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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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sua villa. Tornato in Francia, sostò a Lione (1629-30), decorando,<br />

con Horace le Blanc, il chiostro dei certosini con<br />

dieci affreschi (Storie di san Brunone); dipinse un Cenacolo<br />

per il refettorio e tre quadri per la cappella. Si stabilì poi<br />

a Parigi, collaborando con Simon Vouet alla decorazione<br />

della cappella de Chilly (1631, perduta). Ripart<strong>it</strong>o per<br />

Roma, vi restò dieci anni (1635-45). A tale soggiorno risalgono<br />

due importanti raccolte di incisioni dall’antich<strong>it</strong>à<br />

(1638 e 1645) e, tra le rare opere ad affresco sopravvissute,<br />

i soff<strong>it</strong>ti di Palazzo Peretti (oggi Almagià), dove fu affiancato<br />

da Grimaldi e da G. B. Ruggieri. Le sue<br />

composizioni (l’Aurora, Giunone ed Eolo, Nasc<strong>it</strong>a di Venere,<br />

Venere nella fucina di Vulcano) attestano, per il vigore<br />

del modellato e la franchezza del chiaroscuro, l’influsso<br />

piú di Lanfranco – con es<strong>it</strong>i sorprendentemente vicini ai<br />

modi di Charles Mellin – che di Pietro da Cortona; l’ascendente<br />

di quest’ultimo sulla sua arte è peraltro notevole,<br />

e lo orienta verso una p<strong>it</strong>tura piú sorridente e fior<strong>it</strong>a.<br />

Con G. Gimignani, Pierre Mignard, Pierre Lemaire e<br />

Charles Errard realizzò, tra il 1639 e il 1640, una «Galleria<br />

tassesca» per François Annibal d’Estrée. Il dipinto di<br />

P, Olindo e Sofronia, è oggi nel Museo di Reims. Tornato<br />

a Parigi nel 1645, diede la sua opera di maggior impegno<br />

con la volta della galleria dell’hôtel La Vrillière, attuale<br />

Banca di Francia (Apollo e i Quattro Elementi, le Quattro<br />

parti del Mondo, Diana e le ninfe). Il soff<strong>it</strong>to fu purtroppo<br />

distrutto e ridipinto nel sec. xix dai fratelli Balze. Insieme<br />

a Le Sueur, Romanelli e Berhollet Flémalle, eseguí<br />

l’arredo p<strong>it</strong>torico del «gabinetto dell’Amore» dell’hôtel<br />

Lambert (Enea lotta contro le Arpie: Louvre). Fu attivo<br />

anche per le religiose della Vis<strong>it</strong>azione, per l’Ospedale<br />

degli Incurabili, per il Palazzo di Giustizia, per i castelli<br />

di Le Raincy e di Fresnes. Nel 1648 fu tra i fondatori<br />

dell’Accademia reale di p<strong>it</strong>tura. Nonostante la sua forte<br />

connotazione classicista, nell’insieme P appare artista tipicamente<br />

barocco. Egli introdusse in Francia la «grande<br />

maniera» romana, che ricercava effetti piú drammatici di<br />

quelli, sempre piú eleganti e distesi, persegu<strong>it</strong>i da Vouet,<br />

allora il piú influente tra gli artisti francesi. L’influsso di<br />

questa «grande maniera» doveva essere fondamentale su<br />

personal<strong>it</strong>à come Dorigny e soprattutto Le Brun, che giovanissimo<br />

(verso il 1632-34) fu allievo di P e ne fu<br />

profondamente segnato. La produzione da cavalletto di P<br />

è abbastanza ben documentata. Suoi dipinti sono a Parigi,<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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