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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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evidente il successo di tale motivo, un<strong>it</strong>amente a iniziali<br />

intrecciate e a imprese di Carlo Emanuele I, che si riscontra<br />

anche nelle decorazioni del castello di Fossano.<br />

Qui fu attivo il fiammingo Giovanni Carraca, p<strong>it</strong>tore di<br />

corte dal 1568, e dal 1562 è documentata la presenza al<br />

castello dello stuccatore urbinate Federico Brandani. La<br />

presenza del manierismo centro <strong>it</strong>aliano nella provincia di<br />

Cuneo si rileva ancora intorno alla personal<strong>it</strong>à di Giovanni<br />

Angelo Dolce. A partire dall’unica opera documentabile,<br />

la Circoncisione della Consolata di Saluzzo, che mostra<br />

la sua vicinanza all’ambiente vasariano di Palazzo Vecchio,<br />

è stata ricostru<strong>it</strong>a la sua attiv<strong>it</strong>à che si svolse tra Saluzzo,<br />

Carignano, Cavallermaggiore e Savigliano forse a<br />

contatto con il marchigiano Martino Bonfini presente nel<br />

cuneese a fine secolo. Diversa la s<strong>it</strong>uazione nel P orientale<br />

dove è da sottolineare, seppur come fenomeno isolato,<br />

l’importante episodio di cultura romana relativo alla fondazione<br />

del convento domenicano di Santa Croce a Bosco<br />

Marengo per volontà di Michele Ghislieri, nativo del<br />

luogo, dopo la sua elezione a papa nel 1566; a lui si deve<br />

anche l’arrivo di prestigiose opere vasariane.<br />

In costante rapporto e confronto con gli altri centri europei,<br />

anche la corte sabauda si adegua al severo e austero<br />

cerimoniale tardomanierista, notabile in particolar modo<br />

nella r<strong>it</strong>rattistica testimoniata dalla nutr<strong>it</strong>a schiera di artisti<br />

che si dedicarono a questo genere: dal ferrarese Giacomo<br />

Vighi detto l’Argenta (r<strong>it</strong>ratti di Emanuele Filiberto e<br />

di Carlo Emanuele I: Galleria Sabauda di Torino), al<br />

faentino Alessandro Ardente, a Giovanni Carrara (r<strong>it</strong>ratto<br />

di Carlo Emanuele I: al Museo di Chambéry). Ed è<br />

proprio in funzione di r<strong>it</strong>rattista, inviato nel 1605 dal<br />

duca di Mantova per r<strong>it</strong>rarre la futura consorte Margher<strong>it</strong>a<br />

di Savoia, che giunge a Torino Federico Zuccari. Se<br />

per tale incarico fu successivamente mandato da Mantova<br />

Francesco Pourbous, presente a Torino tra il 1605 e il<br />

1606 (R<strong>it</strong>ratto di Margher<strong>it</strong>a di Savoia: Roma, San Carlo al<br />

Corso), all’urbinate fu affidata la piú grande impresa<br />

decorativa attuata da Carlo Emanuele I. Si tratta della<br />

decorazione della grande Galleria che doveva unire il vecchio<br />

Palazzo del Vescovo al Castello (Palazzo Madama),<br />

andata distrutta in segu<strong>it</strong>o a un incendio nel 1659. L’impresa<br />

occupò l’artista dal 1605 al 1607 e da quanto ci è rifer<strong>it</strong>o<br />

dallo stesso Zuccari nel suo Passaggio per l’Italia riguardo<br />

al soggetto delle decorazioni, «nella volta, [...] vi<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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