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30845 Suppl Giot.pdf - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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BIOLOGIa DELLa GuarIGIONE TENDINE-OSSO<br />

La normale interfaccia ten<strong>di</strong>ne-osso è costituita da un’inter<strong>di</strong>gitazione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi strati longitu<strong>di</strong>nalmente orientati <strong>di</strong> fibre <strong>di</strong> collagene<br />

<strong>di</strong> tipo I che si inseriscono in maniera graduale sull’omero 9 . La<br />

vascolarizzazione è altrettanto organizzata all’interno del ten<strong>di</strong>ne;<br />

il numero <strong>di</strong> vasi e la loro grandezza <strong>di</strong>minuisce progressivamente<br />

quanto più ci si avvicina all’osso 9 . In senso longitu<strong>di</strong>nale si <strong>di</strong>stinguono<br />

4 <strong>di</strong>stinte zone: ten<strong>di</strong>ne, fibrocartilagine non mineralizzata,<br />

fibrocatilagine mineralizzata, e osso 10 . Il processo <strong>di</strong> guarigione<br />

del tessuto ten<strong>di</strong>neo è molto complesso, e tuttavia la struttura finale<br />

della giunzione ten<strong>di</strong>ne-osso è abbastanza <strong>di</strong>versa dall’inserzione<br />

nativa; infatti, invece delle 4 zone <strong>di</strong>stinte, l’osso ed il ten<strong>di</strong>ne sono<br />

legate da uno strato <strong>di</strong> tessuto fibrovascolare predominato da collagene<br />

<strong>di</strong> tipo III 11 . Il processo <strong>di</strong> guarigione è probabilmente me<strong>di</strong>ato<br />

da cellule in<strong>di</strong>fferenziate <strong>di</strong> provenienza dall’osso e da cellule sinoviali<br />

12 . Stu<strong>di</strong> sperimentali hanno confermato che probabilmente il<br />

processo <strong>di</strong> guarigione viene iniziato da un tessuto che si forma a<br />

partire dall’osso piuttosto che dal ten<strong>di</strong>ne 13 . Subito dopo la lesione,<br />

il gap creatosi è colmato da un coagulo <strong>di</strong> sangue che funge da scaffold<br />

(impalcatura) per la riparazione e rilascia una varietà <strong>di</strong> fattori<br />

<strong>di</strong> crescita chemiotattici e mitogeni (fase emorragica). Le citochine<br />

rilasciate all’interno del coagulo attivano i leucociti polimorfonucleati<br />

e i linfociti che giungono al sito della lesione entro poche ore.<br />

Queste cellule rispondono ai segnali autocrini e paracrini espandendo<br />

la risposta infiammatoria e reclutando altri tipi <strong>di</strong> cellule. I<br />

macrofagi arrivano al sito della lesione entro 48 ore e predominano<br />

per <strong>di</strong>versi giorni (fase infiammatoria). Essi sono responsabili della<br />

fagocitosi del tessuto necrotico e assieme alle cellule dell’epitenone<br />

ed endotenone (cellule intrinseche) secernano molteplici fattori <strong>di</strong><br />

crescita, soprattutto il Transforming Growth Factor-β1 (TGF-β1)<br />

che incrementano l’attività della proteinchinasi e la formazione <strong>di</strong><br />

collagene. Dopo tre giorni, al sito della lesione saranno presenti piastrine,<br />

macrofagi, leucociti polimorfonucleati, linfociti e le cellule<br />

staminali mesenchimali multipotenti. Le piastrine rilasciano i fattori<br />

Platelet-Derived Growth Factor (PDGF), TGF-β, e l’Epidermal<br />

Growth Factor (EGF); i macrofagi i fattori PDGF, Transforming<br />

Growth Factor-Alpha (TGF-α), TGF-β, e Basic Fibroblast Growth<br />

Factor (bFGF). Questi fattori non soli sono chemiotattici per i<br />

fibroblasti ed altre cellule ma stimolano anche la proliferazione dei<br />

fibroblasti e la sintesi del collagene <strong>di</strong> tipo I, III e V e delle proteine<br />

non collageniche. Le ultime cellule ad arrivare sono i fibroblasti<br />

che sono reclutati dai tessuti vicini e dal circolo sistemico (fase<br />

proliferativa). I fibroblasti iniziano a produrre collagene ed altre<br />

proteine della matrice entro una settimana dalla lesione.<br />

Benché, i fenomeni riparativi iniziano alla fine della I settimana,<br />

Randelli ha notato che alcune <strong>di</strong> queste citochine possono comparire<br />

imme<strong>di</strong>atamente dopo la riparazione chirurgica della cuffia dei rotatori<br />

se associata ad acromionplastica 14 . In questo stu<strong>di</strong>o, l’autore ha<br />

notato che prelevando un campione <strong>di</strong> 3 ml <strong>di</strong> fluido della spalla 15<br />

minuti dopo la fine dell’intervento, i livelli <strong>di</strong> PDGF-β, TGFβ-1, e il<br />

