30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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L’apparato locomotore nelle malattie ematologiche<br />
cui non corrisponde un adeguata azione ricostruttrice da parte<br />
degli osteoblasti. Quin<strong>di</strong> le lesioni litiche non sono legate ad un<br />
effetto <strong>di</strong>retto da parte delle cellule tumorali. I fattori chiave nella<br />
determinazione delle lesioni litiche nel mieloma sono rappresentati<br />
dall’Interleuchina 6 (IL-6), dal RANKL, dall’MIP1 (macrophage<br />
inflamatory protein 1), dall’interleuchina 3 (IL-3) e da un’alterata<br />
funzione degli osteoblasti.<br />
Una forma particolare <strong>di</strong> Mieloma è il mieloma solitario osseo, si<br />
tratta <strong>di</strong> un mieloma localizzato all’osso in assenza <strong>di</strong> altri segni<br />
<strong>di</strong> mieloma (anemia, ipercalcemia, insufficienza renale e malattia<br />
ossea <strong>di</strong>ffusa) 7 . La sua <strong>di</strong>agnosi richiede la presenza <strong>di</strong> plasmacellule<br />
clonali alla biopsia della lesione ossea, l’assenza <strong>di</strong> altre lesioni<br />
litiche oltre che alla ra<strong>di</strong>ografia standard dello scheletro anche alla<br />
TAC/PET ed alla Risonanza magnetica della colonna e della pelvi,<br />
l’assenza <strong>di</strong> plasmacellule clonali all’aspirato midollare ed alla<br />
biopsia ossea, l’assenza <strong>di</strong> anemia, ipercalcemia ed insufficienza<br />
renale. La presenza <strong>di</strong> una paraproteina non esclude la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />
mieloma osseo solitario.<br />
MaNIFESTazIONI OSTEOarTICOLarI IN COrSO DI LEuCEMIE<br />
Soprattutto nei bambini, queste manifestazioni possono precedere<br />
i segni biologici della leucemia ponendo dei <strong>di</strong>fficili problemi <strong>di</strong>agnostici.<br />
Il dolore osseo o articolare, può rappresentare uno dei primi<br />
segni della malattia e si ritrova alla <strong>di</strong>agnosi in circa il 15% dei<br />
bambini e 5% degli adulti. I dolori sono intensi e si accompagnano<br />
frequentemente a febbre localizzandosi a livello delle ossa lunghe<br />
ma anche la colonna vertebrale può essere interessata. Il dolore<br />
osseo è dovuto alla massiva infiltrazione delle cavità midollari da<br />
parte delle cellule leucemiche. L’intensità del dolore non correla<br />
con i segni ra<strong>di</strong>ologici che possono mettere in evidenza lesioni<br />
osteolitiche o osteocondensanti ma anche un quadro <strong>di</strong> osteopenia<br />
<strong>di</strong>ffuso 8 9 .<br />
MaNIFESTazIONI OSTEOarTICOLarI IN COrSO DI LINFOMI<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista clinico <strong>di</strong>stinguiamo due tipi <strong>di</strong> linfomi: i<br />
Linfomi non Hodgkin (LNH) ed i Linfomi <strong>di</strong> Hodgkin (LH). La<br />
loro origine è nella maggior parte dei casi linfonodale, anche se<br />
un 25% circa <strong>di</strong> LNH può avere un origine extranodale. Tra questi<br />
linfomi extranodali si trova anche il LNH osseo primitivo.<br />
LNH Osseo Primitivo<br />
Si tratta <strong>di</strong> una presentazione rara dei LNH extranodali (< 2% <strong>di</strong><br />
tutti i LNH) che si manifesta con lesioni <strong>di</strong>struttive dell’osso isolate<br />
o multiple. La maggior parte dei pazienti lamenta un dolore osseo<br />
che non <strong>di</strong>minuisce a riposo. Possono essere presenti una massa<br />
palpabile dovuta all’estensione del linfoma ai tessuti molli, fratture<br />
patologiche, compressioni midollari o sintomi B (febbre, per<strong>di</strong>ta<br />
<strong>di</strong> peso o sudorazione nottura). Questi sintomi possono persistere<br />
a lungo prima che il paziente si decida a consultare un me<strong>di</strong>co.<br />
Le ossa lunghe e le vertebre sono i segmenti ossei più frequentemente<br />
colpiti 10 . La <strong>di</strong>agnosi necessita dell’esame istologico della<br />
