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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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Me<strong>di</strong>cina rigenerativa e uso <strong>di</strong> cellule staminali in ortope<strong>di</strong>a<br />

N. Bal<strong>di</strong>ni, G. Ciapetti, D. Dallari, a. Giunti<br />

La me<strong>di</strong>cina rigenerativa è un nuovo, promettente settore <strong>di</strong> ricerca<br />

applicata in ortope<strong>di</strong>a e traumatologia. Il termine appare per la prima<br />

volta in un articolo del 1992 sull’amministrazione ospedaliera,<br />

con riferimento a tecnologie avanzate <strong>di</strong> possibile impatto sulla<br />

realtà ospedaliera. Si descrive infatti “…una nuova branca della<br />

me<strong>di</strong>cina che cerca <strong>di</strong> cambiare il corso delle malattie croniche e<br />

che in molti casi saprà rigenerare sistemi organici esauriti e <strong>di</strong>fettosi…”<br />

1 . La prima citazione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina rigenerativa nell’accezione<br />

o<strong>di</strong>erna compare peraltro su PubMed solo nel 2000 e il termine<br />

entra nell’uso comune a partire dall’anno successivo 2 3 .<br />

Inizialmente usato come sinonimo <strong>di</strong> ingegneria tissutale, la<br />

me<strong>di</strong>cina rigenerativa si basa su alcuni elementi fondamentali:<br />

• in aggiunta alle note caratteristiche <strong>di</strong> auto-rinnovamento e<br />

<strong>di</strong>fferenziamento, la capacità delle cellule midollari stromali<br />

(MSC) <strong>di</strong> rilasciare fattori <strong>di</strong> crescita e citochine come segnali<br />

per la riparazione dei tessuti;<br />

• in aggiunta ad appropriate caratteristiche meccaniche, la<br />

capacità <strong>di</strong> supporti (ingl. scaffold), naturali o artificiali, <strong>di</strong><br />

riprodurre la matrice extracellulare, fornendo così alle cellule<br />

idonei segnali per il <strong>di</strong>fferenziamento.<br />

Il fine ultimo della me<strong>di</strong>cina rigenerativa è la stimolazione delle<br />

risorse proprie dell’organismo, in particolare dei meccanismi <strong>di</strong><br />

guarigione e riparazione tissutale, attivando i processi fisiologici<br />

che guidano la riparazione tissutale, quali l’infiammazione, la<br />

neo-vascolarizzazione, l’azione dei macrofagi, l’invasione <strong>di</strong><br />

nuove cellule, etc 4 .<br />

Anche dopo la nascita l’osso mantiene una capacità innata <strong>di</strong> crescita<br />

controllata (rimodellamento), regolata da stimoli biologici e<br />

meccanici, e l’abilità <strong>di</strong> riparare un danno me<strong>di</strong>ante fenomeni <strong>di</strong><br />

rigenerazione tissutale. Il processo <strong>di</strong> riparazione dell’osso dopo<br />

una frattura ricapitola gli eventi dello sviluppo embrionale e fetale,<br />

in quanto si verificano sia l’ossificazione <strong>di</strong>retta al sotto del<br />

periostio nei primi giorni dopo il trauma, che, nei giorni successivi,<br />

l’ossificazione encondrale in prossimità del sito <strong>di</strong> frattura.<br />

Com’è noto, dato che l’ematoma che si forma nel sito <strong>di</strong> frattura<br />

contiene progenitori mesenchimali multipotenti e fattori solubili<br />

osteogenici e angiogenici, che giocano un ruolo fondamentale<br />

nella riparazione dell’osso, è importante assicurare una stabilità<br />

primaria e non rimuovere l’ematoma stesso 5 .<br />

L’utilizzo <strong>di</strong> innesti per la riparazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti ossei ha limiti ben<br />

conosciuti. Ad esempio sia la matrice ossea demineralizzata che l’os-<br />

Clinica Ortope<strong>di</strong>ca e Traumatologica I e Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia Ortope<strong>di</strong>ca<br />

e Me<strong>di</strong>cina Rigenerativa, Istituto Ortope<strong>di</strong>co Rizzoli, Bologna<br />

In<strong>di</strong>rizzo per la corrispondenza:<br />

Nicola Bal<strong>di</strong>ni. E-mail: nicola.bal<strong>di</strong>ni@ior.it<br />

