30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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L’arco ideale deve portare le forze gravitarie là dove vengono<br />
convogliate naturalmente attraverso l’arco <strong>di</strong> Adams, cioè proprio<br />
sulla robusta corticale me<strong>di</strong>ale.<br />
Il sistema Dilops configura un arco con appoggi multipli sulla<br />
corticale me<strong>di</strong>ale: (Fig. 5) le viti sono sollecitate da forze in pressione<br />
con <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>stale e laterale grazie alla fissità angolare<br />
che caratterizza la placca: quin<strong>di</strong> non lavorano in trazione come<br />
normalmente si utilizza una vite, ma in pressione laterale: se si<br />
volessero pertanto idealmente sostituire con dei fittoni avvitati<br />
alla placca, ma senza alcuna filettatura <strong>di</strong>stale, essi esplicherebbero<br />
ugualmente la funzione <strong>di</strong> trasmissione delle forze alla corticale<br />
me<strong>di</strong>ale riproducendo comunque la funzione dell’arco ideale<br />
della Dilops.<br />
La piccola placca va quin<strong>di</strong> considerata un semplice raccordo per<br />
la trasmissione dei carichi dalle lunghe viti cefaliche alle lunghe<br />
viti <strong>di</strong>afisarie lasciando integra la elasticità del sistema.<br />
Le lunghe viti cefaliche sono plurime (3) per poter permettere al<br />
sistema <strong>di</strong> essere più elastico <strong>di</strong> una sintesi con vite spessa ed unica,<br />
poi per conferire al sistema più protezione dalle sollecitazioni<br />
torsionali cui è soggetto il collo femore ed infine per poter essere<br />
infisse tutte nella regione più robusta del calcar femorale, passando<br />
quin<strong>di</strong> la inferiore sotto il triangolo <strong>di</strong> Ward e le superiori<br />
lateralmente ad esso (Fig. 6).<br />
I vantaggi che il sistema offre rispetto alla sintesi con vite placca<br />
possono essere così elencati:<br />
• accesso mini invasivo;<br />
• rispetto del muro laterale;<br />
• incremento della stabilità (trasmissione dei carichi sulla corticale<br />
me<strong>di</strong>ale);<br />
• maggiore elasticità;<br />
• maggior effetto antirotazionale.<br />
Fig. 5. Nel sistema “Dilops” le forze pressorie si scaricano<br />
come forze pressorie sulla robusta corticale me<strong>di</strong>ale.<br />
P. Palombi<br />
Nei confronti delle sintesi endomidollari:<br />
• rispetto inserzioni glutee;<br />
• rispetto del canale midollare (no alesaggio);<br />
• non attraversare con la sintesi i frammenti trocanterici (scomposizione);<br />
• rispetto del muro laterale;<br />
• possibilità <strong>di</strong> manovre riduttive con le leve <strong>di</strong> Holmann;<br />
• possibilità <strong>di</strong> sintesi del piccolo trocantere;<br />
• maggiore elasticità e maggior effetto antirotazionale;<br />
• accesso unico;<br />
• <strong>di</strong>minuzione della esposizione a rx (viti <strong>di</strong>stali percepibili<br />
manualmente);<br />
• riduzione tempi chirurgici;<br />
• minimalizzazione dello strumentario (placca unica).<br />
TECNICa CHIrurGICa<br />
L’accesso cutaneo è limitato a 6-7 cm sulla regione sottotrocanterica;<br />
si incide e si ribalta un piccolo lembo <strong>di</strong> vasto laterale e si<br />
posiziona la placca nel punto in cui il 1° filo <strong>di</strong> Kirschner andrà<br />
a lambire il profilo della corticale me<strong>di</strong>ale del collo. Ottenuto il<br />
posizionamento ideale del filo, la placca viene fermata con 2 fili<br />
Kirschner applicati nei piccoli appositi forami (Fig. 7).<br />
Si procede quin<strong>di</strong> a fresaggio con fresa cannulata guidata dal filo,<br />
ad introduzione delle tre viti cefaliche(se opportuno si possono<br />
inserire attraverso la fresa a<strong>di</strong>uvanti biologici), e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> quelle<br />
<strong>di</strong>afisarie, tutte guidate da cannule apposite. È possibile fare trazione<br />
interframmentaria con specifico sistema. Il carico sarà imme<strong>di</strong>ato<br />
in caso <strong>di</strong> frattura stabile e <strong>di</strong>fferito come in qualsiasi mezzo <strong>di</strong><br />
sintesi in caso <strong>di</strong> frattura instabile (Fig. 8).<br />
In conclusione il mezzo si presenta <strong>di</strong> facile gestione anche negli<br />
Fig. 6. Le tre viti cefaliche consentono una migliore elasticità e permettono <strong>di</strong> non passare all’interno del triangolo <strong>di</strong> Ward.<br />
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