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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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a<strong>di</strong>ogramma in AP fuori carico 1 . In questo caso può essere utile<br />

una valutazione e una misurazione dell’altezza dell’ileo e dell’ischio,<br />

ricordando che la ratio ileo-ischio nel bambino normale è 1,5/1.<br />

Nelle osteocondro<strong>di</strong>splasie, anche quelle meno marcate, il rapporto<br />

ileo/ischio è solitamente pari ad 1/1 (Fig. 1).<br />

Differente appare il <strong>di</strong>scorso quando si vuole valutare la densità<br />

ossea che nelle osteocondroplasie può essere ridotta (Acondrogenesi,<br />

Osteogenesi imperfetta nelle <strong>di</strong>verse varianti, Ipofosfatasia, Osteoporosi<br />

giovanile) o al contrario, fortemente aumentata (Osteopetrosi,<br />

Picno<strong>di</strong>sostosi, Disostosclerosi, Osteopatia striata, Meloreostosi).<br />

In questi casi è <strong>di</strong> valido aiuto la Mineralometria Ossea Computerizzata<br />

(MOC) che è in grado <strong>di</strong> dare un valore numerico sicuro alla densità<br />

ossea, oggi meglio definibile come BMD (Bone Mineral Density) al<br />

contrario della valutazione attraverso la ra<strong>di</strong>ografia tra<strong>di</strong>zionale che,<br />

mancando <strong>di</strong> parametri fissi, appare troppo operatore <strong>di</strong>pendente.<br />

La quantizzazione della BMD è essenziale, specie da quando gli<br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Glorieux 6 hanno evidenziato che a fianco alle forme ben<br />

note <strong>di</strong> Osteogenesi Imperfetta (Fig. 3) ne esistono altre fruste, meno<br />

evidenti e che passano inosservate durante l’infanzia, con la sola presenza<br />

<strong>di</strong> eventi fratturativi isolati, statisticamente non rilevanti.<br />

Ebbene in questi casi la MOC può essere <strong>di</strong> grande ausilio nel<br />

determinismo della malattia prima e nell’evoluzione della stessa<br />

poi, una volta avviata la terapia, solitamente con precursori della<br />

vitamina D e alendronati.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o con MOC è universalmente riconosciuto come strumento<br />

<strong>di</strong> misurazione non invasivo della BMD sia negli adulti che nei<br />

bambini e negli adolescenti. I vantaggi <strong>di</strong> questa tecnica d’indagine<br />

sono l’emissione <strong>di</strong> basse dosi <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni, la buona precisione<br />

e la riproducibilità 7 . Altro mezzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi altamente sensibile<br />

all’osso è ovviamente la TAC.<br />

Essa può essere d’aiuto, come avviene ultimamente, nella valutazione<br />

tri<strong>di</strong>mensionale <strong>di</strong> un’articolazione e dei rapporti articolari tra due<br />

capi articolari come spesso viene chiesto nelle Displasie Epifisarie<br />

per la valutazione dell’evoluzione della <strong>di</strong>namica articolare.<br />

Oppure essa è d’aiuto nella valutazione della <strong>di</strong>mensione del canale<br />

spinale, notoriamente tendente alla stenosi nell’acondroplasia o<br />

nello stu<strong>di</strong>o dell’instabilità occipito-cervicale in alcune forme <strong>di</strong><br />

Displasia Spon<strong>di</strong>lo-Epifisaria Congenita.<br />

Di grande aiuto è inoltre la TAC spirale che, con acquisizioni<br />

d’immagine molto rapide, è poi in grado <strong>di</strong> ricomporre tri<strong>di</strong>mensionalmente<br />

il segmento o l’aria scheletrica da esaminare.<br />

È essenziale nella ricostruzione del cranio, in quanto permette con estrema<br />

accuratezza la visualizzazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> ossificazione o <strong>di</strong> aree<br />

osteolitiche come frequente, per esempio, nella picno<strong>di</strong>sostosi (Fig. 2).<br />

DISCuSSIONE<br />

Acquisito il concetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e della sua ricerca che deve essere<br />

sempre perseguita nel dubbio <strong>di</strong>agnostico <strong>di</strong> una <strong>di</strong>splasia scheletrica,<br />

dobbiamo sottolineare un’altra <strong>di</strong>fficoltà: una volta pervenuti a <strong>di</strong>agnosi<br />

non è sempre chiaro dove tale <strong>di</strong>splasia va inserita in quanto alcune<br />

sono <strong>di</strong>fficili da catalogare e spesso non rientrano in alcuna categoria.<br />

Il sistema classificativo proposto nel 1992 8 si fonda esclusivamente<br />

su criteri ra<strong>di</strong>ografici quali:<br />

• <strong>di</strong>fetti delle ossa tubulari e piatte dello scheletro assiale e appen<strong>di</strong>colare<br />

G. Pagnotta, et al.<br />

Fig. 1. Acondroplasia. Si nota l’immagine prenatale con l’evidente micromelia del femore e il patognomonico<br />

bossing frontale. Tra le immagini cliniche, caratteristiche la rizomelia e la mano a tridente.<br />

Notare infine la ra<strong>di</strong>ografia del bacino con rapporto ilio-ischio 1:1.<br />

Fig. 2. Picno<strong>di</strong>sostosi. Si nota l’addensamento delle ossa tubulari, le fratture “da durata” con buona<br />

formazione <strong>di</strong> callo. Persistenza <strong>di</strong> fontanelle pervie evidenziabili tramite TC tri<strong>di</strong>mensionale. Notare<br />

inoltre il patognomonico angolo man<strong>di</strong>bolare ottuso.<br />

Fig. 3. Osteogenesi imperfetta. Tipo 1: forma autosomica recessiva, incompatibile con la vita. Notare le fratture<br />

del femore e delle costole, solitamente indotte dalle contrazioni uterine durante il parto. Tipo 2: forma<br />

più tar<strong>di</strong>va, con fratture delle ossa tubulari e crolli vertebrali con somi a “lente biconcava”. Recentemente<br />

Glorieux (ve<strong>di</strong> testo) ha identificato forme molto lievi della malattia, spesso non <strong>di</strong>agnosticate.<br />

S133

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