30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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L’endocrinologo e le malattie del metabolismo osseo<br />
rosi; può inoltre in<strong>di</strong>viduare possibili fattori<br />
causali consentendo un trattamento eziologico<br />
(Raccomandazione <strong>di</strong> grado A) 1 .<br />
Di fronte a un sospetto clinico o ra<strong>di</strong>ologico<br />
<strong>di</strong> osteoporosi, un’idonea valutazione ematochimica<br />
è raccomandata me<strong>di</strong>ante esami <strong>di</strong> I<br />
livello. La normalità <strong>di</strong> tali esami esclude nel<br />
90% dei casi altre malattie o forme <strong>di</strong> osteoporosi<br />
secondarie.<br />
Talora per sospetti clinici mirati bisogna procedere<br />
con indagini <strong>di</strong> laboratorio <strong>di</strong> II livello più<br />
specifiche (Tab. II).<br />
Le osteoporosi primitive, che rappresentano<br />
oltre l’80% del totale, riconoscono una patogenesi<br />
multifattoriale, coinvolgendo fattori genetici, nutrizionali e<br />
soprattutto ormonali.<br />
In particolare l’osteoporosi primitiva <strong>di</strong> tipo I o post-menopausale<br />
è ascrivibile principalmente al brusco calo dei livelli ematici <strong>di</strong><br />
estrogeni dovuto alla cessazione della funzione gona<strong>di</strong>ca.<br />
L’osteoporosi primitiva <strong>di</strong> tipo II o senile rientra in un processo <strong>di</strong><br />
involuzione che interessa tutti gli organi compreso lo scheletro e si<br />
associa ad un deficit <strong>di</strong> vitamina D, con conseguente ipocalcemia<br />
e incremento compensatorio <strong>di</strong> PTH, oltre che a una <strong>di</strong>minuzione<br />
<strong>di</strong> fattori locali <strong>di</strong> crescita e quin<strong>di</strong> ridotta attività osteoblastica.<br />
Ne risulta un quadro <strong>di</strong> osteoporomalacia, ossia alla riduzione del<br />
volume <strong>di</strong> tessuto osseo rispetto al volume anatomico dell’osso<br />
(porosi) si associa una inadeguata mineralizzazione della matrice<br />
organica (malacia).<br />
Mentre l’osteoporosi non si associa a dolore, salvo in presenza<br />
<strong>di</strong> frattura, l’osteomalacia si associa a dolori ossei isolati o<br />
generalizzati. Si ipotizza che la causa <strong>di</strong> questi dolori sia l’idratazione<br />
della matrice gelatinosa demineralizzata, che spinge verso<br />
l’esterno il periostio causando tensione e dolore. L’osteomalacia<br />
può essere spesso <strong>di</strong>agnosticata usando una moderata pressione<br />
<strong>di</strong>gitale sullo sterno o sulla faccia anteriore della tibia, elicitando<br />
dolore. Di questa possibilità è necessario tener conto quando si<br />
imposti la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale dei dolori ossei nell’adolescente<br />
e nell’adulto.<br />
Ciclo vitale dell’osso<br />
Il tessuto osseo è un tessuto <strong>di</strong>namico, che va incontro durante tutta<br />
la vita a un costante processo <strong>di</strong> rimodellamento: gli osteoclasti<br />
(OC), cellule derivate della linea monocito-macrofagica, rilasciano<br />
proteasi in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssolvere la matrice ossea mineralizzata e ne<br />
me<strong>di</strong>ano il riassorbimento. Si allontanano dalle lacune <strong>di</strong> Howship<br />
e vanno incontro ad apoptosi. Gli osteoblasti (OB), cellule <strong>di</strong>fferenziate<br />
dalla linea staminale mesenchimale, secernono nuova matrice<br />
osteoide che si deposita nelle lacune e provvedono alla mineralizzazione<br />
della stessa. In seguito gli OB possono <strong>di</strong>fferenziarsi in<br />
osteociti, cellule quiescenti intrappolate nella matrice mineralizzata<br />
che contribuiscono al rimodellamento osseo regolando l’attività <strong>di</strong><br />
OB e OC; alcuni OB vanno in apoptosi, altri si trasformano in bone<br />
lining cells, che rivestono la superficie ossea e me<strong>di</strong>ano gli scambi<br />
tra vasi sanguigni e osteociti (Fig. 1).<br />
Alla base del rimodellamento osseo vi è il segnale RANK/<br />
RANK-L/OPG.<br />
S2<br />
Fig. 1. Ciclo vitale del tessuto osseo. Mod. da: Baron, 2003; Raisz, 2005.<br />
Fig. 2. Segnale RANK/RANK-L/OPG.<br />
RANKL (Receptor Activator for Nuclear Factor κ B Ligand) è una<br />
citochina appartenente alla famiglia dei Tumor Necrosis Factors,<br />
espressa sia in una forma <strong>di</strong> superficie legata alla membrana <strong>di</strong><br />
cellule stromali/osteoblastiche, sia in una forma solubile, che<br />
legandosi al suo recettore RANK, espresso su cellule della linea<br />
osteoclastica, stimola la <strong>di</strong>fferenziazione e attivazione degli osteoclasti<br />
e ne inibisce l’apoptosi. La produzione <strong>di</strong> RANKL da parte<br />
degli OB è modulata da citochine, Growth Factors, vitamina D ed<br />
estrogeni.<br />
Osteoprotegerina (OPG) è una glicoproteina solubile appartenente<br />
alla famiglia dei recettori per il TNF, espressa da cellule stromali/<br />
osteoblastiche, che funziona da recettore ”esca” per il RANKL,<br />
a cui si lega con elevata affinità, impedendo il legame RANKL/<br />
RANK e inibendo così l’osteoclastogenesi e la sopravvivenza degli<br />
OC presenti (Fig. 2).<br />
Stu<strong>di</strong> preclinici hanno <strong>di</strong>mostrato come i livelli <strong>di</strong> OPG regolino<br />
la BMD (Fig. 3).<br />
Come visibile dalla ra<strong>di</strong>ografia del femore, in un topo knock-out<br />
per l’OPG, il rimodellamento osseo è sbilanciato a favore dell’attività<br />
osteoclastica, e la massa ossea è visibilmente ridotta.<br />
La somministrazione <strong>di</strong> OPG ricombinante o la manipolazione<br />
genetica determinante una overespressione <strong>di</strong> OPG determinano<br />
viceversa una ridotta osteoclastogenesi con aumento drammatico<br />
della BMD e osteopetrosi, evidente nella ra<strong>di</strong>ografia <strong>di</strong> destra.