30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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Scelta del trattamento nelle metastasi del rachide toraco-lombare<br />
(“curettage”, “debulking”) o resezione in blocco, seguite da varie<br />
procedure ricostruttive. Queste tecniche chirurgiche possono essere<br />
eseguite con accesso anteriore, posteriore o combinato 1 2,11 .<br />
MaTErIaLE E METODO<br />
Dal 1996 al 2010 sono stati trattati dalla stessa equipe chirurgica<br />
405 pazienti con metastasi da carcinoma al rachide toracico e lombare.<br />
L’età me<strong>di</strong>a era <strong>di</strong> 58 anni (range 10-86 anni).<br />
Gli istotipi tumorali più frequenti erano in or<strong>di</strong>ne decrescente il<br />
carcinoma renale a cellule chiare nel 31% dei casi, il carcinoma<br />
della mammela nel 18% dei casi,<br />
ed infine il carcinoma del polmone<br />
nel 17% dei casi.<br />
Il trattamento chirurgico eseguito è<br />
stato un’escissione intralesionale<br />
(curettage) in 207 pazienti (51,1%),<br />
una resezione in blocco in 62 (15,3%),<br />
nei restanti 136 pazienti (33,6%)è stato<br />
eseguito un trattamento palliativo <strong>di</strong><br />
decompressione e stabilizzazione.<br />
Tutti i pazienti sono stati seguiti nel<br />
tempo con controlli perio<strong>di</strong>ci clinicostrumentali.<br />
Il follow-up me<strong>di</strong>o è <strong>di</strong><br />
67 mesi (range 0-144 mesi). I risultati<br />
in termini <strong>di</strong> sopravvivenza sono<br />
<strong>di</strong> 200 pazienti (49,5%) deceduti per<br />
malattia, 109 pazienti (26,9%) vivi con<br />
malattia, 78 pazienti (19,2%) liberi da<br />
malattia, con 18 pazienti (4,4%) persi<br />
al follow-up.<br />
aPPrOCCIO aL PazIENTE<br />
CON METaSTaSI VErTEBraLE<br />
Prima <strong>di</strong> intraprendere qualsiasi forma<br />
<strong>di</strong> trattamento, è necessario essere certi<br />
della <strong>di</strong>agnosi. A livello del rachide la<br />
procedura ideale è l’agobiopsia sotto<br />
controllo TC, che viene effettuata con<br />
un passaggio transpeduncolare, fino<br />
al corpo vertebrale, senza invadere lo<br />
spazio epidurale.<br />
Per quanto riguarda il trattamento delle<br />
metastasi ossee, soprattutto vertebrali,<br />
non vi sono linee guida universalmente<br />
accettate. Esistono protocolli standar<strong>di</strong>zzati<br />
<strong>di</strong> chemioterapia, terapia ormonale,<br />
immunoterapia e ra<strong>di</strong>oterapia, che<br />
stanno progressivamente aumentando<br />
la sopravvivenza nella maggior parte<br />
dei tumori soli<strong>di</strong> ed ematologici.<br />
Tuttavia una frattura patologica vertebrale,<br />
soprattutto se provoca una compressione<br />
midollare, è fonte <strong>di</strong> dolore<br />
e grave limitazione funzionale non<br />
S18<br />
Fig. 1. Algoritmo <strong>di</strong>agnostico e terapeutico per il trattamento delle Metastasi Vertebrali<br />
controllabili farmacologicamente. Nonostante queste comprovate<br />
acquisizioni, l’erronea convinzione <strong>di</strong> alcuni me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> considerare<br />
come terminale, quin<strong>di</strong> non <strong>di</strong> interesse ortope<strong>di</strong>co, un paziente<br />
con localizzazioni scheletriche secondarie rende spesso in<strong>di</strong>spensabile,<br />
se la valutazione anestesiologica lo consente, un intervento<br />
chirurgico in urgenza, con ovvi <strong>di</strong>sagi per il paziente, i familiari e i<br />
sanitari. Lo sviluppo <strong>di</strong> tecniche chirurgiche aggressive, consentite<br />
dai progressi nel campo anestesiologico, e l’impiego <strong>di</strong> materiali<br />
sempre più evoluti consentono <strong>di</strong> eseguire decompressioni complete<br />
e stabilizzazioni adeguate a ogni livello del rachide. Inoltre<br />
è possibile realizzare interventi <strong>di</strong> “curettage” (“debulking”) o <strong>di</strong>