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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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mo soprattutto le p<strong>it</strong>ture delle catacombe (Callisto, Dom<strong>it</strong>illa,<br />

Priscilla, Santi Marcellino e Pietro). La decorazione<br />

non è qui molto diversa da quella dell’arte popolare contemporanea:<br />

gli artisti si sono accontentati di inserire<br />

qualche figura piú specificatamente cristiana in una decorazione<br />

analoga a quella degli ipogei pagani, o che rammenta<br />

persino le dimore private come quelle di Ostia nel<br />

sec. iii: sul fondo bianco delle volte si organizza una geometria<br />

di tratti rossi o verdi che disegna un reticolo al<br />

centro del quale si trovano animali (uccelli presso il càntaro;<br />

pavoni) oppure piccole figure senza volume, che<br />

rappresentano il Buon Pastore, l’orante, o ancora simboli<br />

come i pesci o il cesto dei pani. L’ipogeo di Lucina (presso<br />

la via Appia, San Callisto) o il cubicolo di Ampliatus<br />

(catacomba di Santa Dom<strong>it</strong>illa) offrono nel sec. iii gli<br />

esempi migliori di quest’arte. Tuttavia, in un ipogeo successivamente<br />

aggregato alla catacomba di Santa Priscilla,<br />

la Capella graeca, il repertorio iconografico è piú ricco:<br />

Mosè che fa scaturire la sorgente dalla roccia, l’Epifania, i<br />

Tre fanciulli nella fornace. Nel cim<strong>it</strong>ero di San Callisto<br />

(«cappella dei sacramenti»), la Resurrezione di Lazzaro, il<br />

Sacrificio di Isacco, la Scena dei banchetti presentano composizioni<br />

schematiche, ma color<strong>it</strong>e, nelle quali i profili dei<br />

personaggi sono contornati a tinte vivaci.<br />

Un’evoluzione si verifica durante l’epoca di Gallieno<br />

(253-68), con il quale, per un certo tempo, rinascono tradizioni<br />

ellenistiche. Il cubiculum della Velatio a Santa Priscilla<br />

dà testimonianza di un artista che padroneggia<br />

piuttosto bene le tradizioni del realismo formale caro<br />

all’espressione p<strong>it</strong>torica classica, ma che nel contempo<br />

esprime la nuova spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à. La fine del secolo è caratterizzata<br />

dal r<strong>it</strong>orno a una incisiva espressiv<strong>it</strong>à, al servizio<br />

di un piú ricco repertorio, per esempio l’immagine di Cristo<br />

che insegna nel sinedrio. I volti sono tracciati a grandi<br />

pennellate in stridente contrasto cromatico (catacombe di<br />

Pretexdat, catacomba di via Anapo). La testimonianza<br />

dell’arte plastica, che conosciamo meglio grazie ai sarcofagi,<br />

dimostra il gusto per uno stile «negativo», che accentua<br />

i contrasti e bulina i tratti. Nella stessa direzione<br />

dell’arte cristiana operano nel sec. iii anche artisti pagani<br />

(ipogeo di via Manzoni).<br />

L’iconografia del IV secolo A partire dal sec. iv temi<br />

nuovi vengono ad arricchire il repertorio degli artisti cristiani,<br />

il cui lavoro si svolge ora in un nuovo clima: il mo-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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