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san carlo parte iniziale volume 5 valletrompia.qxd - Brixia Sacra

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BRIXIA SACRA<br />

arde <strong>parte</strong> per conto del rettore e <strong>parte</strong> del popolo e, benché per sentenza del<br />

vescovo Bollani a ciò sia tenuto solo il curato, il popolo, nella visita, ha consegnato<br />

a questi lire 55, affinché comperi un fondo, il cui reddito sia impiegato<br />

per l’olio della lampada. A Vestone, il Santissimo, dalla vecchia chiesa<br />

parrocchiale di S. Lorenzo, è trasferito nella chiesa di S. Maria ad Elisabetta,<br />

più comoda per il popolo. A Salò, il Santissimo «asservatur honorifice» con<br />

due lampade che ardono in continuazione, a spese della scuola e del rettore.<br />

Il Santissimo è conservato talvolta anche in chiese esterne: a Salò nelle chiese<br />

di S. Bernardino dei frati dell’Osservanza, di S. Maria dei frati Carmelitani,<br />

del monastero femminile di S. Benedetto, di S. Antonio di Campoverde;<br />

nella chiesa di S. Marco di Livemmo, parrocchia di Barbaine; nelle chiese di<br />

S. Pietro di Anfo, S. Silvestro di Famea, S. Antonio di Casto, S. Lorenzo di<br />

Alone, S. Lorenzo di Presegno, tutte della parrocchia di Savallo.<br />

I verbali danno riscontro dello stato delle chiese quando si segnalano<br />

elementi per eccesso o per difetto: la chiesa è «pulchra» a Limone, Gargnano,<br />

Maderno, Liano; «ampla» a Vobarno, Savallo, Sabbio; «ruinosa», tra le<br />

chiese parrocchiali, a Toscolano e a Bione. Gli interventi decretati sulle<br />

chiese sono innumerevoli: dalla tinteggiatura, alla costruzione o distruzione<br />

di altari, all’apertura o chiusura di porte e finestre, alla pavimentazione,<br />

all’impianto di cancelli davanti agli altari; sono esposte dettagliatamente<br />

anche le misure dei manufatti, secondo le Instructiones fabricae di s. Carlo.<br />

I decreti stabiliscono importanti cambiamenti in parecchie chiese, tanto da<br />

mutarne radicalmente la fisionomia.<br />

A Tremosine si ordina di costruire la cappella e l’altare di S. Rocco e l’altare<br />

della Beata Vergine. A Gargnano si dovrà dipingere l’icona dietro l’altar<br />

maggiore, entro un anno. Dovranno anche essere costruiti gradini alla<br />

cappella maggiore, sui quali stabilire la balaustra marmorea, e all’altare di S.<br />

Lorenzo. Ancora a Gargnano si dovranno togliere gli altari di S. Vincenzo<br />

e di S. Antonio entro tre giorni: se si costruiranno altri altari, la rispettiva<br />

cappella dovrà essere costruita per tutta la larghezza tra le colonne e, sul<br />

gradino anteriore, si porrà il cancello di ferro, che non sporga, ma sia adeguato<br />

alla linea retta della parete della chiesa. L’altare di S. Giovanni Battista<br />

sia arretrato e chiuso. Disposizioni simili, sui cui qui ci si è soffermati<br />

per esemplificazione, si susseguono in molte chiese.<br />

A Toscolano, stante l’assegnazione di redditi al beneficio fatta dal<br />

vescovo Domenico Bollani, il popolo si è obbligato a costruire la chiesa di<br />

XXXVI

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