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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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G.I.O.T. 2010;36(suppl. 1):S24-S29<br />

Protocollo <strong>di</strong> trattamento delle metastasi ossee nello scheletro appen<strong>di</strong>colare e pelvico<br />

D.a. Campanacci, P. Cuomo, G. Beltrami, G. Scoccianti, P. De Biase, N. Mondanelli, F. Frenos, r. Capanna<br />

INTrODuzIONE<br />

La sopravvivenza dei malati <strong>di</strong> cancro è migliorata sensibilmente<br />

grazie alla <strong>di</strong>agnosi precoce ed alle moderne meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> trattamento<br />

1 . Le metastasi ossee da carcinoma sono frequenti e, considerata<br />

la prolungata sopravvivenza dei pazienti, rappresentano un<br />

problema sociale e sanitario <strong>di</strong> rilievo per la collettività. Gli obiettivi<br />

principali del trattamento delle metastasi scheletriche sono: 1) la<br />

prevenzione e la cura delle fratture patologiche delle ossa lunghe;<br />

2) la prevenzione e la cura della compressione midollare spinale;<br />

3) il controllo del dolore; 4) il mantenimento <strong>di</strong> una qualità <strong>di</strong> vita<br />

<strong>di</strong>gnitosa.<br />

Il trattamento delle metastasi ossee richiede un approccio multi<strong>di</strong>sciplinare<br />

da parte del chirurgo ortope<strong>di</strong>co, dell’oncologo me<strong>di</strong>co<br />

e del ra<strong>di</strong>oterapista, ma i ruoli dei <strong>di</strong>versi specialisti dovrebbero<br />

essere coor<strong>di</strong>nati allo scopo <strong>di</strong> definire quando la chirurgia deve<br />

avere la priorità rispetto alle scelte terapeutiche non chirurgiche.<br />

Per questo motivo, nel 2001 abbiamo proposto un protocollo <strong>di</strong><br />

trattamento delle metastasi ossee da carcinoma dello scheletro periferico<br />

(cingolo scapolare e pelvico e arti), con il proposito <strong>di</strong> definire<br />

delle linee guida per un approccio multi<strong>di</strong>sciplinare al paziente<br />

con metastasi scheletriche 2 . Obiettivo delle linee guida è definire<br />

quando la chirurgia è in<strong>di</strong>cata e il tipo <strong>di</strong> intervento più adatto,<br />

evitando interventi insufficienti o eccessivamente aggressivi.<br />

Il protocollo proposto prende in considerazione i principali fattori<br />

prognostici della malattia metastatica. 1) Le caratteristiche biologiche:<br />

l’aspettativa <strong>di</strong> sopravvivenza (tipo <strong>di</strong> tumore primitivo);<br />

l’estensione della malattia (lesione unica o multipla); le con<strong>di</strong>zioni<br />

generali del paziente (performance status); l’intervallo libero da<br />

malattia. 2) Le caratteristiche biomeccaniche: presenza o rischio <strong>di</strong><br />

frattura patologica nelle ossa lunghe principali (sede e <strong>di</strong>mensioni<br />

della lesione; tipo <strong>di</strong> lesione litica o addensante). 3) La sensibilità<br />

prevista alle terapie non chirurgiche (chemioterapia, ra<strong>di</strong>oterapia,<br />

ormonoterapia etc.). Quest’ultima è in realtà una caratteristica<br />

biologica del tumore che ha però un significato biomeccanico in<br />

quanto in<strong>di</strong>ca la possibilità <strong>di</strong> ristrutturazione del segmento osseo<br />

nel tempo e la conseguente stabilità meccanica.<br />

S.O.D. Ortope<strong>di</strong>a Oncologica, Centro Traumatologico Ortope<strong>di</strong>co, Azienda<br />

Ospedaliera Universitaria Careggi, Firenze.<br />

In<strong>di</strong>rizzo per corrispondenza:<br />

S.O.D. Ortope<strong>di</strong>a Oncologica, Centro Traumatologico Ortope<strong>di</strong>co, Azienda<br />

Ospedaliera Universitaria Careggi, Firenze. E-mail: cuomo@virgilio.it<br />

S24<br />

CLaSSI DI PazIENTI<br />

I pazienti con metastasi ossee da carcinoma degli arti e dei cingoli<br />

pelvico e scapolare sono assegnati ad una delle seguenti quattro<br />

classi (Tab. I):<br />

CLASSE 1 – Pazienti con una metastasi scheletrica solitaria da<br />

tumore primitivo a buona prognosi (mammella, prostata, rene,<br />

tiroide) e con prolungato intervallo libero da malattia (> 3 anni) dal<br />

tumore primitivo alla metastasi.<br />

CLASSE 2 – Pazienti con una frattura patologica nelle ossa lunghe<br />

principali (omero, ra<strong>di</strong>o, ulna, femore e tibia).<br />

CLASSE 3 – Pazienti con una lesione a rischio <strong>di</strong> frattura patologica<br />

nelle ossa lunghe principali. CLASSE 4 – È la classe più<br />

numerosa e comprende tutti i pazienti con:<br />

• lesioni metastatiche osteoblastiche;<br />

• lesioni in ossa non sottoposte a carico (ulna <strong>di</strong>stale, coste, perone,<br />

clavicola);<br />

• lesioni non a rischio <strong>di</strong> frattura nelle principali ossa lunghe;<br />

• lesioni per le quali l’unico intervento possibile sarebbe l’amputazione<br />

dell’arto;<br />

• lesioni nell’ala iliaca, arco pelvico anteriore e scapola (eccetto<br />

i pazienti inclusi in classe 1).<br />

Tab. I. I pazienti con metastasi ossee vengono inseriti in una delle seguenti 4<br />

classi.<br />

CLaSSE 1 Metastasi solitarie<br />

Tumore primitivo a buona prognosi (mammella, prostata, rene,<br />

tiroide <strong>di</strong>ff.)<br />

Intervallo libero da malattia > 3 anni<br />

CLaSSE 2 Frattura patologica nelle ossa lunghe<br />

CLaSSE 3 Rischio imminente <strong>di</strong> frattura patologica in ossa principali sotto carico<br />

CLaSSE 4 Lesioni addensanti<br />

Lesioni litiche o miste in ossa non portanti (perone, coste, sterno,<br />

clavicola)<br />

Lesioni osteolitiche nelle ossa lunghe non a rischio imminente <strong>di</strong><br />

frattura<br />

Lesioni dell’ala iliaca, dell’arco pelvico anteriore o della scapola<br />

(eccetto classe 1)<br />

Pazienti in cui l’estensione della lesione richiederebbe l’amputazione<br />

dell’arto<br />

INDICazIONI CHIrurGICHE<br />

I pazienti delle classi 1, 2 e 3 devono essere inviati in prima istanza<br />

al chirurgo ortope<strong>di</strong>co per il trattamento chirurgico ed in seguito<br />

all’oncologo me<strong>di</strong>co e/o ra<strong>di</strong>oterapista per le terapie a<strong>di</strong>uvanti. I

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