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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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Trattamento chirurgico delle metastasi cervicali<br />

Fig. 2. (A) RMN che mostra crolli vertebrali patologici a livello C4-C5 da carcinoma della tiroide.<br />

L’intervento è consistito <strong>di</strong> una decompressione per via combinata anteriore e posteriore me<strong>di</strong>ante<br />

somatectomia C4-C5 per via anteriore, stabilizzazione e ricostruzione della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> sostanza con<br />

mesh in titanio riempita con trapianto osseo omologo, e stabilizzazione con placca e viti per via<br />

posteriore. (B) Alla RMN postoperatoria si apprezza area <strong>di</strong> infarto midollare (freccia).<br />

negli ultimi anni. I protocolli chemio-ra<strong>di</strong>oterapici, assieme all’immunoterapia,<br />

hanno significativamente contribuito il trattamento <strong>di</strong><br />

tumori dello scheletro, e ad oggi è possibile rimuovere le metastasi<br />

spinali in maniera analoga a quanto è già possibile con le metastasi<br />

degli arti 9 .<br />

Nel trattamento delle metastasi al rachide cervicale, s’incontrano<br />

principalmente tre tipologie <strong>di</strong> problematiche:<br />

• La necessità <strong>di</strong> una chirurgia aggressiva: gli interventi chirurgici<br />

in questa tipologia <strong>di</strong> pazienti prevedono un elevato livello<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà nel raggiungere e nel resecare il tumore, e possono<br />

richiedere multipli approcci chirurgici. A livello del rachide<br />

cervicale il chirurgo deve costantemente essere consapevole<br />

delle <strong>di</strong>verse strutture vascolari e neurologiche che s’incontrano<br />

durante l’intervento chirurgico.<br />

• Le in<strong>di</strong>cazioni: l’identificazione preoperatoria dei pazienti a<br />

potenziale buona prognosi è <strong>di</strong> fondamentale importanza per<br />

selezionare quelli che possono beneficiare <strong>di</strong> un intervento<br />

chirurgico più aggressivo. La ra<strong>di</strong>oterapia rappresenta la prima<br />

linea <strong>di</strong> trattamento nei pazienti con lesioni ra<strong>di</strong>osensibili in<br />

assenza <strong>di</strong> instabilità segmentarie significative, in assenza <strong>di</strong><br />

deficit neurologici, ed in caso <strong>di</strong> pazienti con scarsa prognosi<br />

e/o pazienti con lesioni del midollo spinale da più <strong>di</strong> 24 ore 10 .<br />

La chirurgia non ha un ruolo esclusivamente palliativo, e deve<br />

essere considerata solo in pazienti selezionati 11 ; gli obiettivi<br />

principali del trattamento chirurgico sono il trattamento del<br />

dolore, i deficit neurologici e l’instabilità segmentaria. Solo<br />

raramente la chirurgia ha un ruolo curativo, vale a <strong>di</strong>re quando<br />

la metastasi spinale è l’unica lesione secondaria ed il tumore<br />

primitivo ha buone prognosi ed aspettativa <strong>di</strong> vita (come nel<br />

caso del tumore renale a cellule chiare). In questi casi la lesione<br />

metastatica viene trattata come un tumore spinale primitivo, e<br />

S22<br />

sottoposto ad exeresi completa 12 13 . Per pazienti con un’aspettativa<br />

<strong>di</strong> vita ridotta, viene in<strong>di</strong>cato un trattamento meno aggressivo<br />

<strong>di</strong> laminectomia de compressiva seguita da stabilizzazione<br />

strumentata. In pazienti a prognosi infausta il trattamento<br />

conservativo ortesico e ra<strong>di</strong>oterapico rappresenta l’opzione da<br />

preferire. Dopo l’intervento chirurgico, il <strong>di</strong>fetto osseo viene<br />

ricostruito con mesh in titanio o in fibra <strong>di</strong> carbonio riempite<br />

con sostituti dell’osso, o da osso <strong>di</strong> banca opportunamente<br />

modellato, e raramente da cemento acrilico. La stabilizzazione<br />

prevede l’utilizzo <strong>di</strong> viti e placche in titanio per via anteriore,<br />

o sistemi <strong>di</strong> viti nei massicci laterali e barre per via posteriore.<br />

Spesso, in casi <strong>di</strong> decompressioni molto ampie, è necessario<br />

effettuare ricostruzioni e stabilizzazione per via anteriore e<br />

posteriore combinate 14 15 . In pazienti a scarsa prognosi, il<br />

trattamento chirurgico conservativo dovrebbe essere <strong>di</strong> scelta.<br />

In pazienti selezionati a scarsa prognosi ma con buon stato<br />

generale, abbiamo realizzato in passato una stabilizzazione che<br />

abbiamo chiamato “ortesi interna”, che consiste <strong>di</strong> un sistema<br />

<strong>di</strong> cerchiaggi metallici interspinosi stabilizzati con cemento<br />

acrilico, tecnica che permetteva <strong>di</strong> ridurre i tempi chirurgici<br />

in maniera significativa, e <strong>di</strong> stabilizzare questi pazienti fragili<br />

esponendoli ad una morbi<strong>di</strong>tà perioperatoria limitata 16 17 .<br />

• Le complicanze: pazienti con lesioni metastatiche al rachide<br />

cervicale sono solitamente con stato generale scadente e quadri<br />

clinici <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile standar<strong>di</strong>zzazione, che pre<strong>di</strong>spongono ad<br />

aumentati rischi <strong>di</strong> complicanze nel perioperatorio. Le complicanze<br />

più <strong>di</strong> frequente riportate in letteratura, e confermate<br />

dalla nostra esperienza personale più che trentennale sull’argomento,<br />

sono rappresentate principalmente da lesioni dell’arteria<br />

vertebrale, lesioni degli organi cavi del collo (principalmente<br />

lesioni esofagee), lesioni al midollo spinale ed alle ra<strong>di</strong>ci nervose,<br />

aumentate in caso <strong>di</strong> pachimeningite neoplastica (Fig. 3)<br />

con lesioni durali e/o fistole liquorali. Si associano inoltre i<br />

collassi dei corpi vertebrali e le complicanze legate all’utilizzo<br />

dei mezzi <strong>di</strong> sintesi o al trapianto osseo con successiva cifosi<br />

segmentaria, e la presenza <strong>di</strong> ematomi intra/extradurali 9 .<br />

Fig. 3. Pachimeningite neoplastica (freccia continua), durante release dalla dura madre (freccia<br />

tratteggiata).

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