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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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l’espressione p<strong>it</strong>torica di caratteri e sentimenti: la sua<br />

opera piú celebre fu infatti la raffigurazione del Demos<br />

ateniese, in cui seppe manifestare tutta la mutevolezza di<br />

esso. (mlg).<br />

Parrocel<br />

Joseph (Brignoles 1646 - Parigi 1704), dopo aver studiato<br />

col fratello Louis e poi a Parigi, intorno al 1667 partì per<br />

l’Italia. Qui subí l’influsso di Jacques Courtois, principale<br />

specialista europeo della p<strong>it</strong>tura di battaglie, e di Salvator<br />

Rosa. Tornò in Francia in possesso di una tecnica individualissima<br />

e innovativa: persino nel suo saggio di ammissione<br />

all’Accademia (Assedio di Masstricht, 1676: Draguignan,<br />

mm), la cui organizzazione ricorda van der Meulen,<br />

il ductus vorticoso e la densa materia-p<strong>it</strong>torica, il gusto dei<br />

colori intensi e brillanti si distaccano vigorosamente rispetto<br />

all’arte dei contemporanei. Tra il 1685 e il 1688<br />

realizzò per la sala da pranzo del re a Versailles una serie<br />

di undici dipinti di soggetto mil<strong>it</strong>are (nove ancora in loco;<br />

gli altri ai musei di Digione e di Tours); nel 1699 eseguì<br />

un Passaggio del Reno per il castello di Marly (Parigi, Louvre);<br />

verso il 1700 una Fiera di Bezons (Tours, mba),<br />

donde ebbe inizio la voga delle «feste galanti». Dipinse<br />

inoltre tele di soggetto religioso (Predicazione di san Giovanni<br />

Battista, 1694: Arras, Musée d’Arras; Sant’Agostino<br />

soccorre gli infermi: Nantes, mba), cacce (Aix-en-Provence,<br />

Museo Granet), scene di v<strong>it</strong>a mil<strong>it</strong>are, incisioni. Tutta la<br />

sua opera si distingue per la fattura libera e per un impeto<br />

«romantico» che può far pensare a Delacroix. (as).<br />

Charles (Parigi 1688-1752). Figlio di Joseph, entrò nella<br />

bottega di La Fosse, dedicandosi alla p<strong>it</strong>tura di cavalli<br />

(1705) e alle scene mil<strong>it</strong>ari: fu pensionnaire dell’Accademia<br />

di Francia a Roma (1712-21), dove studiò Giulio Romano<br />

e Tempesta, e divenne accademico nel 1721 (Combattimento<br />

tra fanteria e cavalleria). Ottenne allora importanti<br />

incarichi ufficiali: nel 1721 dipinse l’Ingresso e la Partenza<br />

dell’ambasciatore di Turchia (Versailles); dal 1736 al 1738<br />

operò per la Pet<strong>it</strong>e Galerie di Versailles: Caccia all’elefante<br />

e Caccia al toro (Museo di Amiens, con i relativi bozzetti);<br />

nel 1744-45 seguì le campagne degli eserc<strong>it</strong>i reali,<br />

riportandone la composizione della battaglia di Fontenoy<br />

per Choisy e il disegno di dieci soggetti della campagna di<br />

Fiandra, destinati all’arazzeria di Gobelins. Pur non perdendo<br />

d’occhio i fiamminghi del sec. xvii, egli è colorista<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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