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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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ate, in 5 casi. Il valore angolare me<strong>di</strong>o della scoliosi toracica è<br />

passato da 49,1° (min 32° – max 74°) nel preoperatorio a 28,2°<br />

(min 10° – max 46°) al follow-up, con una correzione me<strong>di</strong>a del<br />

41,9% (min 17,5% – max 66,2%), mentre il valore angolare me<strong>di</strong>o<br />

della scoliosi lombare è passato da 44,6° (min 32° – max 60°) nel<br />

preoperatorio a 32,8° (min 20° – max 50°) al follow-up, con una<br />

correzione me<strong>di</strong>a del 26,8% (min 11,9% – max 50,0%).<br />

Il valore angolare me<strong>di</strong>o della cifosi (T5-T12) è passato da 58,4°<br />

(min 37° – max 95°) nel preoperatorio a 44,0° (min 28° – max<br />

78°) al follow-up, con una correzione me<strong>di</strong>a del 23,7% (min 1,5%<br />

– max 49,2%).<br />

Nel gruppo trattato con growing rod la scoliosi era caratterizzata<br />

da una curva toracica strutturata in 6 casi, da una curva toracica<br />

ed una lombare, entrambe strutturate, in 3 casi. Il valore angolare<br />

me<strong>di</strong>o della scoliosi toracica è passato da 46,6° (min 32° – max<br />

65°) nel preoperatorio a 26,4° (min 10° – max 44°) al follow-up,<br />

con una correzione me<strong>di</strong>a del 44,3% (min 27,6% – max 58,3%),<br />

mentre il valore angolare me<strong>di</strong>o della scoliosi lombare è passato<br />

da 47,3° (min 40° – max 60°) nel preoperatorio a 35,7° (min 20° –<br />

max 50°) al follow-up, con una correzione me<strong>di</strong>a del 26,2% (min<br />

11,9% – max 50,0%).<br />

Il valore angolare me<strong>di</strong>o della cifosi (T5-T12) è passato da 59,3°<br />

(min 37° – max 95°) nel preoperatorio a 44,6° (min 28° – max<br />

78°) al follow-up, con una correzione me<strong>di</strong>a del 24,7% (min 1,5%<br />

– max 49,2%).<br />

Nel gruppo trattato con VEPTR la scoliosi era caratterizzata da una<br />

curva toracica strutturata in 6 casi, da una curva toracica ed una<br />

lombare, entrambe strutturate, in 2 casi. Il valore angolare me<strong>di</strong>o<br />

della scoliosi toracica è passato da 52,0° (min 35° – max 74°) nel<br />

preoperatorio a 30,25° (min 23° – max 46°) al follow-up, con una<br />

correzione me<strong>di</strong>a del 39,3% (min 17,5% – max 66,2%), mentre il<br />

valore angolare me<strong>di</strong>o della scoliosi lombare è passato da 40,5°<br />

(min 32° – max 49°) nel preoperatorio a 28,5° (min 26° – max 31°)<br />

al follow-up, con una correzione me<strong>di</strong>a del 27,7% (min 18,7% –<br />

max 36,7%).<br />

Il valore angolare me<strong>di</strong>o della cifosi (T5-T12) è passato da 56,3°<br />

(min 41° – max 85°) nel preoperatorio a 42,7° (min 32° – max<br />

57°) al follow-up, con una correzione me<strong>di</strong>a del 21,4% (min 9,3%<br />

– max 32,9%).<br />

DISCuSSIONE<br />

Le deformità spinali ad esor<strong>di</strong>o precoce possono condurre, se<br />

evolutive e non trattate, a severe complicazioni scheletriche e<br />

car<strong>di</strong>opolmonari 1 2 . Lo sviluppo polmonare non è infatti completo<br />

alla nascita, ed una deformità vertebrale “precoce” può alterarlo<br />

in maniera definitiva, determinando una ipoplasia del parenchima<br />

attraverso l’inibizione della crescita <strong>di</strong> alveoli e arteriole polmonari,<br />

con conseguente insufficienza respiratoria 2-7 . Il trattamento<br />

chirurgico deve quin<strong>di</strong> mirare ad un arresto dell’evoluzione della<br />

deformità, al fine <strong>di</strong> prevenire l’instaurarsi <strong>di</strong> tali complicazioni.<br />

In passato, esso si basava prevalentemente su <strong>di</strong> una fusione spinale<br />

precoce, che conduceva però ad un arresto della crescita, e <strong>di</strong> conseguenza<br />

ad una colonna più corta del normale, con risultati a volte<br />

insod<strong>di</strong>sfacenti per l’instaurarsi del crankshaft phenomenon 8 , nei<br />