G.I.O.T. 2010;36(suppl. 1):S151-S153<br />

so omologo, che non sono o sono solo scarsamente immunogenici<br />

dopo trattamento chimico o termico, possono persistere per anni nel<br />

tessuto <strong>di</strong> riparazione sotto forma <strong>di</strong> frammenti avvolti da tessuto<br />

fibroso reattivo, dunque non riassorbiti nè sostituiti da nuovo osso 6 .<br />

Elemento chiave per il successo della me<strong>di</strong>cina rigenerativa applicata<br />

alla chirurgia ortope<strong>di</strong>ca ricostruttiva è la <strong>di</strong>sponibilità da fonti<br />

<strong>di</strong>verse (in genere midollo osseo) <strong>di</strong> MSC con potenzialità osteogenica,<br />

in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziarsi se poste nelle con<strong>di</strong>zioni opportune.<br />

In aggiunta alla capacità <strong>di</strong>fferenziativa, le MSC sarebbero anche<br />

dotate <strong>di</strong> attività trofica 7 , ovvero della capacità <strong>di</strong> secernere fattori<br />

bioattivi (G-CSF, LIF, IL-6, SCF) che inibiscono la formazione <strong>di</strong><br />

tessuto cicatriziale e stimolano l’angiogenesi.<br />

Il Laboratorio <strong>di</strong> Fisiopatologia Ortope<strong>di</strong>ca e Me<strong>di</strong>cina Rigenerativa<br />

dell’Istituto Ortope<strong>di</strong>co Rizzoli ha una consolidata esperienza nella<br />

coltura <strong>di</strong> MSC derivate da midollo osseo umano (canale femorale<br />

o cresta iliaca) (Fig. 1).<br />

La caratterizzazione delle MSC è <strong>di</strong> tipo morfologico, biochimico<br />

e molecolare (Fig. 2). Nella nostra esperienza, non abbiamo<br />

riscontrato <strong>di</strong>fferenze nella resa <strong>di</strong> MSC legate al sesso o all’età<br />

del paziente, ma il contenuto <strong>di</strong> fosfatasi alcalina (marcatore del<br />

potenziale osteogenico) <strong>di</strong> questi precursori coltivati in terreno<br />

appropriato tende a calare al crescere dei passaggi in coltura 8 .<br />

Questo dato suggerisce che l’espansione in coltura <strong>di</strong> MSC, volta a<br />

ottenere un elevato numero <strong>di</strong> precursori da impiantare nel sito <strong>di</strong><br />

danno, può ridurre la capacità osteoinduttiva delle stesse.<br />

Un secondo elemento necessario per la rigenerazione ossea è la<br />

presenza in situ <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> crescita in grado d’indurre le cellule a<br />

proliferare e <strong>di</strong>fferenziarsi. Tali fattori sono stati identificati (BMP2,<br />

PDGF, TGFβ, FGF2, IGF) e <strong>di</strong> alcuni è reperibile in commercio la<br />

molecola ricombinante. La loro ampia <strong>di</strong>sponibilità in combinazione<br />

fisiologica dopo rilascio dalle piastrine costituisce la base razionale<br />

per l’utilizzo clinico <strong>di</strong> derivati piastrinici autologhi 9 10 .<br />

Un altro componente essenziale della me<strong>di</strong>cina rigenerativa applicata<br />

all’ortope<strong>di</strong>a è lo scaffold, una struttura <strong>di</strong> sostegno per le MSC<br />

che ne eviti la <strong>di</strong>spersione dopo inoculo 11 . Oltre ai materiali naturali,<br />

la maggior parte degli scaffold sono <strong>di</strong> natura polimerica o ceramica,<br />

con una degradazione controllata che consente <strong>di</strong> assolvere la funzione<br />

meccanica durante la rigenerazione del tessuto (Fig. 3). Nel nostro<br />

laboratorio numerosi scaffold tri<strong>di</strong>mensionali per il tessuto scheletrico<br />

sono stati valutati me<strong>di</strong>ante semina e coltura <strong>di</strong> MSC 12-14 .<br />

Gli elementi che rendono promettente il trattamento con MSC sono:<br />

a) la capacità delle MSC <strong>di</strong> inibire la proliferazione dei linfociti T,<br />

che apre la possibilità dell’uso <strong>di</strong> cellule allogeniche; b) la capacità<br />

<strong>di</strong> migrazione, che consiste nel movimento delle MSC, guidato da<br />

chemochine, fino al sito <strong>di</strong> danno (frattura, infarto del miocar<strong>di</strong>o,<br />

danno ischemico cerebrale); c) il <strong>di</strong>fferenziamento in vivo come<br />

cellule tessuto-specifiche in risposta ai segnali locali quando le MSC<br />

si trovano nel sito <strong>di</strong> danno; d) l’azione trofica, che porta a rilascio<br />

<strong>di</strong> fattori chiave nella rigenerazione 15 . Il limite più <strong>di</strong>fficile da supe-<br />

S151

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