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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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confratern<strong>it</strong>a di Le-Puy-Notre-Dame (i cui legati mantennero<br />

in v<strong>it</strong>a la produzione locale) dipende ancora dai<br />

modelli divulgati dai miniatori parigini, piú che dal nuovo<br />

influsso fiammingo. Ma la P, occupata dagli inglesi, poi<br />

assegnata alla Borgogna nel 1435, scivolò sempre piú nell’orb<strong>it</strong>a<br />

fiamminga. A metà del secolo, si avverte l’influsso<br />

di van der Weyden: i p<strong>it</strong>tori locali diedero v<strong>it</strong>a a un<br />

linguaggio con caratteri propri riconoscibili nelle arch<strong>it</strong>etture<br />

stilizzate, nei colori chiari sotto una luce fredda,<br />

nelle forme piatte e angolose e nel disegno teso e secco,<br />

mal comprendendo l’illusionismo fiammingo. Le stesse caratteristiche<br />

si r<strong>it</strong>rovano intorno al 1480 nell’Altare della<br />

Certosa di Thuizon, presso Abbeville (Chicago, Art Inst<strong>it</strong>ute;<br />

San Pietroburgo, Erm<strong>it</strong>age), influenzato da Dirk<br />

Bouts, e nel Cristo benedicente (Amiens, Musée de Picardie),<br />

con i r<strong>it</strong>ratti di donatori improntati da un’attenta osservazione.<br />

Il linguaggio, ancora gotico, è il residuo della<br />

cultura locale di tradizione francese che si va aprendo al<br />

gusto fiammingo. Alla fine del secolo sono ancora presenti<br />

cadenze locali nel Martirio dei sette fratelli Maccabei (ivi), o<br />

nei dipinti murali della tomba di Ferry de Beauvoir (Cattedrale<br />

di Amiens), la traccia cedette bruscamente il passo<br />

al manierismo nordico importato nei Puys d’Amiens da<br />

un artista proveniente da Anversa o da Leida. (nr).<br />

Picchi, Giorgio<br />

(Casteldurante, oggi Urbania, 1550 ca. - ?). Di questo artista,<br />

appartenente a una famiglia di decoratori di maioliche,<br />

si conoscono solo dipinti. Pare che la sua formazione<br />

sia avvenuta anche a Roma, ma il piú importante e vicino<br />

punto di riferimento è certo l’opera di Federico Barocci a<br />

Urbino. L’impostazione rigidamente disegnativa degli<br />

esordi (l’Immacolata 1582: Urbania, San Francesco) dà<br />

luogo a una fase di fantasiose bizzarrie nel decennio successivo<br />

(Storie di san Marino, 1595: Rimini, chiesa dei<br />

Santi Marino e Bartolomeo). Ultima opera documentata è<br />

la Madonna del Rosario del 1602 (ancora in San Francesco<br />

a Urbania). (acf).<br />

Piccinni, Antonio<br />

(Trani 1846 - Roma 1920). Di origini molto modeste,<br />

formatosi inizialmente nello studio del p<strong>it</strong>tore scenografo<br />

Biagio Molinaro, solo grazie al Pensionato della Provin-<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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