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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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da neoplasia o da <strong>di</strong>verticolite. A volte i traumi della cute non sono<br />

necessariamente estesi o profon<strong>di</strong> e spesso in persone anziane sono<br />

sufficienti piccole lesioni <strong>di</strong> continuo o da grattamento per indurre<br />

questa patologia.<br />

Il tipo II è causato dallo Streptococco <strong>di</strong> gruppo A (Streptococcus<br />

pyogenes) da solo o in associazione a Staphylococcus aureus.<br />

Negli ultimi cinque anni sono <strong>di</strong>ventate progressivamente più<br />

frequenti le infezioni causate da ceppi <strong>di</strong> stafilococco meticillinoresistenti,<br />

particolarmente tra tossico<strong>di</strong>pendenti per via iniettiva e<br />

soggetti defedati che vivono in comunità. Ad oggi lo stafilococco<br />

meticillino-resistente viene isolato da più del 40% delle ferite<br />

necrotiche. Da sottolineare, inoltre, il fatto che lo streptococco <strong>di</strong><br />

gruppo A può sopravvivere e proliferare nei macrofagi, sfuggendo<br />

alla terapia antibiotica anche in tessuti adeguatamente vascolarizzati<br />

e facilmente raggiungibili dai farmaci. Il tipo III si riscontra a<br />

seguito della contaminazione <strong>di</strong> ferite cutanee profonde con acqua<br />

<strong>di</strong> mare contenente Vibrio vulnificus, per lo più in pazienti affetti<br />

da epatopatia cronica da HBV. Sebbene sia il tipo meno comune <strong>di</strong><br />

fascite necrotizzante, è gravato da un elevato tasso <strong>di</strong> mortalità per<br />

il rapi<strong>di</strong>ssimo interessamento sistemico.<br />

La terapia empirica <strong>di</strong> prima scelta era, fino a pochi anni fa, basata<br />

sulla somministrazione <strong>di</strong> penicillina e clindamicina, attive contro<br />

i microrganismi anaerobi Gram-positivi ed anche contro i clostri<strong>di</strong>.<br />

Poteva, in alcuni casi, essere opportuna l’aggiunta <strong>di</strong> un terzo<br />

farmaco attivo contro i microrganismi Gram-negativi. Oggi tale<br />

regime terapeutico è stato rivalutato a causa dell’emergenza <strong>di</strong><br />

antibiotico resistenza. Vancomicina, linezolid e daptomicina sono<br />

gli antibiotici raccomandati per i batteri Gram-positivi meticillinoresistenti,<br />

causa <strong>di</strong> infezione soprattutto nei tossico<strong>di</strong>pendenti per<br />

via iniettiva. La clindamicina rimane utile in quanto in grado <strong>di</strong><br />

inibire la produzione della proteina M e della esotossina dello<br />

Streptococco <strong>di</strong> gruppo A. I chinolonici hanno il vantaggio <strong>di</strong><br />

un’ottima penetrazione nei tessuti molli e sono attivi contro i batteri<br />

Gram-negativi 6-8 .<br />

Sono state utilizzate le immunoglobuline per via endovenosa<br />

(IVIGs) per la loro capacità <strong>di</strong> legare le esotossine <strong>di</strong> streptococco<br />

e stafilococco e <strong>di</strong> modulare la secrezione <strong>di</strong> citochine ad attività<br />

proinfiammatoria, la cui secrezione risulta aumentata nella risposta<br />

infiammatoria sistemica. Tuttavia si tratta ancora <strong>di</strong> ricerche sperimentali<br />

e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> non controllati.<br />

arTrITI SETTICHE<br />

Fattori <strong>di</strong> rischio per lo sviluppo <strong>di</strong> artriti settiche sono: artrite<br />

reumatoide, protesi articolari, iniezioni endoarticolari <strong>di</strong> steroi<strong>di</strong>,<br />

ulcere cutanee, <strong>di</strong>abete mellito, alcoolismo, uso <strong>di</strong> droghe per via<br />

iniettiva. I pazienti con artrite reumatoide presentano la più alta<br />

frequenza <strong>di</strong> artriti infettive a causa della flogosi articolare cronica,<br />

della frequente rottura <strong>di</strong> noduli reumatoi<strong>di</strong>, della terapia immunosoppressiva<br />

9 . La penetrazione dei batteri nell’articolazione può<br />

avvenire <strong>di</strong>rettamente dal torrente ematico, per contiguità da un sito<br />

