30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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fratture dell’estremo prossimale dell’omero e la nostra esperienza si<br />
è arricchita nel tempo grazie al miglioramento dei materiali e delle<br />
tecnologie, alla pubblicazione dei dati della Letteratura e quin<strong>di</strong> alle<br />
esperienze con<strong>di</strong>vise con altri gruppi <strong>di</strong> lavoro italiani ed internazionali.<br />
Noi riteniamo che malgrado le <strong>di</strong>fficoltà interpretative delle classificazioni<br />
<strong>di</strong> Neer 2 , della AO, per un corretto trattamento è necessario<br />
considerare il tipo <strong>di</strong> frattura inquadrandola in queste classificazioni<br />
oramai consolidate dal tempo e dall’esperienza. Inoltre nuovi<br />
dati circa la morfologia delle fratture, apportate da altre classificazioni<br />
quali la “Lego System” <strong>di</strong> Hertel 3 , possono dare una ottima<br />
valutazione sul rischio <strong>di</strong> necrosi anche se, malgrado le forti aspettative<br />
iniziali quest’ultima classificazione non fornisce al chirurgo<br />
alcuna in<strong>di</strong>cazione specifica per il tipo <strong>di</strong> osteosintesi da adottare e<br />
circa la reale evoluzione del caso. Le tecniche chirurgiche utilizzate<br />
per il trattamento sono state molteplici, e la scelta terapeutica è<br />
evoluta nel tempo, crescendo l’esperienza e la capacità chirurgica<br />
<strong>di</strong> identificazione e trattamento dei casi più complessi. In generale<br />
abbiamo dato importanza non solo al numero <strong>di</strong> frammenti ed<br />
alla loro scomposizione ma anche alla topografia della lesione in<br />
particolare abbiamo enfatizzato la necessità <strong>di</strong> stabilizzare correttamente<br />
le fratture del calcar specialmente quelle pluriframmentarie<br />
ed instabili provvedendo sempre <strong>di</strong> più ad un riempimento interno a<br />
supporto meccanico e biologico. Abbiamo ovviamente dato importanza<br />
alla richiesta funzionale dei pazienti soprattutto quelli più<br />
giovani e non ultimo alla comorbilità presente nel paziente anziano<br />
o del grande anziano, ma abbiamo anche allargato le in<strong>di</strong>cazioni<br />
in questa fascia d’età essendo consapevoli delle necessità reali <strong>di</strong><br />
questo arco della vita molto particolare.<br />
Volendo concretizzare un algoritmo delle nostre in<strong>di</strong>cazioni e la<br />
scelta del trattamento <strong>di</strong> osteosintesi, possiamo così riassumere la<br />
nostra esperienza. Nelle fratture a due parti interessanti la grande<br />
o la piccola tuberosità utilizziamo la tecnica percutanea <strong>di</strong> Resch 4<br />
anche con viti in titanio cannulate oppure la tecnica <strong>di</strong> osteosintesi<br />
assistita in artroscopia ed amplificatore utilizzando sia viti in titanio<br />
che ancore avvitate o a battuta senza nodo con varie configurazioni.<br />
Nelle fratture del collo chirurgico o nelle fratture metafisarie prossimali<br />
più complesse utilizziamo i chio<strong>di</strong> bloccati ed in particolare,<br />
dopo una breve esperienza con il chiodo Polarus, abbiamo scelto il<br />
chiodo Telegraph pubblicando i risultati nel 2009 5 .<br />
Nei giovani con fratture stabili o negli ultra sessantenni con fratture<br />
a due parti in varo, dopo opportuna riduzione anche con tecnica<br />
del joy-stick, utilizziamo la osteosintesi percutanea. Per tecniche<br />
chiuse mini invasive percutanee inten<strong>di</strong>amo la RIOP e la sintesi<br />
artroscopica delle tuberosità. L’efficacia <strong>di</strong> queste tecniche, in particolare<br />
della RIOP (riduzione incruenta con osteosintesi percutanea)<br />
è strettamente <strong>di</strong>pendente dall’accurata selezione dei pazienti,<br />
