strong>à finanziarie<br />

del comm<strong>it</strong>tente ma era altresí vincolata alla<br />

collocazione cui il p era destinato. Sebbene il progetto<br />

delle strutture lignee di supporto e incorniciamento appaia<br />

di sol<strong>it</strong>o riferibile al p<strong>it</strong>tore è altresì documentata in<br />

altri casi, accanto a quella del legnaiuolo, l’artefice materiale,<br />

e del doratore, la presenza di un dipintore con<br />

responsabil<strong>it</strong>à puramente progettuali. Un certo Niccolaio<br />

dipentore eseguí, ad esempio, un progetto per l’Incoronazione<br />

della Vergine orcagnesca in San Pier Maggiore a Firenze.<br />

A tale propos<strong>it</strong>o occorre comunque sottolineare<br />

come il legnaiuolo dovesse svolgere un ruolo piú importante<br />

di quanto generalmente presupposto dato che spesso<br />

i nomi degli ebanisti compaiono nei documenti accanto<br />

a quelli dei p<strong>it</strong>tori con remunerazioni quasi equivalenti.<br />

Generalmente il lavoro dell’ebanista era subordinato a un<br />

accordo preventivo tra comm<strong>it</strong>tente e p<strong>it</strong>tore; non mancano<br />

però anche casi di artisti illustri chiamati a intervenire<br />

su una struttura lignea preesistente (Masaccio, Pol<strong>it</strong>tico<br />

del Carmine di Pisa commissionatogli nel 1426 dal notaio<br />

pisano Giuliano degli Scarsi; Piero della Francesca,<br />

pol<strong>it</strong>tico agostiniano allogato nel 1454 dai frati di<br />

Sant’Agostino e da due laici, Angiolo di Giovanni di Simone<br />

e sua cognata Giovanna, per l’altare maggiore della<br />

loro chiesa agostiniana di Borgo San Sepolcro). Nel piú<br />

antico periodo documentato i p erano per lo piú cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i<br />

da diverse tavole collocate in senso orizzontale su di un<br />

unico registro, al centro del quale era ubicata una tavola,<br />

caratterizzata sol<strong>it</strong>amente da soggetti di adorazione quali<br />

il Cristo e la Madonna con il Bambino e angeli, di dimensioni<br />

maggiori rispetto a quelle dei pannelli laterali che<br />

generalmente presentavano figure isolate di santi, a<br />

mezzo busto (con possibil<strong>it</strong>à di definizione piú variata dei<br />

caratteri) o a figura intera, tra cui in posizione privilegiata<br />

i protettori della chiesa, della singola cappella o della<br />

confratern<strong>it</strong>a che aveva commissionato l’opera. Ab<strong>it</strong>ual-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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