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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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La malattia esostosante in età pe<strong>di</strong>atrica<br />

• per <strong>di</strong>smetrie maggiori <strong>di</strong> 2 cm, è previsto un trattamento<br />

chirurgico, che si avvale <strong>di</strong>:<br />

– interventi <strong>di</strong> epifisiodesi simmetriche per il rallentamento<br />

della crescita dell’arto più lungo, in soggetti<br />

vicino al termine <strong>di</strong> accrescimento (età: 11-13 anni<br />

circa) e per <strong>di</strong>smetrie comprese tra 2 e 3 cm;<br />

– interventi <strong>di</strong> allungamento saranno presi in considerazione<br />

solo a partire da <strong>di</strong>smetria maggiori <strong>di</strong> 3 cm.<br />

Verranno qui <strong>di</strong> seguito descritte le localizzazioni esostosiche più<br />

frequenti, insieme con le problematiche che esse provocano.<br />

ESOSTOSI a LIVELLO DEL GINOCCHIO<br />

Le formazioni esostosiche intorno al ginocchio assumono generalmente<br />

un aspetto peduncolato in <strong>di</strong>rezione prossimale a livello del<br />

femore <strong>di</strong>stale, peduncolato in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>stale a livello della tibia<br />

prossimale e sessile a livello del perone prossimale.<br />

La crescita <strong>di</strong> queste formazioni comporta due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> problematiche:<br />

la compressione delle strutture limitrofe e i <strong>di</strong>sturbi dell’accrescimento<br />

delle fisi 1 2 .<br />

• Esostosi a sviluppo posteriore a partenza dalla metafisi prossimale<br />

<strong>di</strong> tibia o (più frequentemente) <strong>di</strong>stale <strong>di</strong> femore possono<br />

determinare compressione dei vasi poplitei. In questi casi sarà<br />

in<strong>di</strong>cata l’asportazione delle lesioni, preceduta da uno stu<strong>di</strong>o<br />

RMN, ed eventuale TC con mezzo <strong>di</strong> contrasto o angiografia;<br />

• Le esostosi a partenza dal perone prossimale possono determinare<br />

una compressione nervosa a carico dello Sciatico Popliteo<br />

Esterno. Tale nervo, infatti, decorre girando intorno alla testa<br />

del perone e può quin<strong>di</strong> essere uncinato tra il ten<strong>di</strong>ne bicipitale<br />

(prossimamente) e un’eventuale esostosi: la conseguenza può<br />

essere una sofferenza nervosa <strong>di</strong> tipo cronico o acuto.<br />

– Nel primo caso è presente una sintomatologia cronica <strong>di</strong><br />

tipo doloroso/parestesico nel territorio <strong>di</strong> innervazione dello<br />

SPE, che può essere associata o meno a deficit muscolari<br />

ingravescenti e a <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> sensibilità in tale territorio. È<br />

in<strong>di</strong>cata l’asportazione dell’esostosi, previo stu<strong>di</strong>o RMN ed<br />

esame elettrico/ElettroMioGrafia;<br />

– il secondo caso rappresenta una vera e propria urgenza<br />

ortope<strong>di</strong>ca: la compressione del nervo determina una<br />

paralisi acuta a carico dei muscoli innervati dallo SPE (tra<br />

cui m. tibiale anteriore, m. estensore comune delle <strong>di</strong>ta, m.<br />

estensore proprio dell’alluce, mm. peronei) con conseguente<br />

impotenza nella flessione dorsale attiva della caviglia e<br />

delle <strong>di</strong>ta del piede e steppage. Se la compressione nervosa<br />

non viene risolta nel giro <strong>di</strong> poche ore, ovvero se il paziente<br />

non viene sottoposto urgentemente ad intervento <strong>di</strong> asportazione<br />

dell’esostosi peroneale con liberazione del nervo,<br />

il danno <strong>di</strong>venterà progressivamente irreversibile: ciò vuol<br />

<strong>di</strong>re che anche un’asportazione chirurgica tar<strong>di</strong>va dell’esostosi<br />

non porterà comunque a una ripresa completa dell’attività<br />

muscolare e sensitiva in tale <strong>di</strong>stretto, e condannerà<br />

tra l’altro il paziente all’uso <strong>di</strong> ortesi (molla <strong>di</strong> Co<strong>di</strong>villa)<br />

per compensare il deficit <strong>di</strong> flessione dorsale attiva.<br />

È opportuno che tutti i genitori <strong>di</strong> pazienti con esostosi<br />

multiple (nonché i pazienti stessi, non appena possibile)<br />

siano ben informati <strong>di</strong> tale rischio, e dell’opportunità <strong>di</strong><br />

S118<br />

a<br />

Fig. 8. A) F, 8 aa, deformazione dell’avambraccio tipo 1 secondo Masada. B) Controllo rx dopo<br />

intervento <strong>di</strong> asportazione dell’esostosi ulnare <strong>di</strong>stale ed osteotomia correttiva del ra<strong>di</strong>o <strong>di</strong>stale<br />

Fig. 9. M, 9 aa, deformazione dell’avambraccio tipo 2 secondo Masada. In tale caso si è proceduto<br />

ad intervento <strong>di</strong> allungamento dell’ulna. Si programmerà eventuale resezione del capitello ra<strong>di</strong>ale a<br />

termine <strong>di</strong> accrescimento.<br />

verificare perio<strong>di</strong>camente (ogni 8-10 giorni possibilmente)<br />

la capacità del paziente <strong>di</strong> flettere dorsalmente in maniera<br />

attiva la caviglia e le <strong>di</strong>ta del piede.<br />

• Dismetria: a causa del fatto che le fisi intorno al ginocchio<br />

contribuiscono alla maggior parte della crescita in lunghezza<br />

degli arti inferiori (rispettivamente, la fisi femorale <strong>di</strong>stale contribuisce<br />

all’80% <strong>di</strong> crescita del femore, la fisi tibiale prossimale<br />

contribuisce al 70% <strong>di</strong> crescita in lunghezza della tibia), un<br />

<strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> accrescimento secondario a formazioni esostosiche a<br />

tale livello, potrà determinare un’ipometria dell’arto interessato<br />

(e <strong>di</strong> conseguenza una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> lunghezza tra i due arti),<br />

che in genere non supererà i 2-2,5 cm. Saranno dunque in<strong>di</strong>cati<br />

rialzi o interventi <strong>di</strong> epifisiodesi/allungamento in base all’entità<br />

dell’ipometria. Inoltre, l’accorciamento potrà essere associato<br />

B<br />

a<br />

B

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