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san carlo parte iniziale volume 5 valletrompia.qxd - Brixia Sacra

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INTRODUZIONE<br />

scritturale dei casi di coscienza, se non ogni giorno, almeno tre volte alla<br />

settimana, da tenersi dal sacerdote Comino Acursio, come questo ha promesso<br />

al visitatore. Si tengano le congregazioni dei casi di coscienza più<br />

frequentemente, per cui oltre ai capitoli spirituali da celebrare una volta alla<br />

settimana dal capitolo, i sacerdoti intervengano alle lezioni sacre almeno<br />

due volte alla settimana. I sacerdoti, che, a giudizio del vicario foraneo<br />

sono ritenuti idonei, trattino e spieghino davanti all’arciprete e al prefetto<br />

degli studi le questioni dei casi di coscienza.<br />

A Salò alcuni sacerdoti sono dediti a servizi particolari. Comino Acursio,<br />

di 53 anni, cappellano della cappellania Buzoni, erudito nelle umane lettere,<br />

è maestro di scuola. Stefano Bertazolo, di 75 anni, è confessore delle monache<br />

di S. Benedetto, delle vergini di S. Orsola e delle vedove di S. Anna; abita<br />

nella casa paterna; è «scientia habilis» e istruito nelle sacre lettere e nella<br />

teologia; ha l’ufficio di predicatore e esorcista, in cui è perito, con licenza<br />

del vescovo; è pio e di vita proba. Il prete Anselmo, 57 anni, predicatore,<br />

istruito nella scienza teologica, tiene sermoni al popolo; uomo pio e di buona<br />

vita, abita nella casa paterna. Girolamo Pedracio, dottore in utroque, di<br />

anni 60, nobile, adatto al governo, dedito alla conversazione con i laici, è<br />

tuttavia di buona vita; abita nella casa paterna. Francesco Bonisolo, di 44<br />

anni, è cappellano delle monache di S. Benedetto, senza licenza, ed abita nella<br />

casa annessa al monastero; un decreto gli ingiunge di ottenere licenza dall’ordinario<br />

per celebrare la messa alle monache e di non abitare più nella casa<br />

contigua al monastero. Del sacerdote Antonio Travallo si afferma; «bene<br />

cantat»; si trattava di un compito di rilievo nella recita e nel canto delle ore<br />

canoniche, come si richiedeva nella residenza dei cappellani a Salò.<br />

Gli atti della visita riportano anche i nomi dei chierici della zona, in numero<br />

di 9, a Gargnano, Bogliaco, Toscolano, Eno, e 5 a Salò. Di tutti si dice che<br />

sono «bonae spei». Vi è una scuola dei chierici a Salò, chiamata «Residenza<br />

dei chierici», costituita nel 1579 da Ales<strong>san</strong>dro Rocio, giureconsulto e dotata<br />

di un reddito di lire 50 planete annue, da distribuire da <strong>parte</strong> dell’arciprete,<br />

con l’onere, per i chierici, del servizio (secondo l’ordine stabilito dall’arciprete)<br />

agli uffici divini, alle messe, ai sacramenti e specialmente quando si<br />

amministra la comunione nella scuola della dottrina cristiana. Nei giorni di<br />

sabato e nelle feste della Vergine i chierici cantano la Salve Regina e i vespri<br />

all’altare del Rosario, insieme ai sacerdoti a ciò deputati dall’arciprete. La<br />

fondazione prevede che, qualora non si possa costituire tale scuola, i redditi<br />

LIX

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