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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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materiali innovativi, stu<strong>di</strong> pubblicati a me<strong>di</strong>o-lunga <strong>di</strong>stanza dal<br />

trattamento, che ne vali<strong>di</strong>no l’efficacia.<br />

Altra meto<strong>di</strong>ca efficace nella correzione dell’alluce valgo <strong>di</strong> grado<br />

avanzato con IMA elevato è l’osteotomia alla base. Non molto <strong>di</strong>ffusa<br />

nella cultura ortope<strong>di</strong>ca europea, ha trovato scarsa <strong>di</strong>ffusione per<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> esecuzione e, soprattutto, <strong>di</strong> sintesi, con rischio <strong>di</strong> nonconsolidazione,<br />

mal-consolidazione, deformità in elevato <strong>di</strong> M1, ecc. 3<br />

Recentemente l’introduzione <strong>di</strong> placche a basso profilo ed in titanio,<br />

quin<strong>di</strong> senza necessità <strong>di</strong> rimozione, dotate <strong>di</strong> uno spaziatore<br />

solidale alla placca e calibrato al grado <strong>di</strong> deformità, in grado <strong>di</strong><br />

“aprire” il focolaio osteotomico fino a raggiungere la correzione<br />

voluta (osteotomia alla base in plus), ha ridestato nuovo interesse<br />

per questa tecnica. In particolare ci si è resi conto che, associando<br />

alla osteotomia alla base in plus una osteotomia <strong>di</strong>stale <strong>di</strong> traslazione<br />

laterale, con sottrazione <strong>di</strong> un cuneo a base me<strong>di</strong>ale sovrapponibile<br />

al cuneo al base, (simile alla osteotomia detta <strong>di</strong> Rever<strong>di</strong>n-<br />

Green) ed utilizzando tale cuneo come innesto osseo autoplastico,<br />

si poteva ottenere una correzione isometrica <strong>di</strong> M1.<br />

La doppia sintesi (base con placca/<strong>di</strong>stale con vite) assicura efficace<br />

correzione e stabilità, rapida consolidazione, correzione del<br />

PASA e decompressione a livello articolare, associando i pregi <strong>di</strong><br />

ambedue i tipi <strong>di</strong> osteotomie.<br />

La placca è a basso profilo e richiede, per l’applicazione, uno scollamento<br />

limitato delle parti molli, evitando danni al delicato sistema<br />

vascolare intermetatarsale, laterale al primo raggio, come avviene,<br />

non infrequentemente, con altre osteotomie tipo crescentica/semicircolare<br />

o Iuvara tipo A o B.<br />

Tale tecnica è stata recentemente standar<strong>di</strong>zzata nei dettagli e si<br />

presenta anch’essa vincente, anche se, indubbiamente, più com-<br />

Fig. 2. Esempio <strong>di</strong> correzione bilaterale <strong>di</strong> alluce valgo con IMA elevato ( 18° a destra-19° a sinistra)<br />

con osteotomia in plus con placca a basso profilo con spaziatore più osteotomia <strong>di</strong>stale con sottrazione<br />

<strong>di</strong> cuneo analogo a valore della correzione in plus (tecnica isometrica).<br />

a. Volpe<br />

plessa e con maggior curva <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento rispetto alla tecnica<br />

<strong>di</strong> Mitchell (Fig. 2).<br />

TraTTaMENTO DELLE DEFOrMITà DIGITaLI<br />

La deformità a martello delle <strong>di</strong>ta esterne, nelle sue varianti <strong>di</strong>to<br />

a maglio, <strong>di</strong>to a martello e <strong>di</strong>to ad artiglio, è il secondo gruppo <strong>di</strong><br />

deformità più frequenti nell’avampiede.<br />

Le deformità possono evolvere a deformità sul solo piano sagittale<br />

(clinodattilia) o multiplanare (<strong>di</strong>to sovrapposto o cross-over/<br />

overlapping)<br />

L’eziopatogenesi, come noto, è essenzialmente biomeccanica, per<br />

un progressivo squilibrio fra la prevalenza della potente muscolatura<br />

lunga (estensore lungo delle <strong>di</strong>ta ELD e flessore lungo delle <strong>di</strong>ta<br />

FLD) sulla debole muscolatura interossea (interossei e lombricali),<br />

con successivo ce<strong>di</strong>mento delle strutture <strong>di</strong> sostegno plantare, in<br />

particolare la placca plantare.<br />

Il meccanismo <strong>di</strong> sviluppo della deformità, come ci insegna<br />

Dragonetti, può essere inquadrato in tre gruppi, flexor stabilizationextensor<br />

substitution-flexor substitution, proprio in relazione a<br />

gruppo muscolare prevalente per attivazione anomala, in relazione<br />

a situazioni <strong>di</strong> prevalenza pronatoria (flexor stabilization), cavismo<br />

anteriore (extensor substitution), deficit del tricipite (flexor substitution)<br />

4 .<br />

Le deformità sono più frequenti nel secondo raggio a livello metatarso-falangeo<br />

(MF2), sia per fattori anatomici (assenza del primo<br />

interosseo dorsale per la MF2- frequente ipermetria <strong>di</strong> M2), sia per<br />

squilibrio biomeccanico con ipercarico secondario, per insufficienza<br />

del primo raggio.<br />

A <strong>di</strong>fferenza della chirurgia dell’alluce valgo, nella chirurgia della<br />

deformità delle <strong>di</strong>ta le procedure sulle parti molli (capsulotomia<br />

metatarso-falangea, allungamento/tenotomie ten<strong>di</strong>nee, scollamento<br />

placca plantare) rappresentano un tempo chirurgico fondamentale,<br />

propedeutico agli eventuali tempi scheletrici.<br />

Nel caso in cui la contrattura delle parti molli non si risolva adeguatamente,<br />

è necessario procedere ad osteotomie <strong>di</strong> decompressione<br />

della componente metatarsale, intra o extra-articolari.<br />

Tali osteotomie, dal design variabile, vengono obbligatoriamente<br />

sintetizzate con mezzi <strong>di</strong> sintesi vari, microviti, minicambre, fili <strong>di</strong><br />

Kirschner percutanei, pin riassorbibili, tranne che se eseguite con<br />

tecnica MIS.<br />

Accanto alla chirurgia sulle parti molli, ed in associazione o meno<br />

alla chirurgia ossea metatarsale, è necessario correggere la deformità<br />

<strong>di</strong>gitale, su una o più <strong>di</strong>ta.<br />

La correzione prevede una estensione del <strong>di</strong>to ed un suo irrigi<strong>di</strong>mento,<br />

per creare quel “rigid beam effect” necessario a garantire la<br />

presa sul terreno del <strong>di</strong>to in fase <strong>di</strong> propulsione.<br />

L’articolazione da fondere è l’interfalangea prossimale (IFP), mentre<br />

preferibilmente viene risparmiato il movimento della interfalangea<br />

<strong>di</strong>stale (IFD) e obbligatoriamente quello della metatarso-falangea<br />

corrispondente (MP) 5 .<br />

In base al tipo <strong>di</strong> affrontamento osseo mirato ad ottenere l’irrigi<strong>di</strong>mento,<br />

le artrodesi IFP vengono <strong>di</strong>stinte in piane (flat on flat) o a<br />

incastro (peg in hole).<br />

La fusione ossea o l’anchilosi stabile (ricercata con un affrontamento<br />

+ interposizione <strong>di</strong> capsula o ten<strong>di</strong>ne) vengono ottenute me<strong>di</strong>ante<br />

S275

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