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san carlo parte iniziale volume 5 valletrompia.qxd - Brixia Sacra

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BRIXIA SACRA<br />

chiuso l’affare; perciò il tentativo del comune per ottenere l’episcopato e la<br />

collegiazione, al momento, terminava qui.<br />

La Riviera favorì il culto del Borromeo, quando questi fu elevato agli<br />

onori degli altari da Paolo V, l’1 novembre 1610. Il consiglio della Magnifica<br />

Patria (16 novembre 1611), a pieni voti dei 35 consiglieri dei rispettivi<br />

comuni, deliberò di eleggere s. Carlo protettore della Riviera e di celebrare<br />

solennemente, in perpetuo, la sua festa, il 4 novembre 55 . Il consiglio deliberò<br />

anche l’elemosina di 40 scudi da assegnare al perfezionamento dell’altare<br />

di S. Carlo, per quattro anni seguenti, nella chiesa di S. Giustina.<br />

54<br />

Comune di Salò. Archivio, p. 132, n.190.2. L’incarico all’Ambrosini fu una vexata quaestio<br />

per il comune. Quando il consiglio lo richiamò lo liquidò con 50 scudi, da lui ritenuti<br />

insufficienti, per cui ricorse al podestà, citando il comune, chiedendo 240 scudi; la sentenza<br />

favorevole del podestà (12 dicembre 1605) venne appellata dal comune presso i rettori di<br />

Brescia, che la annullarono (30 settembre 1606); l’Ambrosini ricorse allora a Venezia, presso<br />

il collegio dei venti savi. Il comune dovette nominare i suoi rappresentanti, Vito Pellegrini<br />

e Dioneo Socio, accanto ai quali troviamo, a Venezia, anche Livio Roveglio, fratello di<br />

Giacomo, vescovo di Feltre. La causa si protrasse per alcuni anni, con lettere, produzione di<br />

atti, deliberazioni del comune, citazioni, ricorsi da ambo le parti. Passò ai sindaci di San<br />

Marco e Rialto e dall’Ambrosini fu inoltrata sino al doge; finalmente giunse a conclusione<br />

con un compromesso di pagamento da <strong>parte</strong> del comune di 100 scudi all’Ambrosini (27 febbraio<br />

1611) (gli atti della causa sono in AARS, nn. 190.1-190.8).<br />

55<br />

La deliberazione del consiglio viene così registrata: «La Santità di nostro signore papa<br />

Paolo V, certificattosi delli molti miracoli fatti in vitta, e doppo morte del beatissimo Carlo<br />

Borromeo cardinale di Santa Prasede solennemente, l’ha canonizato, et posto nel cattalogo de<br />

<strong>san</strong>ti a grande consolatione, et stabelimento de fedeli christiani concedendo grande indulgenze<br />

a chi visitava il suo Altare, et portava medaglie del suo <strong>san</strong>to nome et per esso stato il detto<br />

<strong>san</strong>to arcivescovo della nostra provincia, et come visitador appostolico, ci ha, a nostri tempi,<br />

con tanto zelo, et edifficatione, visitati, seminando con molta carità la parolla de Dio, et<br />

con le proprie mani somministrato il <strong>san</strong>tissimo sacramento dell’Eucarestia, lasciando di sé<br />

memorie signalattissime et di affetto singolare verso questa patria. Perciò è offitio et debito di<br />

buon christiano, et di questa Magnifica Comunità di mostrar segno di riverenza et devotione,<br />

verso questo <strong>san</strong>to, acciò per li <strong>san</strong>ti meriti suoi, questa patria et suoi cittadini siano protetti,<br />

et da mali incontri guardati. Va <strong>parte</strong> posta per li magnifici signori deputati che questo <strong>san</strong>to<br />

Carlo, insieme con li altri <strong>san</strong>ti sij elletto per prottettore di questa magnifica Comunità presso<br />

sua divina maestà ordinando sij solennemente per tutta questa Riviera solennizata in perpetuo<br />

la sua festa che si celebra alli 4 novembre astenendosi ogni uno dalle opere manuali, sotto<br />

pena de lire 10 planeti cadauno e caudauna volta da essere divise la mità alla Magnifica<br />

Comunità, et l’altra mittà all’accusatore. Et se la presente <strong>parte</strong> sarà presa, siano in obbligo li<br />

spettabili consoli che saranno per tempo far fare il proclame per i suoi communi il giorno di<br />

tutti li <strong>san</strong>ti per l’osservation della festa di <strong>san</strong>to Carlo» (AMPS, n. 76, c. 304-304v).<br />

LXXXIV

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