30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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Una <strong>di</strong>agnosi precoce è possibile, ma è legata al riconoscimento, in<br />
un paziente asintomatico, <strong>di</strong> una colorazione bruna delle urine in<br />
seguito all’ossidazione all’aria e <strong>di</strong> una pigmentazione delle sclere e<br />
dei pa<strong>di</strong>glioni auricolari. Più spesso la <strong>di</strong>agnosi è misconosciuta fino<br />
alla comparsa delle prime manifestazioni degenerative articolari che<br />
abitualmente vengono riscontrate nella quarta decade <strong>di</strong> vita. Il sistema<br />
scheletrico abitualmente costituisce la localizzazione fondamentale<br />
della malattia, anche se può coesistere, come nel nostro caso, un<br />
coinvolgimento dell’apparato car<strong>di</strong>ovascolare e <strong>di</strong> quello urinario.<br />
Il rachide e le gran<strong>di</strong> articolazioni rappresentano le se<strong>di</strong> <strong>di</strong> elezione.<br />
I <strong>di</strong>schi intervertebrali dorsali e lombari vanno incontro a progressiva<br />
calcificazione con aumento della ra<strong>di</strong>opacità. In seguito si<br />
sviluppa una osteofitosi massiva con sclerosi subcondrale, progressiva<br />
anchilosi ossea e osteoporosi. A livello delle ginocchia le<br />
prime alterazioni comportano calcificazioni meniscali. In seguito si<br />
determina una sclerosi subcondrale con formazione <strong>di</strong> osteofitosi<br />
e restringimento asimmetrico progressivo della rima articolare e<br />
aree <strong>di</strong>ffuse <strong>di</strong> osteoporosi. Le cartilagini articolari acquisiscono<br />
la caratteristica pigmentazione, e inoltre <strong>di</strong>fferiscono dall’aspetto<br />
artrosico in quanto sono dure e fragili. La progressione del quadro<br />
degenerativo è caratterizzato da una rapi<strong>di</strong>ssima evoluzione<br />
con <strong>di</strong>struzione progressiva dell’articolazione. La presenza <strong>di</strong> un<br />
osso marcatamente porotico ci ha indotto, nella madre e nel primo<br />
paziente trattato, all’impianto <strong>di</strong> protesi con stelo cementato. Nel<br />
secondo caso, grazie al riscontro <strong>di</strong> un osso più resistente, sono<br />
state impiantate protesi non cementate, ma comunque con steli<br />
tra<strong>di</strong>zionali.<br />
rISuLTaTI<br />
Si tratta comunque <strong>di</strong> una patologia rara. In letteratura sono solo tre<br />
le pubblicazioni che riportano l’impianto bilaterale <strong>di</strong> protesi <strong>di</strong> anca<br />
e ginocchio in uno stesso paziente affetto da ocronosi. Il primo riporta<br />
il caso <strong>di</strong> un paziente <strong>di</strong> 70 anni in cui sono state impiantate le quattro<br />
protesi consecutivamente in un periodo <strong>di</strong> quattro anni 5 . Anche nel<br />
secondo caso si tratta <strong>di</strong> un paziente <strong>di</strong> settanta anni con protesizzazione<br />
delle quattro medesime articolazioni e buon risultato a 14 anni<br />
3 . Il terzo si riferisce ad un paziente <strong>di</strong> 56 anni con sostituzione protesica<br />
delle anche e delle ginocchia e laminectomia D9-D10. Anche in<br />
questo, come nei precedenti casi, i risultati a <strong>di</strong>stanza si sono rivelati<br />
sod<strong>di</strong>sfacenti 7 . In un altro lavoro viene riconosciuto il ruolo del debridement<br />
artroscopico in un caso <strong>di</strong> localizzazione alla spalla 1 .<br />
Riportiamo per la prima volta il quadro <strong>di</strong> una intera famiglia, i cui<br />
componenti sono andati incontro a varie tipologie <strong>di</strong> interventi, ed<br />
infine a sostituzione protesica multipla delle anche e delle ginocchia.<br />
Il trattamento artroscopico, eseguito esclusivamente nel ginocchio,<br />
nella nostra esperienza non rappresenta una soluzione consigliabile.<br />
La rapi<strong>di</strong>tà dell’evoluzione degenerativa limita il beneficio ad<br />
un lasso <strong>di</strong> tempo molto esiguo. Trova una possibile in<strong>di</strong>cazione<br />
solo in pazienti molto giovani.<br />
La tenorrafia nelle rotture del t. d’Achille, anche qui la nostra<br />
esperienza si riferisce a tre casi, assicura risultati sod<strong>di</strong>sfacenti,<br />
sovrapponibili a quelli riportati nei pazienti non affetti da ocronosi.<br />
Non si sono verificate reci<strong>di</strong>ve.<br />
Per quanto riguarda la protesizzazione la nostra esperienza si rife-<br />
V. Sessa, F. Forconi<br />
a B C<br />
Fig. 3. Il processo degenerativo è spesso caratterizzato da una evoluzione rapida. L’immagine ra<strong>di</strong>ografica<br />
in B è stata eseguita a soli 4 mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dall’immagine in A. C) Il quadro ra<strong>di</strong>ografico ad<br />
1 anno dalla protesizzazione.<br />
risce a 3 membri della stessa famiglia, uno con protesizzazione<br />
bilaterale <strong>di</strong> anche e ginocchia, uno con protesizzazione delle anche<br />
ed un ginocchio ed uno <strong>di</strong> entrambe le ginocchia, ed un followup<br />
massimo <strong>di</strong> 21 anni nella madre. Il follow-up massimo nel<br />
maggiore dei figli è <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni. Entrambi i figli mostrano buona<br />
sod<strong>di</strong>sfazione clinica e riferiscono che si sottoporrebbero <strong>di</strong> nuovo<br />
agli interventi eseguiti. Entrambi i pazienti riferiscono scarsa limitazione<br />
nello svolgimento delle quoti<strong>di</strong>ane attività.<br />
Le ra<strong>di</strong>ografie <strong>di</strong> controllo nelle proiezioni standard appaiono sod<strong>di</strong>sfacenti,<br />
evidenziando solo i preve<strong>di</strong>bili iniziali segni <strong>di</strong> usura<br />
delle componenti protesiche più vecchie<br />
Non esiste attualmente una cura per l’artropatia ocronotica 8 , ma<br />
questo stu<strong>di</strong>o, così come i precedenti presenti in letteratura, conferma<br />
la vali<strong>di</strong>tà e soprattutto la preve<strong>di</strong>bilità dei risultati quando una<br />
terapia chirurgica sostitutiva viene effettuata.<br />
Gli impianti protesici permettono un progressivo recupero funzionale<br />
nei pazienti operati anche quando quattro gran<strong>di</strong> articolazioni vengono<br />
trattate, come nel nostro caso, con risultati a <strong>di</strong>stanza paragonabili<br />
a quelli che si ottengono in seguito al trattamento dell’artrosi.<br />
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