<strong>di</strong> infezione o per inoculazione <strong>di</strong>retta a seguito <strong>di</strong> traumi, interventi<br />

chirurgici, infiltrazioni intrarticolari. Entro poche ore si sviluppa<br />

una sinovite con marcato infiltrato neutrofilo e s’innesca un processo<br />

<strong>di</strong>struttivo della cartilagine articolare a seguito del rilascio <strong>di</strong><br />

proteasi da parte delle cellule infiammatorie e dei condrociti 10 11 .<br />

F. aiuti, a. Esposito<br />

Lo Staphylococcus aureus è il batterio isolato con maggiore frequenza<br />

a tutte le età. Il 90% dei pazienti presenta un coinvolgimento<br />

monoarticolare. Le infezioni poliarticolari si osservano per lo più<br />

nei pazienti con artrite reumatoide.<br />

L’artrite settica è una malattia gravata da un elevato tasso <strong>di</strong> mortalità,<br />

fino all’11% 12 . Proprio per tale motivo deve essere considerata<br />

un’emergenza me<strong>di</strong>co-chirurgica, che necessita <strong>di</strong> un imme<strong>di</strong>ato ed<br />

adeguato trattamento, finalizzato non solo alla riduzione della mortalità<br />

ma anche alla prevenzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità articolari permanenti.<br />

Poiché, come precedentemente detto, gli agenti eziologici <strong>di</strong> più<br />

frequente riscontro sono stafilococchi e streptococchi, il trattamento<br />

antibiotico iniziale, prima dell’isolamento dell’agente patogeno,<br />

dovrebbe prevedere l’utilizzo <strong>di</strong> farmaci attivi contro essi: penicilline<br />

resistenti alle β-lattamasi e cefalosporine. In pazienti a rischio<br />

per infezioni da stafilococchi meticillino-resistenti, soprattutto<br />

pazienti defedati che vivono in comunità, andrebbero utilizzati<br />

glicopepti<strong>di</strong> come la vancomicina.<br />

Gli enterobatteri possono essere causa <strong>di</strong> artriti settiche per lo<br />

più in soggetti anziani ed immunodepressi. Spesso tali batteri, in<br />

particolare Escherichia coli, presentano resistenza anche alle cefalosporine<br />

<strong>di</strong> terza generazione grazie alla loro capacità <strong>di</strong> produrre<br />

un ampio spettro <strong>di</strong> β-lattamasi. In tali casi può essere utile la somministrazione<br />

<strong>di</strong> carbapenemi, come il meropenem.<br />

Il trattamento deve essere somministrato per più <strong>di</strong> sei settimane e<br />

nelle prime due settimane sarebbe opportuna la somministrazione<br />

parenterale per via endovenosa.<br />

SPONDILODISCITI<br />

Le spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>sciti infettive vengono <strong>di</strong>agnosticate con sempre maggiore<br />

frequenza a causa dell’aumento della popolazione anziana ed<br />

immunodepressa, dell’incrementato utilizzo <strong>di</strong> procedure spinali<br />

invasive e delle migliorate tecniche <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnostica per immagini.<br />

Numerosi casi <strong>di</strong> spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>scite sono preceduti da infezioni con<br />

<strong>di</strong>fferente localizzazione: cute e tessuti molli, apparato respiratorio,<br />

tratto gastroenterico. Da questi siti l’infezione si <strong>di</strong>ffonde al <strong>di</strong>sco<br />

intervertebrale per via ematogena 13 . L’infezione può essere, inoltre,<br />

conseguenza <strong>di</strong> inoculazione <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> agenti patogeni nello<br />

spazio <strong>di</strong>scale a seguito <strong>di</strong> procedure spinali invasive (lo 0.1-4%<br />

<strong>di</strong> queste ultime è complicato da una spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>scite e precedenti<br />

procedure spinali invasive sono chiamate in causa nel 20-30% <strong>di</strong><br />

tutti i casi <strong>di</strong> spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>scite) 14-16 .<br />

Nei soggetti immunodepressi l’eziologia è per lo più polimicrobica.<br />

In linea <strong>di</strong> massima, comunque, il microrganismo isolato più <strong>di</strong> frequente<br />

è lo Staphylococcus aureus, responsabile del 15-84% dei casi<br />

<strong>di</strong> spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>scite non tubercolare 17 . L’eziologia tubercolare è tipica<br />

<strong>di</strong> soggetti immunodepressi, alcoolisti, tossico<strong>di</strong>pendenti per via<br />

iniettiva, immigrati provenienti dall’Africa sub-sahariana e dal sudest<br />

asiatico 18 19 . Le infezioni fungine rappresentano l’1% dei casi <strong>di</strong><br />

spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>scite non tubercolare e <strong>di</strong> solito riconoscono quale agente<br />

causativo la Can<strong>di</strong>da albicans. Meno frequente sono responsabili<br />

<strong>di</strong> spon<strong>di</strong>lo<strong>di</strong>scite altre specie <strong>di</strong> Can<strong>di</strong>da o <strong>di</strong> Aspergillus 20 . Fattori<br />

<strong>di</strong> rischio per le infezioni da Can<strong>di</strong>da sono l’immunodepressione,<br />

il <strong>di</strong>abete, gli interventi chirurgici, l’uso <strong>di</strong> cateteri endovascolari,<br />

la somministrazione prolungata <strong>di</strong> antibiotici ad ampio spettro e<br />

l’ospedalizzazione in unità <strong>di</strong> terapia intensiva.<br />

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