30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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Protesi <strong>di</strong> tibiotarsica<br />
zione sferica convessa del componente tibiale consente un miglior<br />
grado <strong>di</strong> intrappolamento antero/posteriore e me<strong>di</strong>o-laterale del<br />
menisco. Lo spessore <strong>di</strong> questo può essere selezionato in modo<br />
che risulti il più idoneo possibile a ripristinare la tensione dei<br />
legamenti: Con una superficie convessa della componente tibiale,<br />
i valori più idonei per il raggio della superficie articolare convessa<br />
della componente talare nel piano sagittale, sono risultati essere<br />
notevolmente maggiori rispetto a quelli degli attuali <strong>di</strong>segni a tre<br />
componenti 6-8 che infatti miravano solo ad imitare la conformazione<br />
anatomica normale della troclea talare, senza curarsi <strong>di</strong> aver<br />
comunque sostituito il mortaio tibiale concavo naturale con una<br />
componente piatta.<br />
In questo stu<strong>di</strong>o abbiamo revisionato la nostra casistica <strong>di</strong> pazienti<br />
operati <strong>di</strong> protesi <strong>di</strong> tibio-tarsica BOX (Box Ankle, Finsbury<br />
Orthopae<strong>di</strong>cs Limited, Leatheread, UK), verificando i risultati<br />
a nei pazienti con follow-up superiore a 2 anni attraverso<br />
un’adeguata valutazione clinica e ra<strong>di</strong>ografica.<br />
MaTErIaLI E METODI<br />
Dal luglio 2003 sono stati eseguiti 132 impianti BOX con un<br />
follow-up minimo <strong>di</strong> 2 anni. L’età me<strong>di</strong>a era 59,1 ± 11 anni. 120<br />
casi erano affetti da artrosi post-traumatica (Figg. 1, 2), 12 casi da<br />
malattie reumatiche (Fig. 3) e 6 casi da artrosi primitiva. Su tutti<br />
pazienti è stata eseguita una valutazione clinica e una valutazione<br />
ra<strong>di</strong>ografica standard e <strong>di</strong>namica in massima dorsiflessione e<br />
plantarflessione in ortostatismo.<br />
È stato eseguito sia un approccio antero-laterale che anterome<strong>di</strong>ale<br />
a seconda della tipologia <strong>di</strong> deformità e della presenza o meno<br />
<strong>di</strong> pregresse cicatrici. Il trattamento post-operatorio è consistito<br />
nell’applicazione <strong>di</strong> uno stivaletto gessato non deambulatorio per<br />
15 giorni, seguito dal posizionamento <strong>di</strong> un tutore per altri 45<br />
gg con carico progressivo a partire dal 30° gg post-operatorio. Il<br />
Programma Riabilitativo dopo la rimozione del gesso si propone i<br />
seguenti obiettivi: trattare l’edema, recuperare il più ampio movimento<br />
articolare della tibio-tarsica, recuperare una buona vali<strong>di</strong>tà<br />
muscolare <strong>di</strong> tutto l’arto operato, recuperare l’elasticità delle parti<br />
molli, recuperare un corretto controllo sensomotorio ed infine<br />
recuperare un corretto schema deambulatorio.<br />
Ogni paziente è stato valutato attraverso l’AOFAS score nel preoperatorio<br />
e durante i vari follow-up. Al momento del controllo<br />
sono state valutate ra<strong>di</strong>ografie standard in carico in antero-posteriore,<br />
laterale, in massima dorsiflessione<br />
e plantarflessione e confrontate con quelle<br />
dei controlli precedenti. Abbiamo voluto<br />
stu<strong>di</strong>are inoltre la motilità della tibio-tarsica<br />
protesizzata sotto carico nei pazienti che hanno<br />
acconsentito all’esecuzione <strong>di</strong> ulteriori<br />
ra<strong>di</strong>ografie, in massima plantarflessione e in<br />
massima dorsiflessione, per poter paragonare<br />
questi valori con ciò che misuriamo durante<br />
il cammino in con<strong>di</strong>zioni quin<strong>di</strong> non passive,<br />
ma <strong>di</strong>namiche.<br />
Per quanto riguarda le ra<strong>di</strong>olucenze, sono sta-<br />
te esaminate le ra<strong>di</strong>ografie nei vari controlli<br />
post-operatori per verificarne l’evolutività.<br />
S262<br />
rISuLTaTI<br />
Durante l’intervento chirurgico si è reso necessario in 75 casi<br />
eseguire un allungamento del ten<strong>di</strong>ne d’Achille per migliorare<br />
l’escursione articolare della tibio-tarsica senza aumentare la<br />
resezione tibiale. In 5 casi si è reso necessario eseguire durante<br />
l’intervento <strong>di</strong> sostituzione protesica della tibio-tarsica una osteotomia<br />
metatarsale <strong>di</strong>stale <strong>di</strong> sollevamento della testa per correggere<br />
il cavismo antero-interno del piede riducendo così l’effetto<br />
tripode potenziale causa <strong>di</strong> sublussazione del menisco mobile o<br />
<strong>di</strong> impingement laterale. In 6 casi in cui era presente un’artrosi<br />
secondaria ad un importante squilibrio capsulo-legamentoso si<br />
è eseguito anche una ricostruzione legamentosa prelevando parzialmente<br />
il ten<strong>di</strong>ne estensore comune delle <strong>di</strong>ta. In 3 casi si è<br />
posizionato una vite sindesmosica per ridurre la <strong>di</strong>astasi della<br />
pinza tibio-peroneale già presente prima dell’intervento come<br />
esito del pregresso trauma, in 1 caso si è eseguita una osteotomia<br />
varizzante <strong>di</strong> calcagno per riallineare il retropiede e in 1 caso una<br />
duplice artrodesi. Nella nostra casistica abbiamo riportato 1 frat-<br />
Fig. 1. Donna <strong>di</strong> 53 anni affetta da dolore a livello della tibiotarsica in esiti artrodesi in posizione<br />
non corretta. È stato eseguito un intervento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sartrodesi e sostituzione protesica, con un ottimo<br />
movimento intraoperatorio e un ottimo controllo ra<strong>di</strong>ografico a 4 anni <strong>di</strong> follow-up. Calcolo degli angoli<br />
per la misurazione della migrazione delle componenti proteiche.<br />
Fig. 2. Donna <strong>di</strong> 65 anni affetta da artrosi post-traumatica con il controllo ra<strong>di</strong>ografico a 5 anni <strong>di</strong><br />
follow-up in massima plantarflessione e massima dorsiflessione.<br />
Fig. 3. Donna <strong>di</strong> 65 anni affetta da artrite reumatoide con piede pronato. Èstato eseguito un intervento <strong>di</strong> duplice artrodesi e sostituzione<br />
protesica della caviglia. Ottimo il controllo ra<strong>di</strong>ografico a 4 anni <strong>di</strong> follow-up.