lesione ossea e si completa con l’esecuzione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ologici<br />
che comprendono la ra<strong>di</strong>ografia standard, la TAC Total Body e la<br />
S36<br />
Risonanza Magnetica per ulteriore caratterizzazione della lesione<br />
ossea e per determinare l’eventuale estensione della malattia ai<br />
tessuti molli ed ai linfono<strong>di</strong>.<br />
Localizzazioni ossee in corso <strong>di</strong> LNH<br />
In corso <strong>di</strong> LNH possiamo avere localizzazioni ossee della malattia<br />
isolate o multiple. Generalmente interessano lo scheletro assiale e<br />
nel 75% dei casi sono <strong>di</strong> tipo osteolitico con ra<strong>di</strong>colalgia e possibilità<br />
<strong>di</strong> compressione midollare con conseguente sintomatologia<br />
neurologica associata 11 .<br />
Localizzazioni ossee in corso <strong>di</strong> LH<br />
Si tratta <strong>di</strong> localizzazioni rare del LH e nella maggior parte dei<br />
casi interessa lo scheletro assiale. Nella maggior parte dei casi<br />
l’aspetto ra<strong>di</strong>ologico è <strong>di</strong> una lesione litica, ma nel 15-30% dei<br />
casi la lesione è osteocondensante e può essere mista nel 10-25%<br />
dei casi 12 .<br />
MaNIFESTazIONI OSTEOarTICOLarI IN COrSO DI EMOFILIa<br />
E SINDrOMI EMOFILICHE<br />
Le manifestazioni osteoarticolari che si osservano in corso <strong>di</strong><br />
Emofilia A (deficit del fattore VIII), Emofilia B (deficit del fattore<br />
IX) e sindromi correlate (deficit degli altri fattori della coagulazione)<br />
sono dovute essenzialmente al frequente ripetersi <strong>di</strong> emorragie<br />
intra-articolari (Emartri) che fanno la loro comparsa non appena<br />
il bambino affetto da queste coagulopatie congenite comincia a<br />
muovere i primi passi e che l’accompagneranno, con frequenza<br />
<strong>di</strong>versa a seconda della gravità dell’alterazione congenita, per tutta<br />
la vita. Nei casi <strong>di</strong> Emofilia grave queste emorragie intra-articolari<br />
si manifestano nel 70-90% dei casi. Altre emorragie che possono<br />
essere responsabili <strong>di</strong> manifestazioni osteoarticolari sono gli ematomi<br />
profon<strong>di</strong> intramuscolari.<br />
Emartri<br />
Gli emartri interessano prevalentemente le articolazioni degli arti<br />
inferiori e in particolare quelle articolazioni poco protette dalle<br />
masse muscolari. Il 90% <strong>di</strong> tutti gli emartri si manifesta a livello<br />
delle articolazioni delle ginocchia (45%), dei gomiti (30%) e delle<br />
caviglie (15%). Il restante 10% degli emartri è equamente sud<strong>di</strong>viso<br />
tra le articolazioni della spalla, del polso e delle anche. All’inizio<br />
l’emartro si manifesta con una sensazione <strong>di</strong> fasti<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>fficoltà<br />
al movimento e, in assenza <strong>di</strong> un trattamento, nel giro <strong>di</strong> poche<br />
ore il quadro clinico si completa con la comparsa <strong>di</strong> forti dolori<br />
all’articolazione colpita associati a tumefazione, calore cutaneo ed<br />
impotenza funzionale più o meno grave. All’esame obiettivo, l’articolazione<br />
appare tumefatta e scarsamente mobile per la presenza<br />
<strong>di</strong> una flessione antalgica. In assenza <strong>di</strong> un trattamento adeguato i<br />
sintomi regre<strong>di</strong>scono entro 8-10 giorni ma bisogna attendere circa<br />
3-4 settimane per un recupero totale.<br />
L’Artropatia emofilica<br />
La comparsa <strong>di</strong> un primo emartro pre<strong>di</strong>spone l’articolazione colpita<br />
alla reci<strong>di</strong>va e se gli emartri si ripetono con una certa frequenza<br />
nella stessa articolazione (articolazione bersaglio) il recupero tra<br />
due episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> emartro sarà sempre più <strong>di</strong>fficile. Lo span<strong>di</strong>mento