30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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Overview<br />
Fig. 1. Microstruttura del trabecular metal.<br />
protesi-osso. I risultati avuti sino ad ora sulla osteointegrazione<br />
sono incoraggianti 1 2 , ma andranno comunque valutati in futuro,<br />
quando saranno possibili stu<strong>di</strong> con un maggior numero <strong>di</strong> pazienti<br />
e a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo dall’impianto.<br />
Il titanio trabecolare ed il titanio poroso sono due materiali <strong>di</strong> più<br />
recente introduzione nel campo ortope<strong>di</strong>co e per avere risultati clinici<br />
atten<strong>di</strong>bili è sicuramente necessario ancora del tempo.<br />
Il tantalio trabecolare può essere fornito dalle case produttrici<br />
anche sottoforma <strong>di</strong> blocchi <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse forme e spessori (Figg. 2-3);<br />
si è visto che essi possono essere molto utili in caso <strong>di</strong> pazienti<br />
con grosse deformità, con gravi <strong>di</strong>fetti ossei, soprattutto durante le<br />
revisioni protesiche, sia a livello femorale, tibiale o rotuleo; tramite<br />
questo blocchi in tantalio trabecolare si riuscirebbero a riempire i<br />
<strong>di</strong>fetti ossei creando così un’impalcatura in grado <strong>di</strong> integrarsi con<br />
Fig. 2. Blocchi in trabecular metal tibiali.<br />
Fig. 3. Blocchi in trabecular metal femorali.<br />
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l’osso sottostante che impe<strong>di</strong>rebbe l’affondamento delle componenti<br />
protesiche.<br />
Oltre allo sviluppo <strong>di</strong> nuovi materiali, le case produttrici si sono<br />
da tempo de<strong>di</strong>cate alla ricerca per lo sviluppo del design protesico,<br />
arrivando al giorno d’oggi ad avere a nostra <strong>di</strong>sposizione una serie<br />
<strong>di</strong> impianti sempre più vasta e completa, tra cui, <strong>di</strong> recente introduzione,<br />
le protesi femoro-rotulee 3 e le protesi sesso specifiche<br />
(gender); in particolare l’attenzione si è concentrata soprattutto su<br />
queste ultime, le quali, tramite opportune mo<strong>di</strong>fiche eseguite sulla<br />
componente protesica femorale, sembrerebbe meglio rispecchiare<br />
l’anatomia femminile 4-6 e quin<strong>di</strong> aiutare il chirurgo nella scelta<br />
della taglia protesica definitiva limitando così la possibilità <strong>di</strong> avere<br />
<strong>di</strong>sturbi femoro-rotulei nel post-operatorio.<br />
Andranno comunque eseguiti lavori a più ampia scala negli anni<br />
a venire per confermare i buoni risultati ottenuti in questi primi<br />
anni.<br />
Anche nel campo della chirurgia artroscopica il ricorso a nuove<br />
tecnologie e biomateriali è in continuo aumento.<br />
L’attenzione si è concentrata soprattutto sulla possibilità <strong>di</strong> ricostruire<br />
in maniera biologica parti dell’articolazione lesionate o<br />
rimosse durante interventi precedenti, come i menischi, la cartilagine<br />
e i legamenti crociati<br />
Non si può quin<strong>di</strong> non parlare del ricorso sempre più frequente alle<br />
cellule staminali e ai fattori <strong>di</strong> crescita, campo in continua evoluzione<br />
e ricerca, che sembra promettere <strong>di</strong> risolvere molte patologie<br />
fino ad ora considerate senza trattamento specifico.<br />
Molti danni cartilaginei e meniscali, oggigiorno possono essere<br />
trattati utilizzando l’innesto locale <strong>di</strong> cellule staminali su appositi<br />
substrati o attraverso infiltrazione locale; questo, secondo i risultati<br />
<strong>di</strong> recenti stu<strong>di</strong> sembra permettere la rigenerazione <strong>di</strong> tessuto cartilagineo<br />
7 fino alla riparazione del danno attrarverso la <strong>di</strong>fferenziazione<br />
<strong>di</strong> filoni <strong>di</strong> cellule totipotenti.<br />
Questi risultati vanno valutati attentamente, perché le cellule staminali<br />
potrebbero essere la soluzione a numerose patologie articolari,<br />
senza comunque abusarne e farne uso smodato prima <strong>di</strong> avere<br />
ulteriori conferme cliniche.<br />
Una continua attenzione è riservata anche alla ricostruzione legamentosa,<br />
finalizzata a ricercare un sito donatore ideale per rendere<br />
sempre meno fasti<strong>di</strong>oso il problema della morbi<strong>di</strong>tà del sito donatore<br />
e allo sviluppo <strong>di</strong> nuove tecniche chirurgiche per eseguire<br />
ricostruzioni legamentose il più possibile anatomiche.<br />
Da anni si cerca <strong>di</strong> trovare un’alternativa alla ricostruzione legamentosa<br />
con autograft; a nostra <strong>di</strong>sposizione ci sono gli allograft,<br />
soprattutto congelati, che permettono <strong>di</strong> avere a <strong>di</strong>sposizione un<br />
buon substrato per la ricostruzione legamentosa anche se con il<br />
limite della possibile trasmissione <strong>di</strong> malattie virali.<br />
Per ovviare a questo inconveniente, da anni si sta cercando <strong>di</strong> trovare<br />
un materiale sintetico adatto alla ricostruzione legamentosa che<br />
abbia le stesse caratteristiche <strong>di</strong> un trapianto autologo; i risultati clinici<br />
negli anni passati non sono stati incoraggianti, in quanto spesso<br />
ci sono stati fenomeni <strong>di</strong> fallimento dopo ricostruzione con legamenti<br />
sintetici anche se alcune esperienze hanno comunque offerto<br />
delle basi <strong>di</strong> partenza per continuare la ricerca in questo settore.<br />
Negli ultimi anni si è assistito anche ad una evoluzione continua<br />
delle tecniche chirurgiche; se fino ad alcuni anni fa la ricostruzione<br />
legamentosa (legamento crociato anteriore) veniva effettuata