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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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Spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>sciti non tubercolari<br />

za notturna e scarsa risposta agli antidolorifici, con<strong>di</strong>zionante una<br />

impotenza funzionale più evidente nelle forme acute. Di accompagnamento<br />

possono essere rilevati i segni dovuti alla compressione<br />

delle strutture nervose: sciatalgia, cruralgia, nevralgia intercostale<br />

o cervico-brachiale, ipostenia agli arti inferiori, mancato controllo<br />

sfinterico 5 . Anche i segni sistemici sono estremamente variabili,<br />

con<strong>di</strong>zionando spesso il ritardo <strong>di</strong>agnostico: febbre, sudorazioni<br />

notturne, astenia sono i sintomi più frequentemente riferiti.<br />

ESaMI EMaTOLOGICI<br />

Anche in queste forme infettive, il dosaggio della PCR risulta<br />

essere il marcatore più atten<strong>di</strong>bile, con valori alterati in oltre il 90%<br />

dei casi. VES in genere è elevata come pure α 2 alla elettroforesi<br />

proteica. Leucocitosi è riscontrabile in oltre il 50% dei casi.<br />

IMaGING<br />

RM: costituisce il gold standard della <strong>di</strong>agnostica strumentale 6 ; è<br />

l’esame più sensibile e precocemente positivo a cui va fatto ricorso<br />

quando la sintomatologia è suggestiva, nonostante le ra<strong>di</strong>ografie<br />

standard siano negative (va ricordato che il ritardo tra l’inizio<br />

dell’infezione e le alterazioni ossee evidenziabili con tale meto<strong>di</strong>ca<br />

può essere <strong>di</strong> 2-8 settimane) 7 ; la RM permette <strong>di</strong> evidenziare<br />

anomalie <strong>di</strong> segnale del <strong>di</strong>sco intervertebrale, del piatto e corpo<br />

vertebrale, l’epidurite (evidenziata dal gadolinio in T1), la presenza<br />

<strong>di</strong> flogosi o ascesso paravertebrale, la compressione midollare<br />

(Fig. 1); come segno precoce <strong>di</strong> spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>scite va ricordata l’immagine<br />

RM <strong>di</strong> edema parziale o totale dei corpi vertebrali, legata<br />

alla reazione edematosa midollare 2 .<br />

Scintigrafia ossea: la scansione dopo somministrazione dei ra<strong>di</strong>oisotopi<br />

tecnezio/gallio evidenzia un’iperfissazione vertebrale; a<br />

fronte della precocità rispetto alle alterazioni ra<strong>di</strong>ografiche, l’aspecificità<br />

della meto<strong>di</strong>ca e i falsi negativi (verosimilmente dovuti<br />

all’ischemia flogistica del corpo vertebrale) hanno fatto perdere<br />

d’importanza a tale meto<strong>di</strong>ca; parimenti le indagini con leucociti<br />

S78<br />

marcati possono essere inficiate dall’evento ischemico; l’indagine<br />

scintigrafia trova in<strong>di</strong>cazione solo nei pazienti impossibilitati a<br />

sottoporsi a RM.<br />

PET: <strong>di</strong> recente introduzione tale meto<strong>di</strong>ca ha <strong>di</strong>mostrato alta specificità<br />

e sensibilità, evidenziando l’attività del focolaio flogistico;<br />

trova razionale impiego nelle forme rimaste dubbie alla RMN, come<br />

pure nel monitoraggio della risposta alla terapia antibiotica (Fig. 2).<br />

TAC rachidea con MdC: inutile quando si può <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una RM,<br />

assume significato <strong>di</strong>agnostico accanto alla scintigrafia nei pazienti<br />

che non possono eseguire la RM; la TC risulta invece essenziale<br />

per l’esecuzione <strong>di</strong> agoaspirato per la <strong>di</strong>agnostica eziologica.<br />

DIaGNOSI EzIOLOGICa<br />

Fig. 1. Immagini TAC e RM <strong>di</strong> spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>scite <strong>di</strong>ffusa al passaggio dorso-lombare. Fig. 2. Stu<strong>di</strong>o PET <strong>di</strong> spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>scite L3-L4.<br />

Va fortemente sottolineata l’importanza <strong>di</strong> identificare il germe<br />

responsabile della spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>scite: a parte i pochi casi <strong>di</strong> lesione<br />

in corso <strong>di</strong> setticemia, dove la terapia antibiotica empirica (dopo<br />

esecuzione <strong>di</strong> emocolture) deve essere prontamente iniziata, in tutti<br />

gli altri casi l’unica urgenza è quella <strong>di</strong> identificare l’agente eziologico.<br />

Resistere alla tentazione <strong>di</strong> iniziare la somministrazione <strong>di</strong><br />

chemioterapici deve essere un imperativo.<br />

Accanto alle già citate emocolture, una attenta anamnesi può<br />

in<strong>di</strong>rizzare nella ricerca del momento (iatrogena?) o del punto <strong>di</strong><br />

partenza dell’infezione: ulcere o ascessi cutanei, infezioni polmonari,<br />

dentarie, gastroenteriche, urinarie (anche nei mesi precedenti<br />

l’insorgenza della sintomatologia). Va eseguita l’indagine sierologica<br />

per brucella e salmonella.<br />

In assenza <strong>di</strong> riscontro da emocolture o da focolai infettivi extravertebrali,<br />

è necessario procedere ad una puntura/biopsia nella<br />

sede dell’infezione per prelevare materiale idoneo alle indagini<br />

microbiologiche (identificazione nel 60-70% dei casi descritti) e<br />

anatomopatologiche.<br />

Il materiale prelevato (meglio se in presenza del microbiologo o<br />

dell’infettivologo) deve essere rapidamente inviato al laboratorio <strong>di</strong><br />

Microbiologia: è questo un momento cruciale per la sopravvivenza<br />

e quin<strong>di</strong> l’identificazione batterica.

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