T. Greggi, et al.<br />

casi in cui non venisse associata un’artrodesi anteriore. Inoltre, una<br />

fusione prematura ha effetti negativi sulla funzionalità respiratoria,<br />

sia per l’inibizione della crescita del parenchima polmonare, sia<br />

per l’alterazione della meccanica respiratoria della gabbia toracica,<br />

potendo condurre nel tempo a quadri <strong>di</strong> insufficienza respiratoria<br />

severa 9 10 . Il trattamento chirurgico si è così evoluto nel corso degli<br />

anni. Oggi, le opzioni a nostra <strong>di</strong>sposizione sono quattro: artrodesi,<br />

emiepifisiodesi, growing rod e VEPTR.<br />

Artrodesi<br />

Come già detto, l’artrodesi garantisce un buon controllo della<br />

deformità al prezzo però <strong>di</strong> un arresto della crescita <strong>di</strong> colonna,<br />

gabbia toracica e parenchima polmonare. Oggi, eventualemente<br />

associata a tecniche <strong>di</strong> wedge resction o <strong>di</strong> emivertebrectomia,<br />

trova in<strong>di</strong>cazione nel trattamento <strong>di</strong> scoliosi congenite a breve<br />

raggio, in cui un’artrodesi limitata a pochi segmenti non influisce<br />

negativamente sui processi <strong>di</strong> crescita.<br />

Emiepifisiodesi<br />

Nel 1963 Roaf 11 ipotizzò che nelle scoliosi ad esor<strong>di</strong>o precoce<br />

la deformità fosse sostenuta da una crescita asimmetrica della<br />

parte convessa della curva (più veloce) rispetto a quella concava,<br />

e propose come trattamento un’emiepifisiodesi vertebrale, con<br />

risultati però non del tutto sod<strong>di</strong>sfacenti (correzione inferiore ai<br />

10° Cobb nel 40% dei casi). Basandosi sulla stessa teoria, Marks<br />

propose una emiepifisiodesi convessa con o senza strumentazione<br />

<strong>di</strong> Harrington, ottenendo un buon controllo della curva, ma scarsi<br />

risultati in termini <strong>di</strong> correzione 12 . Più recentemente, Betz 13 ha<br />

eseguito un’emiepifisiodesi attraverso cambre posizionate per via<br />

toracoscopica in 21 pazienti affetti da scoliosi i<strong>di</strong>opatica dell’adolescenza,<br />

ottenendo una stabilizzazione della curva nel 60% dei casi.<br />

Tuttavia, in nessun caso si trattava <strong>di</strong> scoliosi dell’età pe<strong>di</strong>atrica.<br />

Growing rod<br />

Le basi per il moderno growing rod furono paradossalmente poste<br />

da Harrington 14 , che nel 1962 descrisse una tecnica <strong>di</strong> correzione<br />

senza artrodesi attraverso una barra in <strong>di</strong>strazione fissata alle estremità<br />

del lato concavo della scoliosi tramite uncini sublaminari.<br />

Successivamente, Moe 15 16 mo<strong>di</strong>ficò la tecnica <strong>di</strong> Harrington,<br />

limitando la <strong>di</strong>ssezione del periostio ai soli punti <strong>di</strong> ancoraggio<br />

degli uncini e posizionando le barre per via sottocutanea. Per<br />

ovviare all’elevata incidenza <strong>di</strong> complicazioni, soprattutto <strong>di</strong> natura<br />

meccanica (<strong>di</strong>sancoraggio degli uncini), riportata in entrambe le<br />

casistiche, nel 1977 Luque e Cardosa 17 proposero una fissazione<br />

spinale senza artrodesi, accoppiando fili sublaminari alle barre <strong>di</strong><br />

Harrington, poi mo<strong>di</strong>ficate a forma <strong>di</strong> “L” (Luque trolley). Secondo<br />

gli autori, non sarebbero stati necessari allungamenti, in quanto la<br />

barra, scorrendo attraverso i fili, avrebbe garantito alla colonna<br />

la possibilità <strong>di</strong> crescere, mentre la stabilità del costrutto avrebbe<br />

ovviato alla necessità <strong>di</strong> un’immobilizzazione postoperatoria.<br />

Tuttavia, le complicazioni meccaniche furono ugualmente numerose,<br />

così come le fusioni spontanee secondarie alla <strong>di</strong>ssezione<br />

del periostio necessaria per il posizionamento dei fili sublaminari<br />

18-20 . Nello stesso periodo in cui Luque descriveva la sua tecnica, in<br />

Italia Marchetti e Fal<strong>di</strong>ni descrissero l’end fusion technique 21 . Tale<br />

procedura prevedeva un primo <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> fusione delle end verte-<br />

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