san carlo parte iniziale volume 5 valletrompia.qxd - Brixia Sacra

INTRODUZIONE
za varie persone. Sul viaggio in questi luoghi racconta il Giussano: «Intendendo
che vi era una parochia in quella diocesi poverissima, posta tra alti
monti fin dentro nella diocesi di Trento, dove le strade erano difficilissime;
volle in ogni modo andarvi, per non lasciar quell’anime come derelitte; sperando
di trovar’occasione di far qualche guadagno spirituale ancora in quelle
parti di Trento; perciò non stimò di far un viaggio lungo, e faticosissimo,
per questo rispetto. Mentre passava il santo cardinale per quei selvaggi paesi,
correvano da ogni parte a vederlo quei montanari, come un miracolo a
loro apparso, non tanto per la fama della sua santità, quanto ancora perché
mai fu visto cardinale, né prelato di santa Chiesa per quei solitarij, e deserti
Monti». La cronaca prosegue descrivendo il tragitto di ritorno, sul lago, a
Toscolano: «Nel ritornare fece la strada del lago, e fu incontrato da alcune di
quelle terre principali di quella riviera, con grandi apparati di barche armate
carche di gente, varie distrationi di straordinaria allegrezza» 34 .
Il giorno 13 agosto, il Borromeo, da Toscolano, si spostò a Maderno,
dove effettuò la ricognizione delle reliquie di s. Ercolano, alla sera, davanti
alle quali rimase in preghiera durante la notte. Il 14 agosto, al mattino, presiedette
la processione con le reliquie 35 . Antonio Seneca, uno dei visitatori
subdelegati di s. Carlo, afferma che durante questa celebrazione, il cardinale
aveva le vesti pontificali madide di sudore 36 . Su questo avvenimento racconta
ancora il Giussano:
«Si preparò per far la traslatione del corpo di santo Herculano vescovo di Brescia,
che riposa nella chiesa parochiale di Maderno, villa poco discosta. E volendola
34
GIUSSANO, Vita di S. Carlo, p. 401. Il calendario degli spostamenti di S. Carlo sul lago
è descritto da A. Scarpetta in MOLINARI, SCARPETTA, VEZZOLI, S. Carlo a Brescia, p. 117.
Qui si afferma che che il Borromeo, da Gargnano raggiunse via lago il porto di Tremosine e
salì poi al paese, seguendo un difficile sentiero che si inerpica tra i monti fino all’abitato:
questa era la via di comunicazione solitamente battuta dalla gente del luogo. L. Conforti
rivela, senza indicare la fonte, che il Borromeo, a Gargnano, non visitò solo la pieve, ma salì
fino alla frazione Costa, distante 4 ore di cammino, sui monti retrostanti. Se così fosse, s.
Carlo ridiscese a Gargnano per prendere poi il lago, oppure seguì in qualche modo sentieri
montani per raggiungere Tremosine? In questo caso sarebbe dovuto passare attraverso il
territorio di Tignale (CONFORTI, La parrocchia di Gargnano, p. 32).
35
B. VITALI, Ragguaglio della vita morte e miracoli di S. Erculiano confessore vescovo di
Brescia protettore della Riviera benacense, Brescia 1861, pp. 25-27, 39-41.
36
G. P. GIUSSANO, B. ROSSI, B. OLTROCCHI, De vita et rebus gestis Sancti Caroli Borromei,
Milano 1751, col. 530.
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