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san carlo parte iniziale volume 5 valletrompia.qxd - Brixia Sacra

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INTRODUZIONE<br />

A Salò sorse una confraternita al nome di s. Carlo (1616) 56 , che nel 1617<br />

iniziò l’ornamento della cappella della Trinità dedicata anche al Santo. Il<br />

consiglio comunale, tramite l’interposizione del predicatore padre Teodoro<br />

Foresti, ottenne dal cardinale Federico Borromeo due reliquie del Santo<br />

(il manipolo e una spugna inzuppata nel suo <strong>san</strong>gue), consegnate alla deputazione<br />

comunale nel duomo di Milano, l’1 aprile 1619. Le reliquie furono<br />

accolte nella parrocchiale di Salò l’1 maggio, con grande solennità, tra una<br />

folla esultante 57 .<br />

Il 9 giugno 1619 gli abitanti della contrada di S. Giovanni rivolsero<br />

richiesta al comune di erigere una statua a s. Carlo, di legno coperto di<br />

rame e di bronzo, da porre sopra una colonna nella loro contrada. Nella<br />

richiesta vengono ricordate le reliquie da poco donate alla città e si prende<br />

occasione da questo fatto per volere onorare con l’innalzamento di una statua<br />

«un <strong>san</strong>to nostro protettore particolare, al quale tutti siamo debitori di<br />

maggior cosa, anzi di spendere il <strong>san</strong>gue per il <strong>san</strong>gue suo a noi donato» 58 .<br />

La consegna delle reliquie di s. Carlo fu motivo in più per i Salodiani di<br />

riprendere il progetto di elevare la cittadina a sede episcopale. Ciò suscitò<br />

la vivace reazione dei comuni della Magnifica Patria, che ricorsero a Venezia<br />

con un’ambasceria di 12 deputati per opporsi alle «novità» salodiane. Il<br />

consiglio della Magnifica Patria del 15 gennaio 1620 afferma: «Intendendosi<br />

da buona <strong>parte</strong>, che lo spettabile Commun di Salò uno delli spettabili<br />

Communi di questa Riviera tenta, et procura ad ogni suo potere di voler<br />

56<br />

AARS, n. 31, c. 77v; M. IBSEN, Il Duomo di Salò, Gussago 1999, p. 103. Volle onorare s.<br />

Carlo anche il salodiano G. Battista Tonnolini, maestro di musica e organista nel duomo di<br />

Salò, poi a S. Maria di Bergamo e nel duomo di Brescia. Nel 1616 egli pubblicò una raccolta<br />

vesperale di 16 salmi musicati dal titolo: Salmi a otto voci di Gio. Battista Tonnolini Organista<br />

nella Chiesa Maggiore di Salò. Con una lode al glorioso S. Carlo et col partito delli doi bassi nuovamente<br />

composti et dati in luce. Al Molto Illustre e Molto Reverendo Signor Giacomo Roveglio,<br />

Venezia 1616. La raccolta si chiude con una cantata in latino in onore di s. Carlo Borromeo,<br />

così dedicata: “In festo S. Caroli. Al molto illustre et generoso comune di Salò devotissimo di<br />

S. Carlo suo particolare protettore”. La cantata, di 13 versi, inizia con queste parole: “Gloria,<br />

laus et honor canitur tibi, Carole Sancte”. (P. GUERRINI, Una cantata in onore di S. Carlo Borromeo<br />

per il Duomo di Salò, in Pagine sparse, XIV, Brescia 1986, pp. 667-671).<br />

57<br />

PERANCINI, Memorie storiche, pp. 20-24; BETTONI, S. Carlo, pp. 186-207. Il manipolo<br />

era racchiuso in una apposita custodia, conservata all’altare di S. Carlo, tenuto dalla annessa<br />

scuola.<br />

58<br />

AARS, n. 31, c. 192.<br />

LXXXV

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