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san carlo parte iniziale volume 5 valletrompia.qxd - Brixia Sacra

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INTRODUZIONE<br />

ti della chiesa di S. Maria (viene chiamata dell’Assunzione), arcipresbiterale,<br />

provati dal fatto che, un tempo, questa era stata collegiata, dal momento che<br />

in essa vi erano i canonicati e si era soliti esercitare i doveri collegiali e che la<br />

casa attigua alla chiesa era stata canonicale, come indicava il nome con cui<br />

ora era chiamata, «canonica». Dopo questa presentazione dei Salodiani era<br />

possibile deliberare sulla restituzione di tale prerogativa alla chiesa, mediante<br />

l’autorità ordinaria, oppure tramite la Sede apostolica.<br />

Il console e gli eletti al culto riferirono nel consiglio comunale del 28<br />

luglio 1580 l’esito di un incontro avuto con il Borromeo. Questi aveva esposto<br />

loro l’opportunità che in parrocchia vi fosse un canonico teologo, precisamente<br />

nella persona del cappellano della cappella di S. Antonio, di giuspatronato<br />

del comune: «un theologo idoneo, et sufficente, di buona voce, condition,<br />

et fama», tenuto a celebrar le messe e i divini uffici e a confessare nella<br />

pieve secondo gli obblighi consueti, con «carico et obbligo di leggere doi<br />

giorni almeno di la settimana alli reverendi preti di essa chiesa lettioni a loro<br />

convenienti; et di più ch’ogni domenica legga una lettion pubblica al popolo».<br />

Il consiglio considerò la proposta utile «a honor del culto di Dio, et salute<br />

delle anime di questo popolo, anchor che para difficile haver simil sorte di<br />

persone con sì poco emolumento» e volle soddisfare «alla pia mente» del visitatore<br />

apostolico, a condizione però che il teologo aspirante si presentasse<br />

entro un mese dalla vacanza del beneficio, dopo «le stride iusta l’ordinario»:<br />

in caso contrario il comune procedeva alla elezione come d’ordinario 28 .<br />

Nella stessa seduta il consiglio valutò la proposta del cardinale, «che<br />

sarebbe bene per honor di Dio, et anco di questa terra collegiar la nostra<br />

pieve» e votò una deliberazione, che dava mandato agli eletti al culto di<br />

trattare l’affare direttamente col Borromeo: ciò in presenza anche di un’oblazione<br />

cospicua erogata da Ludovico Ambrosini, disposto a contribuire<br />

alle spese per due terzi, al fine specifico di ottenere la collegiazione, restando<br />

a carico del comune la restante <strong>parte</strong> 29 .<br />

28<br />

AARS, n. 26, cc. 77-77v.<br />

29<br />

AARS, n. 26, cc. 77v-78. I Salodiani ricordavano l’antica collegiazione della loro chiesa,<br />

che non doveva essere una semplice supposizione, se è vero quanto afferma una nota di<br />

un registro degli ordinamenti del comune di Salò (1500-1516): «Nota come del mille quattrocento<br />

et cinque vel circa sotto la <strong>san</strong>tità de papa Martino fu collegiata la nostra giesa parrocchiale<br />

di Salò, come si potrà facilmente trovar a Roma sotto il millesimo et pontificato<br />

predicto». Quanto al nome del papa il riferimento è certamente a Martino V, ma questi fu<br />

LXXVII

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