Basic Fibroblast Growth Factor (bFGF) erano significamene piu’<br />

elevati che nel sangue venoso dello stesso paziente 14 . Tali osservazioni<br />

in<strong>di</strong>cano che i fattori <strong>di</strong> crescita possono essere importanti sia<br />

all’inizio che alla fine del processo <strong>di</strong> guarigione del ten<strong>di</strong>ne. Dopo<br />

due settimane, il coagulo <strong>di</strong> sangue è più organizzato ed iniziano a<br />

a. Castagna, et al.<br />

formarsi i primi capillari. Il contenuto totale <strong>di</strong> collagene è superiore<br />

a quello <strong>di</strong> un ten<strong>di</strong>ne normale, ma la densità è inferiore e la matrice<br />

extracellulare è <strong>di</strong>sorganizzata. L’ultima fase è caratterizzata dalla<br />

riduzione della cellularità ed un aumento della densità <strong>di</strong> collagene<br />

(fase <strong>di</strong> rimodellamento). I segnali biochimici e biomeccanici regolano<br />

l’espressione delle proteine strutturali ed enzimatiche incluse la<br />

collagenasi, l’attivazione del plasminogeno e la stromolisina. La guarigione<br />

continua per <strong>di</strong>versi mesi e la maturazione del ten<strong>di</strong>ne non è<br />

completa prima <strong>di</strong> un anno. Nonostante la fase <strong>di</strong> rimodellamento, il<br />

ten<strong>di</strong>ne guarito non raggiungerà le proprietà meccaniche e morfologiche<br />

<strong>di</strong> un ten<strong>di</strong>ne normale. La forza <strong>di</strong> tensione rimane inferiore del<br />

30% rispetto a quella <strong>di</strong> un normale ten<strong>di</strong>ne anche dopo <strong>di</strong>versi mesi<br />

o anni 15 . La riduzione delle proprietà meccaniche è associata ad un<br />

inferiore <strong>di</strong>ametro delle fibre <strong>di</strong> collagene e all’alterazione del profilo<br />

dei proteoglicani della matrice. La riduzione delle proprietà meccaniche<br />

del ten<strong>di</strong>ne renderà il tessuto più debole e più pre<strong>di</strong>sposto a<br />

reci<strong>di</strong>va della rottura 16 .<br />

FaTTOrI DI CrESCITa<br />

Come precedentemente evidenziato, il ten<strong>di</strong>ne rotto rappresenta<br />

<strong>di</strong> per se un microambiente sfavorevole per la proliferazione<br />

cellulare e per l’invasione vascolare. Infatti oltre alla presenza <strong>di</strong><br />

fasci <strong>di</strong> collagene assolutamente <strong>di</strong>sorganizzati, il ten<strong>di</strong>ne appare<br />

circondato da un micrombiante catabolico che include la presenza<br />

<strong>di</strong> metalloproteinasi e cellule giganti 17 18 . Pertanto, il margine rotto<br />

<strong>di</strong> un ten<strong>di</strong>ne appare quasi incapace <strong>di</strong> poter andare incontro ad<br />

un processo <strong>di</strong> guarigione senza un intervento dall’esterno. Una<br />

riparazione stabile sembra essere solo un pezzo <strong>di</strong> questo complicato<br />

puzzle in quanto è impossibile pensare che solo attraverso<br />

questo si possa ottenere un ponte <strong>di</strong> fibrocartilagine tra un ten<strong>di</strong>ne<br />

degenerato ed un osso sclerotico. I fattori <strong>di</strong> crescita sono proteine<br />

utilizzate per la comunicazione tra cellule <strong>di</strong> un organismo in<br />

grado <strong>di</strong> stimolare la migrazione cellulare, la proliferazione e la<br />

sintesi delle proteine. Essi esplicano la loro azione legandosi a<br />

specifici recettori <strong>di</strong> membrana <strong>di</strong> cellule target. Una volta attivati,<br />

i recettori innescano una cascata <strong>di</strong> reazioni chimiche nel citoplasma<br />

che provocano l’attivazione dei geni nel nucleo. I fattori <strong>di</strong><br />

crescita possono attivare le cellule vicine (azione paracrina) o le<br />

cellule stesse che li hanno rilasciati (azione autocrina). Numerosi<br />

stu<strong>di</strong> hanno mostrato che i fattori <strong>di</strong> crescita (bFGF, Insulin-Like<br />

Growth Factor – IGF-1, PDGF, TGFβ-1, Vascular Endothelial<br />

Growth Factor VEGF, l’Epidermal Growth Factor) possono essere<br />

coinvolti nella riparazione del tessuto ten<strong>di</strong>neo e legamentoso.<br />

Il TGF-β è una citosina secreta dalla maggior parte delle cellule<br />

coinvolte nel processo <strong>di</strong> guarigione come linfociti, Chang et al.<br />

19 hanno stu<strong>di</strong>ato i fattori TGFβ-1 e TGFβ-2 nella guarigione del<br />

ten<strong>di</strong>ne flessore, osservando che gli animali che avevano ricevuto<br />

l’anticorpo per TGFβ-1 mostravano un più alto arco <strong>di</strong> movimento<br />

rispetto al controllo. Il fattore PDFG è attivo nella fase infiammatoria<br />

e proliferativa del processo <strong>di</strong> guarigione. Uno stu<strong>di</strong>o in<br />

vitro 20 ha evidenziato la capacità <strong>di</strong> PDGF <strong>di</strong> stimolare la produzione<br />

delle proteine collageniche/e non, così come la sintesi del<br />

DNA in funzione della dose somministrata. Differenti fattori <strong>di</strong><br />

crescita inoltre sono stati testati in<strong>di</strong>pendentemente per valutare il<br />

loro contributo nella guarigione della cuffia dei rotatori. Le bone<br />

S259

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