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san carlo parte iniziale volume 5 valletrompia.qxd - Brixia Sacra

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BRIXIA SACRA<br />

rono che alcuni notabili, Serafino Rotingo, Scipione Tracagno, Lodovico<br />

Ambrosino, Giulio Delaiolo andassero ad incontrare il cardinale oltre Villa;<br />

inoltre stabilirono che il console facesse porre sulle porte dove doveva<br />

entrare il cardinale le insegne di S. Marco, del Borromeo, del vescovo di<br />

Brescia, del provveditore e capitano della Riviera, del comune di Salò e<br />

facesse adornare la piazza di arazzi e spalliere a spese del comune. Furono<br />

nominati alcuni incaricati per gli addobbi dei luoghi dove passava il cardinale,<br />

dalla chiesa alla piazza di S. Marco, alla Chiodera, alla porta Rocca,<br />

lungo il borgo di Belfiore. Gli addobbi erano costituiti da festoni «di buoso<br />

e di lauro» 24 . Una cronaca dell’ingresso così riporta:<br />

«Lo illustrissimo et reverendissimo Carlo Borromeo cardinale di S. Prassede<br />

visitatore apostolico generale fece la entrata sua in Salò incontrato da bon<br />

numero di cavalli mandati dalla terra. Fuori del portone se vestì pontificalmente<br />

et venne al portone nel qual loco il magistrato et la chieresia (sive il clero) lo<br />

aspettavano: discese dalla mula, baciò la croce, rimontò, et fu tolto sotto il baldachino<br />

fatto a posta tutto bianco portato da sei dottori dei più vecchi sino alla<br />

porta e da sei giovani sino a la Chiodera et da sei consiglieri sino alla piazza, et<br />

da cinque dei deputati al culto divino sino in giesa con il consolo. Ritrovò il<br />

borgo coperto tutto di panni a colori bianchi, rossi et azurri et così per tutta la<br />

terra et tutta tapezzata, et la piazza tapezzata egregiamente con li arazzi dell’illustrissimo<br />

sig. Sforza Pallavicino et così in giesa 25 . Vi è stato XV dì, ogni mat-<br />

nuper facienda deputati ad cultum divinum provideant necessarijs pro benefitio, et utile<br />

comunis, 19 martij 1580»; «Quod fiat munus reverendissimo episcopo in Riperiam venturo.<br />

9 Aprilis 1580. Loco, deputati ad cultum divinum c. 8»; «Quod trasmutetur dictum<br />

munus 13 dicti et 4 Maij, a c. 8»; «Pro adventum illustrissimi cardinalis Boromej, provisiones<br />

quaedam 13 Julij 1580, dicto loco a c. 9» (AARS, n. 653.1, c. 19v). Il riferimento alle carte<br />

riguarda un registro degli eletti al culto divino, non rintracciabile nell’Archivio del comune<br />

di Salò. Viene tuttavia segnalato nell’Archivio parrocchiale di Salò, dove non è reperibile,<br />

da un’operetta di Paolo Perancini, che lo definisce genericamente «repertorio» (P.<br />

PERANCINI, Memorie storiche dei <strong>san</strong>ti tutelari della Riviera benacense in occasione della<br />

straordinaria festa di S. Carlo Borromeo patrono principale di Salò la quinta domenica dopo<br />

Pasqua. 1868, Brescia 1868, p. 28; si veda anche BETTONI, S. Carlo, pp. 187, 190). Il Perancini<br />

informa anche, senza rilevare la fonte, che, prima di giungere a Salò, S. Carlo si era fermato<br />

nella vicaria di Bedizzole (PERANCINI, Memorie storiche, pp. 17, 28).<br />

24<br />

Ibidem, p. 28.<br />

25<br />

Ibidem, p. 29; BETTONI, S. Carlo, pp. 186-187. Il marchese Pallavicino Sforza (1520-<br />

1585) fu governatore delle milizie venete in varie campagne militari e uomo esperto di fortificazioni.<br />

Abitava a Salò ed aveva un palazzo a Barbarano.<br />

LXXIV

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