30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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1. emiprotesi (della testa metatarsale o della base della falange):<br />
2. impianti in silicone a doppio stelo;<br />
3. spaziatori;<br />
4. artroprotesi.<br />
EMIPrOTESI DELLa TESTa METaTarSaLE<br />
Nel 1952 Swanson 2 impianta la prima protesi della testa metatarsale<br />
in un esito <strong>di</strong> ferita da guerra. Questa protesi era sferica, non<br />
cementata in cromo-cobalto ed era dotata <strong>di</strong> uno stelo a sezione<br />
rotonda: l’autore riporta un cattivo risultato.<br />
Nel 1964 Seeburger 3 presenta tre varianti <strong>di</strong> un modello non<br />
cementato <strong>di</strong> protesi in Durallium tutte con stelo a sezione rotonda:<br />
un primo modello ideato per correggere gravi deformità in valgo<br />
del <strong>di</strong>to, era dotato <strong>di</strong> 2 flange per aumentare la tenuta al metatarsale<br />
assicurata inoltre da 2 viti; il secondo modello era una semplice<br />
coppa <strong>di</strong> rivestimento della testa, mentre il terzo prevedeva al suo<br />
interno la presenza <strong>di</strong> Dacron per migliorare la fissazione ossea.<br />
Joplin nel 1967 4 realizza un modello simile in cromo-cobalto, ma<br />
cementato.<br />
Nel 1965 Swanson 5 esegue i primi tentativi con una protesi per la<br />
testa metatarsale in silicone.<br />
I risultati <strong>di</strong>sastrosi riportati con le sostituzioni della sola testa<br />
metatarsale, hanno fatto sì che in letteratura non si ritrovino ulteriori<br />
esperienze fino al 2003, anno in cui viene presentato il sistema<br />
Hemi-CAP Arthrosurface: questo impianto 6 che fa parte <strong>di</strong> un<br />
sistema ideato per il trattamento sostitutivo <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te parziali <strong>di</strong><br />
superfici cartilaginee anche <strong>di</strong> altri <strong>di</strong>stretti articolari, è costituito<br />
da una superficie a doppia curvatura in cromo-cobalto con uno stelo<br />
avvitato in titanio. I risultati <strong>di</strong> questo impianto, dotato <strong>di</strong> strumentario<br />
de<strong>di</strong>cato, sembrano sod<strong>di</strong>sfacenti anche se a breve termine 7 8 ;<br />
in particolare San Giovanni riporta il 94% <strong>di</strong> risultati sod<strong>di</strong>sfacenti<br />
senza fallimenti, su 97 impianti rivisti con un follow-up <strong>di</strong> 8 mesi.<br />
Anche noi abbiamo iniziato da poco tempo una modestissima esperienza<br />
con questo tipo <strong>di</strong> impianto in due casi che a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 9<br />
mesi <strong>di</strong>mostrano un risultato sod<strong>di</strong>sfacente.<br />
EMIPrOTESI DELLa BaSE DELLa FaLaNGE<br />
Contemporaneamente alle esperienze con la sostituzione della<br />
sola testa metatarsale, iniziano i tentativi <strong>di</strong> sostituzione della sola<br />
base della falange: Joplin nel 1967 4 <strong>di</strong>segna una protesi a sezione<br />
simmetrica in cromo-cobalto, non cementata e con stelo a sezione<br />
rotonda.<br />
Swanson nel 1967 5 in collaborazione con l’industria Dow-Corning,<br />
realizza un’emiprotesi in silicone non cementata a sezione simmetrica<br />
e con stelo a sezione rettangolare: l’alta percentuale <strong>di</strong> risultati<br />
sod<strong>di</strong>sfacenti riportata dall’autore nel 1972 9 subisce nel tempo una<br />
netta riduzione, con risultati cattivi dal 36% ad oltre il 70% 10 11 .<br />
Weill nel 1977 12 per dominare la tendenza alla deformità in varo<br />
del <strong>di</strong>to che aveva notato con questi ultimi modelli, realizza una<br />
mo<strong>di</strong>fica consistente nella sezione asimmetrica della protesi rappresentata<br />
dall’inclinazione <strong>di</strong> 15° della superficie articolare.<br />
Nel 1986 Swanson introduce un’emiprotesi in titanio a sezione simmetrica,<br />
non cementata e con stelo rettangolare. I risultati dell’au-<br />
F. Ceccarelli, et al.<br />
tore non sono <strong>di</strong>sponibili; in seguito altri autori riportano dei fallimenti<br />
associati a fenomeni <strong>di</strong> metallosi tessutale 13 .<br />