nonché da una meticolosa tecnica operatoria, spesso <strong>di</strong> non facile<br />
esecuzione. Nelle fratture a tre e quattro parti abbiamo utilizzato,<br />
quando riducibili, la osteosintesi a minima con viti cannulate in titanio<br />
ed osteosuture.<br />
Nelle fratture altamente instabili a due,tre e quattro parti con grave<br />
“Bone Loss” utilizziamo la tecnica che abbiamo definito e pubblicata<br />
come “Bone block technique” con osso <strong>di</strong> banca o osso della cresta<br />
iliaca ed osteo suture e sintesi a minima con viti e più raramente<br />
fili <strong>di</strong> K 6 . In un congruo numero <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> fratture a tre e quattro<br />
r. russo, et al.<br />
frammenti abbiamo utilizzato il Da Vinci system che è un nuovo<br />
sistema <strong>di</strong> osteosintesi, da noi messo a punto, che segue la filosofia<br />
del riempimento endostale e ci ha <strong>di</strong>mostrato notevole capacità <strong>di</strong><br />
favorire la ricostruzione stabile delle fratture associate complesse<br />
del calcar. Abbiamo considerato che questa tecnica può essere elettiva<br />
nelle fratture lussazioni della calotta o in quelle inclassificabili,<br />
lì dove per intenderci la letteratura internazionale considera ancora<br />
come “Gold standard” la protesi omerale perché a nostro parere il<br />
sistema endostale è il solo modello <strong>di</strong> osteosintesi che permette <strong>di</strong><br />
ricostruire in una posizione corretta stabile anatomica della calotta,<br />
la continuità ossea e la possibilità <strong>di</strong> ottenere la rivascolarizzazione<br />
della testa ischemica 7 . Nelle fratture che si allungano verso la <strong>di</strong>afisi<br />
è possibile associare a questo sistema l’uso <strong>di</strong> una piccola placca<br />
a basso profilo o una placca a stabilità angolare.<br />
Nel decennio soprain<strong>di</strong>cato abbiamo eseguito 162 RIOP e secondo<br />
la nostra esperienza alcune con<strong>di</strong>zioni sono necessarie per il successo<br />
del trattamento: la ridotta comminuzione dei frammenti (trochite,<br />
calcar me<strong>di</strong>ale) con rima <strong>di</strong> frattura che non si estende alla<br />
<strong>di</strong>afisi. La osteoporosi non è da considerare una controin<strong>di</strong>cazione<br />
assoluta alla RIOP mentre <strong>di</strong>venta essenziale la collaborazione del<br />
paziente nell’imme<strong>di</strong>ato postoperatorio per il rischio <strong>di</strong> infezione o<br />
<strong>di</strong> migrazione dei fili e per il nursing generale del paziente.<br />
Sono state eseguite 13 sintesi del trochite con l’ausilio della artroscopia.<br />
Questa tecnica <strong>di</strong> non semplice esecuzione presenta a nostro<br />
avviso 3 vantaggi: non viola lo spazio sotto-acromiale, è possibile<br />
ottenere una riduzione anatomica e consente <strong>di</strong> trattare le eventuali<br />
lesioni associate, specialmente a carico della cuffia dei rotatori.<br />
Sono stati eseguiti 331 interventi a cielo aperto per la ricostruzione<br />
<strong>di</strong> fratture dell’estremo prossimale dell’omero a due tre e quattro<br />
parti e nelle fratture lussazioni anteriori e posteriori (Fig. 1).<br />
Sono stati effettuati 19 chio<strong>di</strong> endomidollari, 134 Osteosintesi con<br />
innesti ossei ed osteosuture, 76 osteosintesi con sistema Da Vinci<br />
(Fig. 2), 36 emiartroplastiche, 26 protesi inverse, e 40 interventi<br />
<strong>di</strong> sintesi mista ( placca, viti libere e fili k. ecc.) senza utilizzo <strong>di</strong><br />
riempitivi.<br />
a B<br />
C<br />
Fig. 1. Frattura lussazione-antero inferiore trattata con Block-Bridge Osseo, con clinica ed rx a 5 anni.<br />
D<br />
S255