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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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In tale <strong>di</strong>fficile scelta assume grande importanza anche la valutazione<br />

più minuziosa dell’entità del rischio chirurgico-anestesiologico<br />

da affrontare, che deve essere commisurato ai vantaggi attesi.<br />

Il secondo e non meno importante interrogativo è se operare presto<br />

o attendere. La risposta è con<strong>di</strong>zionata principalmente dalle caratteristiche<br />

dell’evoluzione della curva e dalla tolleranza alle ortesi <strong>di</strong><br />

procrastinamento. Ma deve sempre scaturire dalla consapevolezza<br />

che queste curve mantengono le loro caratteristiche <strong>di</strong> ottima correggibilità<br />

solo nei primi anni dell’evoluzione e mai dopo aver raggiunto<br />

i 40° Cobb; che lo sviluppo dei polmoni, i cui alveoli dopo<br />

gli 8 anni non si moltiplicano più, è impe<strong>di</strong>to dalla deformità della<br />

gabbia toracica; che l’intervento, anche se riesce a ridurre in modo<br />

importante l’entità della curva scoliotica, non è tuttavia in grado<br />

correggere sufficientemente la deformità toracica né <strong>di</strong> recuperare<br />

la funzione respiratoria già perduta e che il rischio chirurgico-anestesiologico<br />

aumenta sensibilmente nel tempo, sia in correlazione<br />

al progressivo deca<strong>di</strong>mento della funzione respiratoria, sia per<br />

effetto della maggior invasività dell’intervento in<strong>di</strong>cato.<br />

Quin<strong>di</strong> nella SMA II e nelle sue forme borderline, occorre generalmente<br />

operare presto, spesso nella terza infanzia (6 anni-pubertà).<br />

Il terzo interrogativo, strettamente connesso al precedente, è come<br />

intervenire chirurgicamente. La scelta è legata prima <strong>di</strong> tutto alla<br />

maturazione del soggetto. Solo se la crescita residua del tronco<br />

prevista è modesta, è possibile procedere all’intervento definitivo<br />

<strong>di</strong> artrodesi, a proposito del quale occorrono alcune considerazioni.<br />

La curva, se non grave e già molto strutturata, offre generalmente<br />

buona correggibilità; quin<strong>di</strong> la sola artrodesi posteriore strumentata<br />

è <strong>di</strong> regola sufficiente ad una buona correzione della curva. Il tessuto<br />

osseo vertebrale è quasi sempre <strong>di</strong> cattiva qualità, in quanto<br />

osteoporotico, e qualsiasi contenzione post-operatoria esterna è<br />

mal tollerata; <strong>di</strong> conseguenza occorre utilizzare un impianto iperstatico<br />

ad alto numero <strong>di</strong> vincoli associato ad un buon apporto <strong>di</strong><br />

osso <strong>di</strong> banca. Il <strong>di</strong>aframma è l’unico muscolo respiratorio risparmiato<br />

dalla malattia; quin<strong>di</strong> è da proscrivere l’artrodesi-liberazione<br />

anteriore, la cui esecuzione prevede spesso la frenotomia; alcuni<br />

A.A. lo consigliano solo in curve superiori ai 100° Cobb 5 . Il bacino<br />

è <strong>di</strong> regola obliquo; <strong>di</strong> conseguenza, frequentemente l’impianto<br />

deve essere esteso al sacro, allo scopo <strong>di</strong> correggere l’obliquità<br />

e l’affondamento dell’arcata costale nella pelvi 5 ; tuttavia nei<br />

soggetti appartenenti al Gruppo 3 <strong>di</strong> Evans, l’artrodesi non deve<br />

essere estesa al sacro, in quanto potrebbe essere causa <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta<br />

della deambulazione; anche per i pazienti del Gruppo 4, per i quali<br />

quest’ultimo rischio è comunque decisamente minore, l’artrodesi<br />

deve rispettare possibilmente almeno il passaggio L-S 5 . La previsione<br />

<strong>di</strong> una crescita residua del tronco percentualmente elevata,<br />

anche nella SMA, pur in presenza <strong>di</strong> un accrescimento vertebrale<br />

generalmente lento e ridotto, controin<strong>di</strong>ca un’artrodesi posteriore<br />

lunga, per il rischio <strong>di</strong> comparsa del “crankshaft phenomenon”;<br />

occorre quin<strong>di</strong> utilizzare una strumentazione registrabile, senza<br />

artrodesi (Fig. 1), e rinviare a fine crescita l’artrodesi definitiva 7<br />

(Fig. 2). Anche se questi sistemi <strong>di</strong> regola prevedono la protezione<br />

<strong>di</strong> un corsetto durante la posizione seduta, tuttavia esistono meto<strong>di</strong>che<br />

che permettono <strong>di</strong> evitare ogni contenzione 8 .<br />

I risultati del trattamento chirurgico relativo ad artrodesi posteriori,<br />

generalmente strumentate col sistema <strong>di</strong> Luque-Galveston e, più<br />

recentemente, con quello <strong>di</strong> Cotrel e Dubousset e derivati o con<br />

Fig. 1.<br />

F. Becchetti, et al.<br />

sistemi ibri<strong>di</strong> utilizzanti la fissazione sottolaminare, documentano<br />

una correzione angolare me<strong>di</strong>a che per la curva si aggira sul 65% e<br />

per l’obliquità pelvica sul 70% 9 .<br />

Fig. 2.<br />

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