All’inizio degli anni ’90 comincia a farsi strada il concetto <strong>di</strong> minima<br />
resezione ossea della base, nell’ottica <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbare il meno<br />
possibile la complessa anatomia e biomeccanica dell’articolazione:<br />
con questa filosofia compare in letteratura la protesi denominata<br />
Sixtine 14 15 con risultati sod<strong>di</strong>sfacenti oltre l’80% a <strong>di</strong>stanza me<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> 2 anni: si tratta <strong>di</strong> una sottile protesi in acciaio a sezione simmetrica,<br />
non cementata e fissata ad incastro esterno sulla resezione<br />
falangea e con possibilità <strong>di</strong> sutura alla capsula ed al ten<strong>di</strong>ne abduttore.<br />
Nel 1994 Townley e Taranow 16 descrivono un’emiprotesi <strong>di</strong> superficie<br />
in cromo-cobalto (Bio-Pro) a sezione simmetrica sempre a<br />
minima resezione ossea. La protesi non è cementata ed è <strong>di</strong>sponibile<br />
in due modelli, uno con stelo dentellato, l’altro con un back poroso.<br />
I risultati sod<strong>di</strong>sfacenti riportati dagli autori in 279 casi rivisti ad<br />
una <strong>di</strong>stanza che arriva a 33 anni, superano il 90%. Questi risultati<br />
sono stati successivamente riprodotti anche in altri lavori 17 18 .<br />
Nel 1997 esce sul mercato statunitense 19 un’altro tipo <strong>di</strong> protesi in<br />
cromo-cobalto denominata Metal Hemi Toe sempre a minima resezione,<br />
ma con superficie articolare trapezoidale ed a sezione asimmetrica:<br />
margine dorsale arrotondato per ridurre l’impingement<br />
con la testa metatarsale e margine plantare più sottile per non dover<br />
sacrificare con la resezione, l’inserzione del flessore breve dell’alluce.<br />
La protesi non è cementata ed è rivestita in titanio plasma spray.<br />
I risultati <strong>di</strong> questa protesi non sono purtroppo <strong>di</strong>sponibili.<br />
Nel 1998 Weill 20 presenta una sua protesi in titanio denominata<br />
“LPT”, non cementata, dotata <strong>di</strong> uno stelo a sezione crociata: la<br />
protesi è <strong>di</strong>sponibile con sezione simmetrica anatomica o con sezione<br />
asimmetrica per compensare il D.M.M.A.: entrambe le varianti<br />
sono dotate <strong>di</strong> fori per l’ancoraggio della protesi alla capsula o ai<br />
ten<strong>di</strong>ni locali. Anche i risultati <strong>di</strong> questa protesi non sono purtroppo<br />
<strong>di</strong>sponibili.<br />
Nel 2003, ad opera <strong>di</strong> Zobel 21 , viene presentata la protesi denominata<br />
K2 Hemi Toe non cementata, realizzata in cromo-cobalto rivestito<br />
<strong>di</strong> titanio plasma spray: la sezione è simmetrica ed anatomica<br />
e presenta un’incisura plantare dotata <strong>di</strong> fori per alloggiamento e<br />
sutura del ten<strong>di</strong>ne flessore lungo. Anche <strong>di</strong> questa protesi i risultati<br />
non sono a tutt’oggi <strong>di</strong>sponibili.<br />
IMPIaNTI IN SILICONE a DOPPIO STELO<br />
Nel 1971 Kampner 22 introduce l’uso <strong>di</strong> protesi in silicone a doppio<br />
stelo con car<strong>di</strong>ne simmetrico a forma <strong>di</strong> “X” e steli simmetrici a<br />
sezione rotonda e rivestiti da maniche in Dacron per una migliore<br />
fissazione all’osso: il Dacron permetteva anche una sutura locale.<br />
Successive mo<strong>di</strong>fiche dello stesso autore hanno riguardato il car<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong>venuto asimmetrico, gli steli che sono stati dotati <strong>di</strong> tacche:<br />
le maniche in Dacron vennero eliminate perché, a detta dell’autore,<br />
irrigi<strong>di</strong>vano troppo la protesi con conseguenti stress eccessivi a<br />
livello del car<strong>di</strong>ne centrale.<br />
Nel 1974 Swanson 23 inizia ad utilizzare degli impianti in silicone<br />
con car<strong>di</strong>ne simmetrico a forma <strong>di</strong> U, con steli simmetrici affusolati<br />
a sezione rettangolare: questi impianti, già ampiamente utilizzati<br />
in chirurgia della mano, hanno dato risultati deludenti per elevate<br />
percentuali <strong>di</strong> rottura.<br />
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