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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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G.I.O.T. 2010;36(suppl. 1):S8-S12<br />

Chirurgia delle fratture da fragilità<br />

u. Tarantino, I. Cerocchi, M. Celi, L. Saturnino, a. Scialdoni, r. Iundusi, E. Gasbarra<br />

rIaSSuNTO<br />

Le fratture da fragilità rappresentano la manifestazione acuta e<br />

più eclatante dell’osteoporosi, come conseguenza della ridotta<br />

resistenza del tessuto osseo, legata ad un’alterazione della sua struttura,<br />

sia in termini quantitativi (densità minerale) che qualitativi<br />

(microarchitettura e turnover metabolico). Definire la resistenza<br />

dell’osso è un elemento essenziale per il chirurgo ortope<strong>di</strong>co.<br />

Egli affronta quoti<strong>di</strong>anamente delle situazioni patologiche che<br />

richiedono, per il loro trattamento, una conoscenza quanto più<br />

possibile accurata delle caratteristiche biomeccaniche del tessuto.<br />

In particolare gli aspetti macro e micro-architetturali dei segmenti<br />

ossei (sia a struttura trabecolare che compatta) sono stati indagati<br />

con accuratezza sempre maggiore, grazie alle possibilità offerte da<br />

tecniche <strong>di</strong> micro-imaging. Il chirurgo ortope<strong>di</strong>co ha un duplice<br />

compito nel trattamento del paziente con frattura da fragilità. Egli<br />

da un lato deve scegliere il trattamento conservativo o chirurgico<br />

più appropriato per la frattura appena avvenuta; d’altro canto deve<br />

in<strong>di</strong>viduare la patologia alla base dell’evento fratturativo, e, se<br />

possibile, prevenire eventuali fratture successive. La scelta della<br />

tecnica chirurgica per una frattura da fragilità non solo deve basarsi<br />

sulle caratteristiche della frattura, ma prendere in considerazione<br />

fattori in<strong>di</strong>viduali come età e con<strong>di</strong>zioni generali del paziente,<br />

privilegiando, quando possibile, tecniche mini-invasive con minori<br />

complicanze e tempi chirurgici più brevi.<br />

Parole chiave: frattura da fragilità, osteoporosi, osteosintesi<br />

SuMMary<br />

Fragility fractures represent the most impressive consequence of<br />

osteoporosis. They are due to reduced bone strength caused by a<br />

structural alteration which is both quantitative (bone density) and<br />

qualitative (bone microarchitecture and turnover). Defining bone<br />

strength is essential for the orthopae<strong>di</strong>c surgeon, who is frequently<br />

facing pathologic situations that require an accurate knowledge of<br />

bone biomechanical properties to be treated properly. In particular,<br />

macro and micro-architectural aspects of bone segments (both<br />

trabecular and cortical) were stu<strong>di</strong>ed with growing accuracy by<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “Tor Vergata”, Fondazione PTV “Policlinico Tor<br />

Vergata”, UOC Ortope<strong>di</strong>a e <strong>Traumatologia</strong><br />

In<strong>di</strong>rizzo per la corrispondenza:<br />

Umberto Tarantino, Fondazione PTV “Policlinico Tor Vergata”, UOC Ortope<strong>di</strong>a e<br />

<strong>Traumatologia</strong>, viale Oxford 81, 00133 Roma. Tel. +39 06 20903465.<br />

S8<br />

micro-imaging techniques. The orthopae<strong>di</strong>c surgeon has a double<br />

challenge. First, he must choose the most appropriate treatment,<br />

either conservative or surgical. Secondly, he must identify the<br />

pathologic con<strong>di</strong>tion that has caused the fracture and, if possible,<br />

he has to prevent subsequent fractures. The implant choice in the<br />

treatment of fragility fractures must not be based on the fracture<br />

characteristics only, but also consider in<strong>di</strong>vidual factors such as<br />

age and general con<strong>di</strong>tions of the patient preferring, if possible,<br />

less-invasive techniques, in order to reduce the incidence of complications<br />

and to shorten the surgical times.<br />

Key words: fragility fracture, osteoporosis, bone implants<br />

Le fratture da fragilità rappresentano la manifestazione acuta e<br />

più eclatante dell’osteoporosi, come conseguenza della ridotta<br />

resistenza del tessuto osseo, legata ad un’alterazione della sua<br />

struttura, sia in termini quantitativi (densità minerale) che qualitativi<br />

(microarchitettura e turnover metabolico). La prevalenza<br />

dell’osteoporosi è oggigiorno in continuo aumento, parallelamente<br />

al progressivo invecchiamento della popolazione, soprattutto nelle<br />

società occidentali. Si stima che nel Mondo siano oltre 200 milioni<br />

gli in<strong>di</strong>vidui osteoporotici. Tra la popolazione ultra 50enne, 1<br />

donna su 3 ed 1 uomo su 8 sono affetti da osteoporosi. In Italia<br />

tale patologia interessa potenzialmente 5.000.000 <strong>di</strong> persone, <strong>di</strong><br />

cui l’80% è rappresentato da donne in post-menopausa. Nel 2009<br />

gli in<strong>di</strong>vidui ultra 65enni in Italia erano il 20% dell’intera popolazione<br />

nazionale 1 . L’invecchiamento della popolazione ha trasferito<br />

l’attenzione del me<strong>di</strong>co, e in particolar modo dell’ortope<strong>di</strong>co, verso<br />

le patologie età-correlate, come l’osteoporosi.<br />

L’impatto socio-economico delle fratture da fragilità, conseguenza<br />

<strong>di</strong>retta dell’osteoporosi, è destinato a salire negli anni futuri.<br />

Infatti, da una analisi delle Schede <strong>di</strong> Dimissione Ospedaliera<br />

(SDO) relativa all’anno 2006, è emerso che, in Italia, le fratture<br />

da fragilità (femore prossimale, ra<strong>di</strong>o <strong>di</strong>stale, omero prossimale,<br />

caviglia, vertebre) in età post-menopausale e senile sono state più<br />

<strong>di</strong> 260.000 (87.000 solo <strong>di</strong> femore prossimale). La presenza <strong>di</strong> una<br />

o più fratture da fragilità in un soggetto osteoporotico definisce<br />

una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> osteoporosi severa. La <strong>di</strong>retta correlazione<br />

tra meccanismo traumatico e scarsa qualità ossea, è un concetto<br />

intrinseco nella stessa definizione <strong>di</strong> frattura da fragilità: “frattura<br />

conseguente a caduta da altezza minore o uguale alla statura<br />

del paziente” o “frattura che si presenta in assenza <strong>di</strong> un trauma<br />

evidente”. Nonostante ciò, non è improprio affermare che anche<br />

per fratture conseguenti ad un trauma ad alta energia, in soggetti<br />

che risultino positivi per uno o più fattori <strong>di</strong> rischio clinici, debba<br />

essere indagata la qualità dell’osso. I siti scheletrici più colpiti<br />

da fratture da fragilità sono l’omero prossimale, il ra<strong>di</strong>o <strong>di</strong>stale,

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