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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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Fig. 4. Grafico dell’andamento dell’AOFAS score ai vari follow-up.<br />

tura del malleolo me<strong>di</strong>ale intraoperatoria trattata con cintesi con<br />

una vite complicanze.<br />

La valutazione clinica ha rilevato un AOFAS score pre-operatorio<br />

me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 41,0 ± 16, 65 ± 14,6 a 3 mesi, 69,6 ± 14,2 a 6 mesi,<br />

76,3 ± 15,8 a 1 anno, 76,4 ± 12,5 a 2 anni, 76,6 ± 10,1 a 3 anni,<br />

75,6 ± 12,2 a 4 anni e 79 ± 4,2 a 5 anni (Fig. 4).<br />

L’analisi ra<strong>di</strong>ografica dei controlli non ha evidenziato in nessun<br />

caso alterazioni del posizionamento delle componenti e nessuna<br />

zona <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>olucenza evolutiva. Le ra<strong>di</strong>ografie eseguite sottocarico<br />

in massima dorsiflessione e massima plantarflessione hanno rilevato<br />

rispettivamente una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 12,3 ± 8,6 e <strong>di</strong> 20,4 ± 7,5°.<br />

Abbiamo eseguito 3 revisioni per impingement me<strong>di</strong>ale con rimozione<br />

dell’osso eterotopico e artrolisi a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 1 anno dall’intervento<br />

senza però rimuovere nessuna componente protesica. In un<br />

paziente abbiamo eseguito a 2 anni dall’intervento un’osteotomia<br />

varizzante <strong>di</strong> calcagno per correggere la deformità in pronazione.<br />

Abbiamo rimosso 1 sola protesi a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 2 anni dall’intervento<br />

per una infezione in un paziente che aveva subito a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 1<br />

anno dall’intervento <strong>di</strong> sostituzione protesica una frattura <strong>di</strong> tibia<br />

<strong>di</strong>stale trattata chirurgicamente con placca e viti. Abbiamo avuto 1<br />

sola complicanza <strong>di</strong> guarigione della ferita risoltasi dopo me<strong>di</strong>cazioni<br />

prolungate. La sopravvivenza dell’impianto è risultata essere<br />

pertanto del 98,9%.<br />

CONCLuSIONI<br />

Dall’analisi della letteratura e dalla nostra esperienza clinica 9 è<br />

emerso come le in<strong>di</strong>cazioni per questo tipo <strong>di</strong> intervento siano limitate<br />

ai casi <strong>di</strong> artrosi al <strong>di</strong> sopra dei 50 anni o al <strong>di</strong> sotto dei 50 anni<br />

ma con basse richieste funzionali, ai casi <strong>di</strong> artrite reumatoide con<br />

ridotti compensi funzionali per l’interessamento <strong>di</strong> altre articolazioni,<br />

ai casi <strong>di</strong> artrosi con meno <strong>di</strong> 25° <strong>di</strong> flesso-estensione nelle altre<br />

articolazioni del piede e ai casi che rifiutano l’artrodesi 9 .<br />

Per il successo <strong>di</strong> una protesi <strong>di</strong> caviglia è importante anche valutare<br />

e correggere preventivamente la presenza o meno <strong>di</strong> deformità<br />

a carico dell’anca e del ginocchio possibili cause <strong>di</strong> sovracca-<br />

S. Giannini, et al.<br />

richi. Altre controin<strong>di</strong>cazioni relative a questo tipo <strong>di</strong> intervento<br />

sono rappresentate dalla presenza <strong>di</strong> un varismo o un valgismo del<br />

retropiede e da un’instabilità da squilibrio capsulo-legamentoso.<br />

Tali controin<strong>di</strong>cazioni sono relative in quanto possono essere<br />

corrette precedentemente o durante lo stesso atto chirurgico <strong>di</strong><br />

sostituzione protesica. Controin<strong>di</strong>cazioni assolute sono invece<br />

rappresentate da marcata osteoporosi, particolarmente se a carico<br />

dell’astragalo, perché favorisce l’affondamento della componente<br />

astragalica, dalla presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi neurologici severi, patologie<br />

vascolari importanti e da processi infettivi in atto.<br />

Dal nostro stu<strong>di</strong>o, ad un follow-up me<strong>di</strong>o, sono emersi, da un punto<br />

<strong>di</strong> vista clinico, risultati sod<strong>di</strong>sfacenti per questo nuovo modello<br />

protesico soprattutto per quanto riguarda la funzione rispetto<br />

alla metanalisi <strong>di</strong> Stengel 1 . Il risultato più eclatante rimane sicuramente<br />

il bassissimo tasso <strong>di</strong> revisioni anche rispetto ad una<br />

recente serie <strong>di</strong> 122 pazienti 10 . Il presente stu<strong>di</strong>o ha <strong>di</strong>mostrato<br />

che nei casi analizzati l’intervento <strong>di</strong> protesi <strong>di</strong> tibiotarsica BOX<br />

ha dato buoni risultati sia clinici che ra<strong>di</strong>ografici, permettendo <strong>di</strong><br />

raggiungere un buon recupero della motilità e una buona stabilità,<br />

ovviamente occorrerà rivalutare gli stessi risultati a più lunghi<br />

follow-up.<br />

BIBLIOGraFIa<br />

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