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san carlo parte iniziale volume 5 valletrompia.qxd - Brixia Sacra

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BRIXIA SACRA<br />

A Salò esiste una scuola della Carità, che viene eretta nella visita e unita alla<br />

confraternita di S. Cristoforo nell’oratorio omonimo, situato nel cimitero<br />

della parrocchiale, convertito ad uso delle congregazioni delle due scuole unite.<br />

La scuola della Carità salodiana era già presente prima del 1542 con il nome<br />

di compagnia della Carità: nata in ambito laico, era controllata dal comune e<br />

aveva come scopo di far fronte ai fenomeni di povertà e di degrado sociale 21 .<br />

Ospedali e Monti di pietà<br />

Nella visita compaiono le istituzioni di assistenza e di mutualità, la cui amministrazione,<br />

è strettamente controllata affinché non avvengano abusi. A Gardone<br />

vi è un ospizio per poveri pellegrini e specialmente per i religiosi. Da<br />

dieci anni la casa è tenuta dalla quadra di Gargnano, ma non è utilizzata per<br />

l’ospitalità. Un decreto stabilisce che l’ordinario assuma informazioni se, un<br />

tempo, per legato o per consuetudine immemorabile, o per altra ragione,<br />

questa casa, ora locata dalla quadra di Gardone al fornaio, esercitasse l’ospitalità;<br />

in tal caso la quadra dovrà essere costretta a restituirla a tale scopo.<br />

A Gargnano il comune chiede al visitatore di concedergli l’oratorio di S.<br />

Faustino, ampio, aperto, per adibirlo ad ospedale. Nell’oratorio, vicino al<br />

21<br />

La compagnia della Carità era ben organizzata. Aveva diviso il territorio in quattro<br />

colonnelli. Ogni quattro mesi si eleggevano otto presidenti, due per colonnello (nel 1542-<br />

1544 uno dei presidenti era Giacomo Roveglio, uno dei primi otto deputati al culto); annualmente<br />

si nominava il priore della confraternita. Vi erano un cassiere, un cancelliere e i visitatori<br />

(tre laici e un sacerdote per contrada). Alle riunioni mensili, ogni prima domenica del<br />

mese, <strong>parte</strong>cipavano, oltre alle cariche predette, il provveditore, il podestà e vicario, i loro cancellieri,<br />

i superiori e guardiani dei monasteri e i rappresentanti delle confraternite. I presidenti<br />

di quartiere e i visitatori avevano il compito di acquisire informazioni sui poveri e sugli infermi<br />

e di dar loro assistenza (solo in caso non fossero già soccorsi dall’ospedale o dalle confraternite)<br />

sia materiale che spirituale, comporre liti, difendere vedove e pupilli nelle cause notarili<br />

o nel pagamento delle imposizioni fiscali, provvedere rimedi nei casi di donne disoneste,<br />

bestemmiatori pubblici e infedeli. Era prevista anche la raccolta, in tempo di Quaresima, di<br />

elemosine, tramite cassette poste in chiesa, segnate con lo stemma della Carità: le elemosine<br />

erano distribuite ai poveri, raccomandando loro di non consumare tutto il ricevuto in un solo<br />

giorno e istruendoli sulle cose necessarie della religione. I visitatori controllavano, inoltre, che<br />

gli abili andassero al lavoro, vigilavano sui comportamenti contro il buon costume («chi vol<br />

viver male, sia scaciato dalla città»), impedivano di predicare agli «zarratani» e di cantare canzoni<br />

lascive (Comune di Salò. Archivio, I, nn. 290.1-2, pp. 211-212).<br />

LXVIII

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