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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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esezioni in blocco con risultati significativi sul controllo locale<br />

della neoplasia. La tecnica chirurgica più adeguata deve essere<br />

scelta tenendo conto <strong>di</strong> molti fattori: le con<strong>di</strong>zioni generali del<br />

paziente, l’istotipo del tumore primitivo e la sua responsività alle<br />

terapie a<strong>di</strong>uvanti, la <strong>di</strong>sseminazione della malattia, il quadro neurologico<br />

in atto 1,13 . Schematicamente, si può <strong>di</strong>re che un paziente con<br />

malattia neoplastica <strong>di</strong>sseminata, con<strong>di</strong>zioni generali compromesse<br />

e incipiente deficit neurologico verrà trattato con un intervento palliativo<br />

<strong>di</strong> decompressione e stabilizzazione, seguito da ra<strong>di</strong>oterapia,<br />

che potrà consentire un miglioramento sensibile della sua qualità <strong>di</strong><br />

vita; all’opposto, in un paziente in buone con<strong>di</strong>zioni generali, affetto<br />

da una neoplasia primitiva a prognosi relativamente buona, che<br />

presenta una metastasi vertebrale isolata sintomatica, sarà giustificato<br />

un trattamento più aggressivo analogo a quello <strong>di</strong> un tumore<br />

primitivo 14 . Sioutos e coll. 10 hanno analizzato statisticamente i fattori<br />

che influiscono sull’incidenza <strong>di</strong> complicazioni e sulla durata<br />

della sopravvivenza dopo il trattamento chirurgico della metastasi<br />

vertebrale e hanno <strong>di</strong>mostrato che queste sono influenzate dallo<br />

stato neurologico pre-operatorio, dall’istotipo del tumore primitivo<br />

e dal numero <strong>di</strong> vertebre coinvolte, ma non dal grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>sseminazione<br />

della malattia e dall’età del paziente; gli autori raccomandano,<br />

sulla base <strong>di</strong> queste osservazioni, una attenta selezione dei<br />

pazienti. Sono stati proposti in letteratura vari sistemi <strong>di</strong> punteggio<br />

pre-operatorio allo scopo <strong>di</strong> classificare i pazienti creando protocolli<br />

<strong>di</strong> trattamento ripetibili 2,13,15 . Tali sistemi sono caratterizzati<br />

dal fatto che a ogni parametro viene dato un punteggio e la somma<br />

<strong>di</strong> questi ultimi orienta verso l’appropriato trattamento viene quin<strong>di</strong><br />

data eguale importanza ai <strong>di</strong>versi parametri che <strong>di</strong> volta in volta<br />

vengono presi in considerazione. Per esempio, l’istotipo del tumore<br />

primitivo e le con<strong>di</strong>zioni generali del paziente influenzano nella<br />

medesima misura il punteggio finale e quin<strong>di</strong> la scelta del tipo <strong>di</strong><br />

trattamento. Sulla base della nostra esperienza abbiamo messo a<br />

punto un algoritmo terapeutico delle metastasi vertebrali (Fig. 1),<br />

nel quale i parametri da noi presi in considerazione assumono una<br />

<strong>di</strong>versa rilevanza in base al momento in cui vengono considerati.<br />

Ogni paziente segue un “proprio” iter sequenziale che non necessariamente<br />

prende in considerazione <strong>di</strong> volta in volta tutti i parametri,<br />

alcuni dei quali possono risultare irrilevanti ai fini ultimi della<br />

scelta del tipo <strong>di</strong> trattamento. Per esempio, un paziente in cattive<br />

con<strong>di</strong>zioni generali, con un “ASA score” elevato solitamente non<br />

è can<strong>di</strong>dato al trattamento chirurgico, in<strong>di</strong>pendentemente dall’istotipo<br />

del tumore primitivo o dal numero delle localizzazioni secondarie.<br />

Per questo paziente il parametro più importante sarà quin<strong>di</strong><br />

la sensibilità dell’istotipo tumorale alle terapie a<strong>di</strong>uvanti. Allo<br />

stesso modo, un paziente con un danno midollare acuto e ingravescente<br />

sarà operato in urgenza con un intervento palliativo <strong>di</strong><br />

decompressione e stabilizzazione, senza considerare un intervento<br />

più impegnativo. In definitiva, noi pren<strong>di</strong>amo in considerazione il<br />

paziente non solo per la patologia che lo colpisce, riconducendo la<br />

scelta del trattamento a un riduttivo punteggio matematico, bensì<br />

facendo un’analisi olistica del caso, che prenda in esame in prima<br />

istanza l’in<strong>di</strong>viduo e le sue con<strong>di</strong>zioni generali, e solo in seguito i<br />

parametri della malattia metastatica.<br />

CONCLuSIONI<br />

S. Boriani, et al.<br />

Il trattamento chirurgico delle metastasi vertebrali e dei tumori<br />

ossei in generale è entrato a far parte <strong>di</strong> un corretto approccio<br />

a questi pazienti. L’evoluzione delle tecniche anestesiologiche<br />

consente oggi un adeguato trattamento delle metastasi vertebrali<br />

con un favorevole rapporto rischio/beneficio. In tal modo si riesce<br />

a ottenere un prolungamento dell’aspettativa <strong>di</strong> vita riducendo le<br />

usuali complicazioni che, <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente, possono<br />

risultare fatali e determinanti nel con<strong>di</strong>zionare la qualità <strong>di</strong> vita.<br />

Nella maggior parte dei casi è possibile ristabilire o mantenere il<br />

movimento, la sensibilità, la <strong>di</strong>gnità e la speranza e controllare il<br />

dolore riducendo l’uso <strong>di</strong> terapie analgesiche.<br />

L’in<strong>di</strong>cazione chirurgica delle metastasi vertebrali deve considerare:<br />

• l’aspettativa <strong>di</strong> vita del paziente;<br />

• la capacità <strong>di</strong> poter ristabilire la funzione e limitare il dolore;<br />

• la possibilità <strong>di</strong> ottenere un controllo locale e <strong>di</strong> associare un<br />

trattamento a<strong>di</strong>uvante per cercare <strong>di</strong> ridurre la morbilità.<br />

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