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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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Iniziata a decadere in Italia all’inizio del sec. xvi, tranne<br />

che in alcune botteghe come quella del Verrocchio (Borghini<br />

ne Il Riposo, pubblicato a Firenze nel 1584, vi dedica<br />

comunque particolare attenzione e cosí piú tardi<br />

Baldinucci nel Vocabolario Toscano dell’Arte del Disegno,<br />

Firenze 1681), adottata ancora nella cerchia di Albrecht<br />

Dürer e nei Paesi Bassi (Goltzsius), la tecnica della pm<br />

su supporto cartaceo o pergamenaceo preparato fu sporadicamente<br />

ripresa nel Seicento da alcuni artisti tra i<br />

quali Rembrandt (R<strong>it</strong>ratto di Saskia, 1633, p d’argento<br />

su pergamena preparata: Berlino, sm, kk). Dopo che nel<br />

Settecento Luigi Lanzi vi aveva brevemente accennato,<br />

peraltro con alcune inesattezze (Real Galleria di Firenze,<br />

Firenze 1782), a lato di qualche isolata riesumazione<br />

ottocentesca (soprattutto in Inghilterra dove l’uso della<br />

p d’argento e d’oro fu ripreso da artisti quali Muirhead<br />

Bone, Frederick Leighton, Alphonse Legros, William<br />

Strang) la tecnica della pm è stata piú volte riproposta<br />

nel corso del Novecento da artisti di varia nazional<strong>it</strong>à.<br />

Otto Dix iniziò a disegnare con pm nel 1925, Pavel<br />

Tchel<strong>it</strong>chew eseguí molti disegni a pm tra il 1936 e il<br />

1938, Bernard Perlin e Paul Cadmus negli anni Quaranta.<br />

(pgt).<br />

punzone<br />

Asticella recante a un’estrem<strong>it</strong>à una punta o un motivo a<br />

rilievo che viene impresso su una superficie (dal latino<br />

punctio-onis). Usato in p<strong>it</strong>tura per decorare aureole, particolari<br />

dorati (corone, bordi di ab<strong>it</strong>i ecc.) e talvolta per<br />

l’intero fondo oro. L’uso del p ebbe la sua massima diffusione<br />

nel Medioevo. Non siamo a conoscenza di p medievali<br />

giunti fino a noi né le scarse notizie forn<strong>it</strong>e dalle<br />

fonti ci ragguagliano sui materiali con cui erano realizzati.<br />

Decorazioni a linea continua su fondo oro erano incise<br />

con stile di ottone o argento (Cennino Cennini, Il Libro<br />

dell’Arte, 1437, cap. CXL); è quindi presumibile che i p<br />

fossero metallici, di ottone, bronzo, acciaio (Thompson)<br />

talvolta forse di argento (Frinta). Il motivo poteva essere<br />

inciso (Thompson) o probabilmente ottenuto per fusione<br />

da una matrice a intaglio (Frinta) e rifin<strong>it</strong>o con la lima.<br />

Va notato che per copie moderne di dipinti medievali<br />

sono stati usati p in avorio. I disegni sono svariati, in genere<br />

combinati fra loro: da semplici punti, cerchietti, stelline<br />

fino a complessi motivi di foglie, fiori, archetti gotici.<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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