30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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Trattamenti ortope<strong>di</strong>ci nella <strong>di</strong>strofia muscolare<br />
a B<br />
E<br />
C<br />
colonna vertebrale rapidamente progressive che compromettono<br />
in maniera significativa la qualità <strong>di</strong> vita 4 19-22 . Una grave scoliosi<br />
toracica progressiva infatti può causare non solo problemi estetici<br />
e rachialgie conseguenti all’impossibilità <strong>di</strong> mantenere una postura<br />
adeguata anche sulla se<strong>di</strong>a a rotelle, ma soprattutto può provocare<br />
o aggravare problematiche a carico della funzione car<strong>di</strong>opolmonare,<br />
già severamente minacciata dalla malattia <strong>di</strong> base 23 . La<br />
correzione chirurgica della scoliosi me<strong>di</strong>ante artrodesi vertebrale<br />
strumentata è quin<strong>di</strong> raccomandata, anche <strong>di</strong> fronte a deformità<br />
meno gravi, al fine <strong>di</strong> contrastarne l’aggravamento e <strong>di</strong> preservare,<br />
mantenendo una morfologia quanto più fisiologica della gabbia<br />
toracica, una adeguata funzionalità del sistema car<strong>di</strong>o-respiratorio.<br />
Una deformità gravemente progressiva della colonna vertebrale<br />
può coinvolgere anche il rachide cervicale 22 . L’interessamento<br />
della muscolatura cervicale, in questo caso, provocando debolezza<br />
dei muscoli flessori del collo e contrattura dei muscoli estensori,<br />
comporta l’assunzione <strong>di</strong> un atteggiamento in iperestensione del<br />
rachide cervicale con marcato incremento della lordosi e ridotto<br />
controllo del movimento della testa. Questa con<strong>di</strong>zione impe<strong>di</strong>sce<br />
al paziente <strong>di</strong> guardare in avanti mantenendo l’orizzonte visivo, a<br />
meno <strong>di</strong> assumere atteggiamenti compensatori come la flessione in<br />
avanti del tronco, che può però non essere possibile se il paziente<br />
presenta contemporaneamente una grave scoliosi toraco-lombare<br />
ed è costretto su una se<strong>di</strong>a a rotelle. In questi casi, alla correzione<br />
della deformità toracica, che può portare benefici anche in<br />
termini <strong>di</strong> miglioramento della <strong>di</strong>namica car<strong>di</strong>o-respiratoria, è<br />
opportuno associare la correzione della deformità cervicale al fine<br />
<strong>di</strong> offrire al paziente una migliore qualità della vita. Purtroppo, a<br />
causa della scarsa qualità dell’osso che solitamente presentano i<br />
pazienti <strong>di</strong>strofici, specialmente nel caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>strofia muscolare <strong>di</strong><br />
S128<br />
D<br />
Fig. 1. Aspetto preoperatorio <strong>di</strong> un paziente affetto da scapola alata secondaria a <strong>di</strong>strofia facio-scapolo-omerale. La flessione (A) e l’abduzione (B) della spalla si presentano notevolmente limitate. Aspetto clinico<br />
postoperatorio dopo intervento <strong>di</strong> scapulopessi con evidente miglioramento della flessione (C) e dell’abduzione (D) della spalla. Aspetto ra<strong>di</strong>ografico preoperatorio (E) e postoperatorio (F).<br />
Duchenne, la correzione-stabilizzazione vertebrale strumentata a<br />
livello cervicale può risultare problematica, pertanto può essere più<br />
opportuno utilizzare tecniche come l’artrodesi anteriore intersomatica<br />
o l’artrodesi posteriore me<strong>di</strong>ante innesti ossei interspinosi, che<br />
non prevedono l’utilizzo <strong>di</strong> strumentazione 22 (Fig. 2).<br />
CONCLuSIONI<br />
I trattamenti ortope<strong>di</strong>ci nei pazienti affetti da <strong>di</strong>strofia muscolare<br />
non sono in grado <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il decorso della malattia, che nelle<br />
forme più gravi può condurre a morte il paziente entro le prime<br />
deca<strong>di</strong> <strong>di</strong> vita. Ciononostante, la chirurgia ortope<strong>di</strong>ca assume un<br />
ruolo importante nel trattamento delle possibili manifestazioni<br />
della malattia. Laddove infatti la compromissione della funzione<br />
muscolare riduca sensibilmente l’autonomia e la qualità <strong>di</strong> vita del<br />
paziente, attraverso determinati interventi chirurgici è possibile<br />
preservare e in alcuni casi migliorare le residue risorse funzionali<br />
del soggetto, consentendogli in questo modo <strong>di</strong> condurre una vita<br />
quanto più possibile autonoma. Ad esempio, riuscire a preservare<br />
il più a lungo possibile la capacità <strong>di</strong> deambulare o tutte quelle<br />
abilità (alimentarsi, vestirsi, poter provvedere all’igiene personale)<br />
che consentono ad un paziente <strong>di</strong> prendersi cura <strong>di</strong> se stesso in<br />
maniera autonoma, significa consentire ad un paziente affetto da<br />
<strong>di</strong>strofia muscolare <strong>di</strong> condurre un’esistenza pressoché normale.<br />
Anche nel caso <strong>di</strong> severa inabilità, come può derivare da una grave<br />
compromissione motoria e dalla costrizione sulla se<strong>di</strong>a a rotelle, la<br />
possibilità <strong>di</strong> alleviare la sintomatologia dolorosa eventualmente<br />
presente, che può essere ad esempio conseguente all’incapacità <strong>di</strong><br />
mantenere una postura comoda sulla se<strong>di</strong>a a rotelle, la possibilità <strong>di</strong><br />
migliorare l’aspetto estetico e <strong>di</strong> offrire con<strong>di</strong>zioni che agevolino i<br />
F