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san carlo parte iniziale volume 5 valletrompia.qxd - Brixia Sacra

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INTRODUZIONE<br />

sospensione a divinis, all’infuori che per la difesa dei beni e dei diritti della<br />

chiesa, a giudizio del vescovo.<br />

Pende un processo anche sul parroco di Fa<strong>san</strong>o, Battista Colino, o Calino,<br />

di 39 anni, per negligenza nelle confessioni, nella visita agli infermi, nella<br />

celebrazione delle messe e negli altri doveri della cura d’anime. Si decreta che<br />

non pernotti fuori parrocchia, sotto pena di due ducati per ogni volta, da versare<br />

nelle mani del massaro del SS. <strong>Sacra</strong>mento per la fabbrica della chiesa, a<br />

meno che qualche altra necessità approvata dal vicario costringa a fare altrimenti,<br />

a vantaggio dei redditi della chiesa parrocchiale, che sono tenui.<br />

Il parroco di Tremosine Giorgio Tomasini, di 60 anni, è inabile del tutto<br />

nell’ufficio di parroco, legge a stento, è «sordidus» circa la tenuta delle suppellettili,<br />

negligente nella cura delle anime e dei beni ecclesiastici e nel sostenere<br />

il sacerdote coadiutore, che è consuetudine tenere in questa chiesa. È<br />

sottoposto a processo e gli viene ingiunto di contribuire la quarta <strong>parte</strong> del<br />

beneficio alla fabbrica e ai paramenti della sagrestia; il popolo, l’arciprete e i<br />

deputati rendano conto all’arciprete di Gargnano delle spese per la fabbrica<br />

della chiesa, per la sagrestia e per i paramenti fatte dal giorno del decreto del<br />

Bollani fino ad oggi e l’arciprete e il popolo contribuiscano come fu stabilito<br />

davanti allo stesso Bollani. Con i frutti del beneficio si dovrà mantenere<br />

in perpetuo il sacerdote, come fu sempre consuetudine, che coadiuvi l’arciprete<br />

nell’amministrazione dei sacramenti. Poiché l’arciprete è negligente<br />

nei sacramenti e nel condurre il coadiutore, si sequestri e si rilasci ai deputati<br />

della chiesa la metà dei frutti del beneficio, da spendere in esecuzione delle<br />

ordinazioni della visita. A causa della sua imperizia e inabilità, l’arciprete<br />

Tomasini è sospeso a divinis; inoltre è tenuto ad avere, oltre al coadiutore<br />

solito, un altro sacerdote per i sacramenti e la confessione 18 .<br />

18<br />

Il consiglio comunale di Tremosine manifestò deferenza nei confronti della visita<br />

riportando integralmente, nel libro degli ordinamenti, i decreti di s. Carlo, ma non gradì la<br />

sospensione a divinis dell’arciprete e nel consiglio del 18 settembre 1580 deliberò di perorare<br />

la sua causa presso le autorità ecclesiastiche, definendo il sacerdote integerrimo, probo,<br />

di buona vita e fama, morigerato, pacifico, umano, per nulla scandaloso, tenuto in grande<br />

considerazione dal popolo (“cum magna istius populi expectatione, satisfactione et conservatione”),<br />

sia nella celebrazione dei divini uffici che nella cura d’anime. L’arciprete Tomasini<br />

non venne trasferito altrove, nonostante gli ordini del Borromeo (così testimonia una<br />

<strong>parte</strong> presa del consiglio comunale del 22 gennaio 1582), ma nel 1583 rinunciò a favore del<br />

nipote Domenico Tomasini; poiché la curia aveva sollevato qualche difficoltà in merito, il<br />

LIII

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